Moser ha trovato Schuiten sulla sua strada

Moser ha trovato Schuiten sulla sua strada Per il ciclismo azzurro una giornata amara nei mondiali di inseguimento in Olanda Moser ha trovato Schuiten sulla sua strada Visentini, Fraccaro e Morandi eliminati, il veneto si è dovuto misurare con il fortissimo olandese - Sprinters dilettanti fuori gara NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE AMSTERDAM — E' finita in un naufragio la spedizione dei professionisti azzurri impegnati nella prova di inseguimento ai mondiali su pista. Su quattro atleti schierati da Marino Vigna nelle qualificazioni soltanto Francesco Moser è riuscito a superare il turno ma si è poi scontrato ancora una volta con il grande specialista olandese Roy Schuiten che gli ha fatto da argine insormontabile. Gli altri tre esclusi erano Visentini. campione d'Italia, Morandi e Fraccaro. Nessuno è riuscito a trovare la pedalata giusta e tutti e tre sono stati eliminati in fase di qualificazione senza dare neppure l'idea di aver raggiunto un livello tecnico dignitoso. In virtù del tempo ottenuto nella fase di qualificazione e cioè il sesto tempo. Francesco Moser si è ritrovato nei quarti di finale il suo antico avversario Schuiten che batté nel 1976 a Monteroni nella finalissima valevole per il titolo mondiale. L'olandese, va ricordato, è un grande specialista della pista e oltre a quella medaglia d'argento ne vinse due d'oro nel 1974 e '75 ed un'altra d'argento l'anno scorso a Monaco di Baviera. Nel confronto decisivo tra Moser e Schuiten sono balzate ancor più agli occhi le lacune tecniche che i nostri stradisti regolarmente denunciano quando si improvvisano pistards. In casa nostra la pista viene puntualmente riscoperta soltanto a ridosso dei campionati del mondo quando in quattro e quattr'otto si scatena il commissario tecnico Marino Vigna alla ricerca di qualche volenteroso stradista disposto ad affrontare l'avventura dell'inseguimento. Francesco Moser sarebbe un talento naturale anche per le prove su pista ma gli allettamenti della strada chiaramente lo tengono lontano da questa specialità spettacolare ma assai meno redditizia. Va detto che in molti paesi si guarda alla pista non solo in occasione dei campionati del mondo ma come attività a sé stante e altrettanto fortunata quanto la strada. Per esempio in Francia e in Belgio sono già funzionanti delle vere e proprie scuole della pista che allenano ragazzini dai 10 anni in su e tra questi poi coltivano i futuri campioni. Da noi invece a parte qualche iniziativa tipo «Giochi della gioventù» ogni manifestazione sù pista ha sempre il carattere o di una festa familiare oppure sv' lato opposto di una manifesta zione troppo tecnica per essere anche popolare. Da noi si tenta insomma di portare i campioni già noti in pista per richiamare la gente anziché capovolgere il problema e creare campioni della pista proprio per favorire il ritorno del pubblico nelle tribune dei velodromi. Il discorso però diventa difficile quando accanto al caso degli stradisti che vanno in pista una volta all'anno, viene portato quello dei pistards quasi professionisti come Rossi, Dazzan e Finamore. i quali sono stati battuti negli ottavi di finale del torneo della volocità. E' una gara difficile, d'accordo, contro i tedeschi dell'Est che sono più in forma se è possibile che in passato e contro i sovietici che hanno ritrovato alcuni grandi specialisti, ma va anche detto che i nostri si arrendono forse troppo facilmente di fronte a questa superiorità. Il caso di Giorgio Rossi, campione italiano, che ad ogni impegno importante viene messo k.o. dal suo fragilissimo sistema nervoso, non dovrebbe trovare attenuanti. E' un corri- ! dorè che vanta ormai una invidiabile esperienza internazionale, ha 31 anni e fa parte del corpo forestale dello Stato. Carlo Valeri

Luoghi citati: Amsterdam, Belgio, Francia, Italia, Monaco Di Baviera, Olanda