Sponsor e prezzi, guerra al calcio

Sponsor e prezzi, guerra al calcio Le società e la Lega nel vortice di problemi e interessi spesso contrastanti Sponsor e prezzi, guerra al calcio Lo sport del pallone sta conoscendo vicende già superate in altre discipline mentre i costi salgono - Il parere di dirigenti MILANO — Caro prezzi, pubblicità, incidenti: il calcio è già in piena burrasca anche se siamo ancora nella fase d'introduzione alla stagione, quella del rodaggio e della Coppa Italia. Oltre ai problemi tecnici, il grande calcio sta vivendo gli aspetti meno sportivi del mondo agonistico: problemi che altre discipline come auto, basket, volley e baseball hanno sperimentato trovando nuove strade per affrontare se non proprio risolvere le latenti crisi economiche. Ascoltando certe dichiarazioni, esaminando alcuni comunicati, si ha l'impressione di una fase d'emergenza: eppure il calcio chiama negli stadi milioni di persone, nell'ultima stagione ha battuto ogni record d'incasso. Nei giorni scorsi anche le amichevoli hanno fatto registrare il tutto esaurito. Ora poi. davanti, allo spauracchio dell'aumento dei prezzi, c'è la corsa all'abbonamento. Sponsor — La bomba innescata dal Perugia è destinata a lasciare una traccia profonda nei rapporti fra i grandi club. Il legale del presidente D'Attoma è entrato con violenza nell'argomento accusando le altre società di volere «sabotare* l'acquisto di Rossi ed ha forzato ancor più la mano dichiarando che anche Juventus, Inter e Roma dovevano essere punite essendo incorse nella stessa infrazione del Perugia. Ha detto in proposito l'avvocato Brustenghi: «L'arbitro D'Elia si è accorto della nostra scritta ma non della 'P'che portavano i giocatori della Romasullemaglie*. In realtà la «P» della Roma sta per Pouchain, ed è il marchio di un'industria d'abbigliamento sportivo. Ha sponsorizzato anche l'Inter. Il marchio è stato regolarmente approvato dalla Lega. Forse il Perugia ha imboccato la strada sbagliata:, prima doveva lanciare la nuova linea «Ponte», poi doveva chiedere l'autorizzazione in viale Fi-' lippetti. Se poi il marchio pubblicizzava gli indumenti o gli spaghetti questo contava poco di fronte ad un regolamento ben preciso che l'avvocato Barbe ha subito applicato. Resta il fatto che il calcio può e deve sfruttare il filone delle sponsorizzazioni ma come ha ripetuto il presidente della Lega Righetti «senza intaccare l'immagine tradizionale dei grandi club ed evitando i bagni di sangue tipo basket*. All'estero possono fare quello che vogliono in Italia il passo va meditato: anche perché i conti in rosso po- trebberò essere attenuati con altri espedienti. Dilagherà presto invece la moda dei nomi sulle casacche. Il Monza, al quale si deve la «novità» lanciata negli Usa dai Cosmos, è stato diffidato ma quando avrà chiesto ed ottenuto il permesso dalla Lega, ritornerà nell'ambito della legge. Anche il Milan «sponsorizzerà» i suoi giocatori. La maggioranza delle altre società invece lo hanno escluso a cominciare dalla Juventus per finire al Torino. «Per noi — ha detto il dott. Giuliano il discorso si è chiuso con il marchio Robe di Kappa al quale si deve un "pagamento" attraverso la fornitura di materiale sportivo*. La Juventus per ora non brevetterà la zebretta. Anche il Torino non lancerà un torello stilizzato come il diavolo del Milan. L'unico accordo in vista per i granata riguarda le tute Puma. Il Bologna si è accordato con la Tepa Sport e presto aggiungerà una «V» ai suoi indumenti. Dunque, per ora, un movimento lieve, non un'ondata di milioni come qualcuno sperava ed altri (gli sport minori) temevano. Prezzi — Il presidente della Lega. Righetti, ritiene inevitabile un ritocco agli attuali prezzi dei «popolari»: «Già in passato, — ha dichiarato — le società avevano chiesto di potersi sganciare dai minimi previsti dalla famosa legge per lo sgravio degli oneri fiscali. Entro la fine dell'anno speriamo di potere contare su un dispositivo di legge che prevede appunto la possibilità di ritoccare i "popolari". Ma sia chiaro che non vogliamo il caro prezzi. E nemmeno desideriamo perderei tifosi*. In parole povere dalle attuali 2200 lire si passerà a 3500 qualcosa di più di quanto si spende per uno spettacolo cinematografico. Nelle ultime gare di Coppa Italia — escluse dagli obblighi di legge previsti per il campionato — alcune società hanno portato i minimi addirittura a 4 mila lire (Avellino). Qualcuno persino a 6 mila (Cagliari). Per fortuna la maggioranza (8 su 14) ha rispettato la regola unificandosi alle parole di Righetti che invitava «a non esagerare*. Sempre l'Avellino infatti ha sparato per le tribune qualcosa come 40 mila lire: i tifosi ovviamente hanno risposto con un forte assenteismo. Mutuo — Entro due o tre mesi, le società di A e di B potranno contare sul sospirato mutuo. Tre banche italiane hanno completato le operazioni di studio e si sono dette disponibili all'operazione. Prima però è necessario il benestare del nuovo governo- Giorgio Gandolf i

Persone citate: Brustenghi, D'attoma, D'elia, Righetti, Rossi

Luoghi citati: Avellino, Cagliari, Italia, Milano, Roma, Usa