Borgo d'Ale: pesche svendute da cento a 230 lire al chilo

Borgo d'Ale: pesche svendute da cento a 230 lire al chilo Borgo d'Ale: pesche svendute da cento a 230 lire al chilo BORGO D'ALE — Nuova, clamorosa caduta dei prezzi sabato sera sul mercato giornaliero delle pesche di Borgo d'Ale: mille quintali di varietà selezionate uiopo l'intervento dell'Alma che acquista le pezzature più piccole comprese tra i 47 e i 70 millimetri, destinandole, alle industrie conserviere, alle distillerie e da giovedì scorso in beneficenza) sono state quotate tra le 100 e le 230 lire il chilogrammo, mentre lo stesso quantitativo di ottime varietà è rimasto invenduto. Il fenomeno (con una sovrapproduzione del 50 per cento rispetto all'annata '78) è dovuto all'esigua presenza sul mercato di operatori economici forestieri, la maggior parte dei quali in vacanza. Una crisi in parte prevista e che avrebbe avuto ripercussioni ancor più negative, come accadde nel '76 quando finirono al macero grosse partite, senza l'intervento dell'Aitila. Metà della produzione presente sabato sul mercato e rimasta invenduta è finita nelle celle frigorifere della «Borgofrigor» di strada per Alice Castello, per cui ogni frutticoitore borgodalese versa alla società l'importo di 20 lire per cassetta di pesche del peso medio di 15 chilogrammi, in attesa dell'intervento dell'Alma, pre¬ sente sul mercato due volte la settimana, il lunedi e il giovedì. Si prevede che oggi acquisti un quantitativo di 1200 quintali, anche se di pezzatura superiore alla tabella concordata con la apposita commissione. Si tratta di partite rimaste invendute venerdì e sabato. La «crisi delle pesche» non sembra comunque avere ripercussioni sul mercato al consumo, anche se. sabato scorso, al mercato all'ingrosso di Torino interi plateaux sono stati svenduti a non più di mille lire. Lo stesso prezzo, in molti negozi maggiorato di qualche altro centinaio di lire — speso dai consumatori per un chilo

Luoghi citati: Borgo D'ale, Torino