Ragazzi in guerra nella notte di New York Un film violento, che fa terrore ai censori

Ragazzi in guerra nella notte di New York Un film violento, che fa terrore ai censori LE PRIME VISIONI SUGLI SCHERMI CINEMATOGRAFICI Ragazzi in guerra nella notte di New York Un film violento, che fa terrore ai censori / guerrieri della notte («The Warriors») di Walter Hill con Michael Bech. James Remar. Deborah vari Walkenbourgh. Drammatico a colori. Usa 1979. Cine Vittoria. I guerrieri della notte è il classico film appoggiato dalla pubblicità e osteggiato dalla censura che tutti conoscono ancora prima d'averlo visto. Non è piaciuto, a burocrati e benpensanti, il suo spregiudicato impiego della violema sema un fine moralistico e per il solo desiderio di stupire. E' bastato questo per suscitare un'attenzione morbosa tra gli appassionati (la prima italiana in conclusione della Mostra Nuovo Cinema di Pesaro provocò un attimo di disordine persino nella quieta assiduità dei ucinéphiles»). D'altro canto censori anche liberali, in Svezia e in Gran Bretagna, si adontavano perché i fenomeni descritti sembravano indicare nuovi itinerari alla brutalità soprattutto dei giovani. Si è fatto il processo alle intenzioni ma, sostanzialmente, ancora una volta il cinema sarà stato sinonimo di affarismo più che di corruzione. Perciò questi «guerrieri» attaccati per eccesso di prudenza hanno cominciato con baldanza la conquista del mercato internazionale. La sceneggiatura scritta da Walter Hill e David Schraber è asciutta e spregiudicata. Siamo nella New York di un immediato e minaccioso futuro, dove tutte le gang adolescenziali si sono date convegno per dare l'assalto alla metropoli. Il leader dei Riffs negri viene ucciso da un seguace dei Rogues bianchi. Vistosi identificato dai Warriors, un gruppo senza limiti di razza o di rango, ne getterà la colpa su uno di essi. Comincia per i Warriors un 'angosciosa marcia nella notte dal Bronx a Coney Island. Li braccano la polizia ufficiale e la delinquenza organizzata, non hanno modo di protestare la loro innocenza se non a suon di spranghe o di pugni. I duelli si moltiplicano, gli agguati si concentrano. Dalla metropolitana ai club privati ai paurosi giardini, i nove ragazzi trascinano una speranza di sopravvivere che si fa di ora in ora più esigua. L'alba invece li troverà salvi, stremati e — ciò che pii: conta — riabilitati di fronte alle altre bande che riconoscono l'errore. Questa vicenda carica d'odio e di tensione viene raccontata da Walter Hill con cadenze ora di balletto alla West Side Story ora di karaté alla Bruce Lee. Potrebbe da una sequenza all'altra cadere nel ridicolo, ma lo soccorre un vivo senso dello spettacolo che già in L'eroe della strada con Charles Bronson e in Driver con Ryan O'Neal erano apparsi evidenti. Quanto al discorso sulla violenza, Hill sembra disinteressarsene. Essa acquista ai suoi occhi le forme d'un rituale e costituisce l'occasione per stupire. Di fronte a tale possibilità Hill non arretra, trattando da eroi omerici i suoi stracciati ragazzacci e inserendo una stonata polemica antiborghese nella sequenza dei fiori d'arancio stilla metropolitana. Epopea che pare congelare ed esaurire la realtà nella finzione del grande schermo. I guerrieri della notte conferma con enfasi voluta la maestria di Hollywood, p. per. Un lontano ricordo di «Arancia meccanica» nel film «I guerrieri della notte»

Persone citate: Bruce Lee, Charles Bronson, David Schraber, James Remar, Michael Bech, Ryan O'neal, Walter Hill

Luoghi citati: Gran Bretagna, Hollywood, New York, Pesaro, Svezia