I precari dell'Inps occupano la sede e chiedono la conferma del contratto di Marco Tosatti

I precari dell'Inps occupano la sede e chiedono la conferma del contratto La protesta a Roma di venti dipendenti dell'Istituto di previdenza I precari dell'Inps occupano la sede e chiedono la conferma del contratto II periodo di assunzione dura due anni - Le loro richieste sono appoggiate da Cgil, Cisl e Ùil - «Ci assumono al Sud e ci mandano al Centro-Nord con 213 mila lire al mese» tratti di formazione e di lavo-1 ro, dormono nella sala riunio- j ni del 5° piano, nella sede cen- ROMA — Da ieri sera, e fino a quando non troveranno una sistemazione più adeguata, 20 ..precari» dell'Inps. giovani assunti dall'Istituto in base alla legge 285 con con trale di Roma. L'hanno occu pata, più o meno simbolicamente «perché eravamo ridotti alla disperazione», come ci racconta Ernesto, di Napoli, uno di loro. L'alternativa erano i giardini pubblici, la stazione, o qualche sistemazione di fortuna dovuta alla solidarietà di amici e parenti. «Ce ne sono 1600, in queste condizioni: assunti al Sud e spediti a lavorare nelle sedi del Centro Nord, con 213 mila lire al mese, e una famiglia lontana». Nei giorni scorsi due «giovani della 285» a Rimini sono stati arrestati dalla polizia, per vagabondaggio: gli agenti — dice Daniele, un precario di Roma — li avevano sorpresi addormentati sulle panche della stazione. Nella capitale gli «esiliati», come si autodefiniscono, con amaro sarcasmo, hanno chiesto di occupare temporaneamente l'edificio del Crai dell'Inps, per adibirlo a mensa e dormitorio. La risposta delle tre confederazioni Cgil. Cisl e UH. che hanno la maggioranza nel consiglio di amministrazione dell'Inps, è stata positiva per la mensa, ma solo la Cgil ha detto si anche alla seconda richiesta. E cosi è stata decisa l'occupazione della sala-riunioni. Ma i problemi dei «precari Inps» non sono solo questi. Dopo il fallimento, riconosciuto universalmente della legge 285 relativa all'avviamento al lavoro, presso le aziende private, circa 25 mila giovani, in testa nelle graduatorie della disoccupazione, e cioè con una famiglia a carico, hanno ottenuto contratti di formazione e di lavoro della durata di due anni presso ministeri, enti pubblici e parastato. Di questi, 2600 circa sono stati assunti, nel periodo che va dal 20 maggio al 20 giugno scorso, presso l'Istituto nazionale di previdenza sociale. Vivono sotto l'incubo del licen-1 ziamento allo scadere dei ter- ! mini, anche perché, si lamen-1 tano, «il tipo di forinazione] professionale che riceviamo può essere utilizzato solamente all'interno dell'Inps». E sul diplomino consegnato alla fine del corso incentrato sull'uso dei «mini calcolatori» elettronici, vi sarà scritto: «Esperti inprocedura Inps». «Provvedimenti in cantiere non ce ne sono — dicono alla direzione generale dell'Istituto — ma è chiaro che dopo avere addestrato questi giova\ni per due anni, è nostro inte- resse mantenerli. Anche per- i che il nostro organico è caren- te di 12 mila unità, ormai da j tempo». Una possibile soluzio- i ne potrebbe consistere in | concorsi ad hoc. oppure, addi- I rittura, in una legge in favore j di queste persone. Ma — e alla j direzione intendono sottoli- | neare questo aspetto — anco- rasi tratta di pure ipotesi. I precari nel frattempo si stanno organizzando. In una recente assemblea a Roma si sono trovati concordi su tre richieste. La prima consiste nella garanzia del posto di la voro, all'Inps. Successiva mente reclamano lo stipendio al 100%: attualmente il 30% dei loro emolumenti, contingenza compresa, viene trattenuto per pagare i corsi di formazione. «La trattenuta del 30% sullo stipendio si potrebbe anche capire, ma quella sulla contingenza è incostituzionale». «Ma i corsi che facciamo servono all'Inps, non a noi — spiega Ernesto — e quindi anche la trattenuta sullo stipendio non è giusta». Il compenso mensile passerebbe da 250 mila lire, più assegni familiari, a circa 350 mila lire. Infine la terza richiesta è l'equiparazione giuridica con gli impiegati del parastato. Ora come ora un «precario» non può ammalarsi per più di 15 giorni, pena la rottura del rapporto di lavoro. «Per alcune ragazze incinte è una situazione drammatica, qualcuna ha addirittura abortito». Se si assentano dal corso di formazione per un periodo superiore a un quinto, c'è il licenziamento. Normalmente gli impiegati dell'Inps trasferiti ad altra sede ricevono, entro un massimo di sei mesi, l'indennità relativa; per i «precari» viene frazionata in 23 mesi. Entro il 7 settembre vorrebbero essere ricevuti da Scotti, presenti anche le confederazioni Cgil-Cisl-Uil, che li appoggiano; e contemporaneamente cercano collegamenti con i «precari» della 285 sparsi nell'arcipelago dei ministeri e degli enti pubblici, allo scopo di coordinare le azioni. «Nel marzo del 1980 per alcuni di loro scadranno i primi contratti, è importante trovare una soluzione adesso». Di sciopero, per il momento, non se ne parla: «Non vogliamo metterci contro ex lavoratori, che devono avere delle pensioni, ingran parte insufficienti». Marco Tosatti

Luoghi citati: Napoli, Rimini, Roma