Rilasciato Silvio Olivetti De André: nessuna traccia
Rilasciato Silvio Olivetti De André: nessuna traccia La lunga serie dei sequestri di persona in Sardegna Rilasciato Silvio Olivetti De André: nessuna traccia Il commerciante torinese era stato rapito il 17 agosto nella sua villa sul litorale di Olbia - Liberato nella campagna vicino a Nuoro - Non si conosce l'ammontare del riscatto - Caso De André-Ghezzi: trovata l'auto del cantautore - Il generale Dalla Chiesa indaga sui retroscena degli ultimi atti di banditismo DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NUORO — Dal mondo della paura è tornato un ostaggio. Ieri notte, verso le 22,30, Silvio Olivetti, torinese, industriale, ha riacquistato la libertà. Lo hanno rilasciato su una strada della Barbagia, a circa 20 chilometri da Nuoro. Era stato sequestrato la notte del 18 agosto da banditi armati e mascherati che avevano fatto irruzione nella sua villa di Porto Taverna, in Gallura, sulla costa settentrionale della Sardegna. Barba lunga ed abiti sgualciti Silvio OUvetti, che ha 51 anni, è apparso stanco ed affaticato. Probabilmente prima di rilasciarlo i banditi lo hanno costretto ad una lunga estenuante marcia a piedi. Giunto nella caserma dei carabinieri di Nuoro il commerciante ha chiesto di poter telefonare alla moglie con la quale ha poi parlato a lungo, rassicurandola in modo particolare sulle sue buone condizioni di salute. Silvio Olivetti ha anche comunicato telefonicamente con i propri parenti a Torino. I banditi — cinque, armati e mascherati con calze da donna scure infilate sul capo — avevano atteso Silvio Olivetti e la moglie, Vanna Giani, nascosti nei cespugli che fiancheggiano la casa, una costruzione in pietra a vista che si affaccia sul golfo di Cugnana, accanto al complesso residenziale del Portisco. Proprio mentre i due torinesi stavano entrando, dopo aver aperto la porta, i malviventi erano passati all'azione, scaraventandoli a terra e colpendoli a pugni e calci. L'Olivetti era stato ferito alla fronte, la moglie aveva riportato la frattura di una costola e una contusione alla nuca. Chiusa la porta della casa e strappati 1 fili del telefono, i banditi avevano subito inta- volato le trattative, chiedendo subito un riscatto di due miliardi. Intanto era stata svegliata la cameriera degli Olivetti, Lucilla Piras, di 21 anni, che sotto la minaccia delle armi aveva dovuto servire liquori ai banditi. Piano, piano, con un'allucinante contrattazione durata quasi un'ora, la cifra del riscatto era scesa a 300 milioni. A questo punto i cinque banditi si erano portati via Silvio Olivetti, usando la sua stessa auto, una R4 verde ri- trovata successivamente — completamente ripulita — nel centro di Olbia, davanti ad un'agenzia di viaggi. Nella villa erano rimaste Vanna Giani, terrorizzata, e la cameriera. Per tre giorni le due donne mantennero il silenzio con tutti, anche con i tre figli del commerciante che si trovavano in vacanza nel continente. L'assenza di Silvio Olivetti venne giustificata con gli amici come dovuta ad improvvisi impegni di lavoro. Unica ad essere avvertita, non si sa bene se da Vanna Giani o dagli stessi banditi su suggerimento dell'ostaggio, fu Graziella Olivetti, abitante a Torino, sorella del rapito. La donna si precipitò in Sardegna con 300 milioni e, nella notte di lunedi 20, il riscatto venne pagato sulla strada tra Orane e Nuoro, nei pressi della cantoniera di Sant'Efisio. Ma i banditi non mantennero fede alla parola: ■Vogliamo altri soldi, questi non bastano», dissero. Gli Olivetti attesero ancora un giorno, sperando in un ripensamento, ma nulla accadde. Mercoledì 22, alle 12,30, Graziella Olivetti denunciò il sequestro al comando dei carabinieri di y^tess. (Continua a pagina 2 in prima colonna)
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