Equo canone: non si sa quando scatta Gli sfratti slitteranno a fine anno? di Emilio Pucci

Equo canone: non si sa quando scatta Gli sfratti slitteranno a fine anno? Equo canone: non si sa quando scatta Gli sfratti slitteranno a fine anno? ROMA — Inquilini e proprietari litigano e consultano avvocati per un eventuale ricorso al tribunale. Il ministro non si pronuncia («Il ministero di Grazia e Giustizia, sostiene Morlino, non può sciogliere il dilemma perché non è l'organo interpretativo»). I sindacati chiedono l'intervento delle Camere ma il Parlamento ha chiuso i battenti per ferie. La frittata è fatta: nessuno sa dire con precisione quando aumenta l'equo canone , Il «giallo» degli affitti, che sta invelenendo l'estate di numerose famiglie, ruota attorno alla esatta interpretazione sulla scadenza degli .deguamenti», previsti dalla nuova legge approvata lo scorso anno dopo un'accesa battaglia tra tutte le forze politiche. L'articolo in questione è confuso. Il nuovo regime dei fitti è entrato in vigore nel luglio 1978; il primo adeguamento è scattato nel novembre scorso, mentre per quello sucessivo il provvedimento parla genericamente di un anno dopo. Ma un anno da quando? Dall'entrata in vigore della legge, e cioè da luglio, o dal primo adeguamento, quello di novembre? Su questo punto esperti e giuristi sono divisi, anche se, a lume di logica, gli aumenti degli affitti dovrebbero andare di luglio in luglio, in quanto il primo adeguamento venne spostato a novembre solo per dare tempo ai Comuni di dividere le città in zone di diverso va- lore ai fini dei calcoli per l'equo canone. Il sindacato degli inquilini, il Sunia, si dichiara pronto ad accettare anche questa interpretazione ma esige che il problema venga chiuso in modo definitivo dal governo o dal Parlamento. La federazione unitaria Cgil, Cisl, Uil, per porre fine alla disputa, propone ad inquilini e proprietari una tregua, con il «congelamento» degli aumenti, in attesa che intervengano Camera e Senato. La tregua sarebbe poi necessaria anche per risolvere una seconda questione legata agli adeguamenti del fitto sulla base dell'aumento del costo della vita. La legge sull'equo canone prevede infatti che annualmente il canone per gli inquilini con reddito superiore agli 8 milioni deve essere ritoccato nella misura del 75 per cento dell'incremento del costo della vita registratosi nei dodici mesi precedenti. Questo calcolo va fatto di luglio in luglio (mese dell'entrata in vigore della legge) e scatta ogni primo agosto. Ma il fatto è che l'Istat è in grado di comunicare i dati relativi al costo della vita di luglio solo a fine agosto e quindi è impossibile fissare l'adeguamento del canone nei termini previsti, proprio perché mancano le rilevazioni dell'istituto di statistica. Non meno complicato, se non più drammatico, è il problema degli sfratti, la cui esecuzione è imminente. L'ormai cronica crisi edilizia non consentirebbe, però, agli sfrattati di trovare in tempi rapidi una nuova sistemazione. Il rischio di gra¬ Prorogata la «fiscalizzazione» vi tensioni sociali è evidente ed è questa la ragione che ha spinto ieri i senatori comunisti e socialisti a chiedere la proroga degli sfratti al 31 dicembre 1979, adottando nel frattempo concrete misure atte a conseguire un'adeguata sistemazione in altri alloggi alle famiglie interessate. Emilio Pucci La Commissio Equo canone: non si sa quando scatta Gli sfratti slitteranno a fine anno? Equo canone: non si sa quando scatta Gli sfratti slitteranno a fine anno? ROMA — Inquilini e proprietari litigano e consultano avvocati per un eventuale ricorso al tribunale. Il ministro non si pronuncia («Il ministero di Grazia e Giustizia, sostiene Morlino, non può sciogliere il dilemma perché non è l'organo interpretativo»). I sindacati chiedono l'intervento delle Camere ma il Parlamento ha chiuso i battenti per ferie. La frittata è fatta: nessuno sa dire con precisione quando aumenta l'equo canone , Il «giallo» degli affitti, che sta invelenendo l'estate di numerose famiglie, ruota attorno alla esatta interpretazione sulla scadenza degli .deguamenti», previsti dalla nuova legge approvata lo scorso anno dopo un'accesa battaglia tra tutte le forze politiche. L'articolo in questione è confuso. Il nuovo regime dei fitti è entrato in vigore nel luglio 1978; il primo adeguamento è scattato nel novembre scorso, mentre per quello sucessivo il provvedimento parla genericamente di un anno dopo. Ma un anno da quando? Dall'entrata in vigore della legge, e cioè da luglio, o dal primo adeguamento, quello di novembre? Su questo punto esperti e giuristi sono divisi, anche se, a lume di logica, gli aumenti degli affitti dovrebbero andare di luglio in luglio, in quanto il primo adeguamento venne spostato a novembre solo per dare tempo ai Comuni di dividere le città in zone di diverso va- lore ai fini dei calcoli per l'equo canone. Il sindacato degli inquilini, il Sunia, si dichiara pronto ad accettare anche questa interpretazione ma esige che il problema venga chiuso in modo definitivo dal governo o dal Parlamento. La federazione unitaria Cgil, Cisl, Uil, per porre fine alla disputa, propone ad inquilini e proprietari una tregua, con il «congelamento» degli aumenti, in attesa che intervengano Camera e Senato. La tregua sarebbe poi necessaria anche per risolvere una seconda questione legata agli adeguamenti del fitto sulla base dell'aumento del costo della vita. La legge sull'equo canone prevede infatti che annualmente il canone per gli inquilini con reddito superiore agli 8 milioni deve essere ritoccato nella misura del 75 per cento dell'incremento del costo della vita registratosi nei dodici mesi precedenti. Questo calcolo va fatto di luglio in luglio (mese dell'entrata in vigore della legge) e scatta ogni primo agosto. Ma il fatto è che l'Istat è in grado di comunicare i dati relativi al costo della vita di luglio solo a fine agosto e quindi è impossibile fissare l'adeguamento del canone nei termini previsti, proprio perché mancano le rilevazioni dell'istituto di statistica. Non meno complicato, se non più drammatico, è il problema degli sfratti, la cui esecuzione è imminente. L'ormai cronica crisi edilizia non consentirebbe, però, agli sfrattati di trovare in tempi rapidi una nuova sistemazione. Il rischio di gra¬ Prorogata la «fiscalizzazione» vi tensioni sociali è evidente ed è questa la ragione che ha spinto ieri i senatori comunisti e socialisti a chiedere la proroga degli sfratti al 31 dicembre 1979, adottando nel frattempo concrete misure atte a conseguire un'adeguata sistemazione in altri alloggi alle famiglie interessate. Emilio Pucci La Commissio

Persone citate: Morlino

Luoghi citati: Roma