Il Papa condanna duramente l'attentato e non rinuncia al viaggio in Irlanda

Il Papa condanna duramente l'attentato e non rinuncia al viaggio in Irlanda Telegramma alla Regina Elisabetta per la morte di Mountbatten Il Papa condanna duramente l'attentato e non rinuncia al viaggio in Irlanda "Questo atto di sconvolgente violenza è un insulto alla dignità umana,, - Il primate irlandese: "Una strage che nulla può giustificare,, - Improbabile una visita nell'Ulster CITTA' DEL VATICANO — L'impressionante ripresa del terrorismo irlandese non cambia i programmi di papa Wojtyla che si recherà in Irlanda, come previsto, dal 29 settembre al 1° ottobre, prima di proseguire per gli Stati Uniti. La conferma della visita, malgrado tutto, si ricava sia da ambienti vaticani, dopo un incontro fra il segretario di Stato card. Agostino Casaroli e il primate irlandese card. Tomas O'Fiaich, sia da una lunga dichiarazione del delegato apostolico a Londra, mons. Bruno Heim. Il prelato ha detto: «La visita del Papa in Irlanda sarà certamente per tutta quella comunità cattolica un incoraggiamento a vivere con fedeltà i valori cristiani » e si è augurato che questo richiamo sia accolto «non solo dai buoni cattolici, ma anche da coloro che pur militando nei movimenti terroristici hanno forse ancora conservato un pizzico di umanità e di fede». E' indubbio che in Vaticano sono aumentate le preoccupazioni, dopo i sanguinosi attentati di lunedì, per la sicurezza di Giovanni Paolo II e per le conseguenze politiche che la visita papale può imprevedibilmente provocare nei drammatici rapporti fra cattolici e protestanti nell'Irlanda del Nord (o Ulster) e negli stessi movimenti terroristici dell'Ira che si qualificano cattolici. Anzi, proprio contro questi gruppi terroristici si rivolgono le parole di cordoglio che papa Wojtyla ha inviato ieri mattina di proprio pugno alla Regina Elisabetta: «Questo atto di sconvolgente violenza — scrive il pontefice — è un insulto alla dignità umana e io lo condanno fermamente assieme agli altri atti di violenza di ieri che hanno causato morte e terribili sofferenze a molte famiglie. Invoco la clemenza di Dio su coloro che sono morti, il conforto per coloro che sono ad essi vicini e Gli domando che tocchi il cuore degli uomini violenti con la Sua grazia ispiratrice. Prego elle lo spirito di riconciliazione e di mutua comprensione prevalga fra tutti i popoli». Ancora più espliciti sono un La rubrica «I nostri soldi» di Mario Salvatorelli è a pagina 12. commento dell'Osservatore Romano e le dichiarazioni del delegato a Londra, mons. Heim. entrambi rivolti a sconfessare la qualifica di «cattolici» che i terroristi dell'Ira si attribuiscono. «Queste centrali dell'odio che deturpano il tessuto sociale, che sono una piaga orrenda del nostro tempo — scrive l'organo vaticano — debbono essere isolate così come si isola e si stronca la metastasi di ogni male terribile. Per questo occorre che si dica, con tutto il rigore possibile, che chi usa il delitto obbedisce a un disegno satanico». A sua volta mons. Heim condanna duramente i terroristi dicendo fra l'altro: «Chi sta ali 'origine di tali azioni ha perduto completamente (o non ha mai avuto) il senso cristiano e cattolico del valore della vita e della necessità di escludere la violenza come mezzo per risolvere i problemi dell'umana convivenza... E' evidente che simili movimenti terroristici e rivoluzionari non possono considerarsi per nulla espressione della comu¬ nità cattolica irlandese (...) che lavorerà in ogni senso per isolare e allontanare dal proprio seno chi crede che la violenza possa essere un mezzo valido per risolvere i problemi umani, come pure coloro che levano la propria voce per trovare un'impossibile giustificazione a tali delitti, con pretestinon cristiani». Mentre dalle Poste vaticane partiva il telegramma del Papa per Elisabetta II, il card. Casaroli si incontrava con la delegazione dell'episcopato irlandese, colta di sorpresa a Roma, dove la visita era da tempo prevista, dallo sconvolgente scatenarsi del terrorismo con gli agguati di lunedi contro Lord Mountbatten e decine di soldati inglesi. Nell'incontro in Vaticano si è evidentemente valutata l'esplosiva situazione, cercando di capire perché l'ala sinistra dell'Ira, che si dichiara cattolica, abbia scatenato tanta violenza proprio a un mese dall'arrivo del Papa. Non a caso il card. O'Fiaich. parlando alla Radio Vaticana, ha detto con tono affranto: «E' una strage che nulla può giustificare... Il fatto che queste manifestazioni diaboliche siano avvenute mentre l'Irlanda si sta preparando ad accogliere il S. Padre e alcuni vescovi si trovano a Roma per preparare questo grande avvenimento della nostra storia, accresce lo sdegno che io sento in questo momento». Politicamente l'Irlanda del Nord fa parte dell'Inghilterra, dal punto di vista ecclesiastico rientra invece nella Repubblica d'Irlanda: anche questa è una complicazione. Sembra confermato che papa Wojtyla non si recherà nell'Ulster, come precisarono sin dall'inizio fonti vaticane, malgrado appelli insistenti da parte cattolica e di qualche protestante, ai quali si contrappongono minacciosi propositi di altri gruppi protestanti guidati dall'antipapista rev. Ian Paisley. La decisione finale spetta a Giovanni Paolo II, che entro oggi riceverà il primate d'Irlanda per sanzionare il programma del viaggio. Lamberto Fumo Mullachmore. Alcuni volontari issano a bordo di una barca il corpo di una delle vittime Mullachmore. Alcuni volontari issano a bordo di una barca il corpo di una delle vittime