Bolivia: il ritorno alla democrazia minacciato dalle beghe presidenziali di Fabio Galvano
Bolivia: il ritorno alla democrazia minacciato dalle beghe presidenziali Siles Zuazo fa lo sciopero della fame per difendere la vittoria Bolivia: il ritorno alla democrazia minacciato dalle beghe presidenziali LA PAZ — Hernàn Siles Zuazo — il sessantaquattrenne leader della Unidad democratica popular — ha iniziato sabato notte uno sciopero della fame per un periodo indefinito nei saloni del Palazzo legislativo. Esige che il Parlamento lo elegga presidente costituzionale per -aver ottenuto la maggioranza dei voti del popolo-. Il Parlamento ha sospeso i propri lavori dopo sei infruttuose votazioni per designare il nuovo presidente. Occorrono almeno 73 voti su 144. ma anche nell'ultima votazione Paz Estenssoro non ha raggiunto questo traguardo. Intanto si parla di una possibile soluzione di compromesso: la nomina a capo provvisorio dello Stato del presidente del Senato, Walter Guevara Arze. Questi potrebbe formare un governo con la partecipazione sia dell'Udp di Siles Zuazo sia dell'Mnr di Paz Estenssoro, sia delle forze armate. Questo governo civile sostituirebbe il governo militare uscente. no svolte senza incidenti, e tutto lasciava prevedere che la transizione dalla giunta militare al governo civile non avrebbe avuto intoppi; ma da allora molte cose sono cambiate, e l'aperto scontro fra i due maggiori contendenti — gli ex presidenti Victor Paz Estenssoro e Hernàn Siles Zuazo — ha indotto la giunta militare a parlare di «ingovernabilità civile del Paese», di «mancanza di una maggioranza rappresentativa», in altre parole a far balenare l'ipotesi di una continuazione del regime militare oltre la scadenza di oggi, 6 agosto, originariamente fissa ta. L'iniziativa clamorosa di Siles Zuazo rappresenta un'aperta sfida al Parlamento e ai generali, e riflette l'acredine di una polemica nata già all'indomani delle elezioni. Siles Zuazo, candidato della Union democràtica popular (Udp, un partito di centro-sinistra) aveva ottenuto la maggioranza relativa, con 528.696 suffragi (il 35,9 per cento). Il suo rivale Paz Estessoro, capofila del Movimiento nacionalista revolucionario (Mnr, uno schieramento di centro-destra) aveva invece ottenuto 527.184 voti (35,6 per cento), 1512 meno di Siles Zuazo. Uno scarto minimo, dovuto secondo il vincitore alla decisione della giunta elettorale di annullare 60 mila voti validi dovuti a lui; l'accusa di brogli per favorire Paz Estenssoro è diventata il leit-motiv della polemica avviata da Siles Zuazo, appoggiato in questo dal potente sindacato Cob (Central obrera boliviana). La sua stizza e la sua ansia erano più che giustificate: in base alla costituzione boliviana, infatti, diventa presidente chi ottiene la maggioranza assoluta dei suffragi; se questa non c'è, spetta alla Camera e al Senato riuniti la scelta fra i due contendenti che hanno avuto il maggior numero di voti. E nell'ambito parlamentare, sebbene il voto popolare lo avesse favorito, Siles Zuazo è in chiaro svantaggio: può contare sultanto su 45 voti contro i 65 del suo avversario. Era inevitabile, quindi, die dal Parlamento emergesse un presidente non rappresentativo della scelta popolare; a questo Siles Zuazo si è ribellato. La Bolivia, che nei suoi 154 anni d'indipendenza ha avuto 170 colpi di Stato, s'è ritrovata in un clima straordinariamente abituale. La giunta militare, che aveva chiaramente indicato di voler cedere le redini del comando a un governo civile, ha tentato nelle ultime settimane di farsi mediatrice fra le forze di Paz Estenssoro e quelle di Siles Zuazo, ma in pratica i due contendenti — che in passato erano stati addirittura alleati — hanno dato prova di un'estrema rigidità, giocando uno le carte della sua maggioranza parlamentare, l'altro quelle di un suffragio popolare che avrebbe potuto essere assai più singnificativo senza l'annullamento diquei60mila voti. Il Paese, che pareva felicemente avviato sulla strada della democrazia, si è cosi ritrovato sul sentiero che porta alla guerra civile: cortei, barricate, anche qualche colpo d'arma da fuoco hanno caratterizzato in questi ultimi glorili, nella capitale La Paz, lo scontro fra le due fazioni. Di qui l'intervento più duro dei militari, con la minaccia di un rinvio della nuova fase democratica, e la contromossa di Siles Zuazo, che apre allarmanti prospettive e fa temere per il futuro di una Bolivia in cui il sogno democratico ha perso in pochigiorni tuttoilsuolustro. Fabio Galvano
Persone citate: Victor Paz Estenssoro, Walter Guevara Arze
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