Due esuli italiani aiutarono Freda e Ventura in Sudamerica di Sandra Bonsanti

Due esuli italiani aiutarono Freda e Ventura in Sudamerica Ricostruita la latitanza dei responsabili della strage di Piazza Fontana Due esuli italiani aiutarono Freda e Ventura in Sudamerica Ricercato Marco Barnabò, compagno di collegio dell'editore veneto - L'altro sarebbe il «conte rosso» Pietro Loredan - Venerdì a Roma il primo interrogatorio di Freda giovani: Giovanni Ventura di Castelfranco Veneto e Maro dei conti Barnabò di Venezia. «Erano quasi miei coetanei, ma li sentivo d'un'altra raz za», ha raccontato anni più tardi Lorenzon. «teste a cari- ROMA — Borea di Cadore 1962. refettorio del collegio Pio X. Al tavolo di Guido Lo- renzon. nuovo sorvegliante degli studenti, siedono due co» numero uno nel processo contro i fascisti veneti. L'amicizia fra Marco Barnabò e Giovanni Ventura risale dunque almeno ai banchi del liceo. Quella con Franco Freda dev'essere nata poco più tardi. Ed è rimasta tale quale, cementandosi, negli anni dell'attività eversiva, in quellilunghi del processo e nei mesi della fuga. Marco Barnabò e infatti il primo nell'elenco dei complici di Freda ricercati dalla poli- zia. Sarebbe stato lui a pre- sentare lo scomodo latitante al proprietario della villa di Tres Rios a San José e a Gio- vanni Sulliotti. direttore della ditta farmaceutica «Candidi» presso la quale Freda sperava di trovare lavoro. Barnabò non è comunque l'unico personaggio che ci riporta oggi complicità strette più di dieci anni fa. quando sui treni scoppiavano bombe che ancora non uccidevano e piazza Fontana era solo una tappa prevista nella strategia della tensione. Da Catanzaro arriva infatti insistente la voce che anche il «conte rosso», alias Pietro Loredan di Volpago del Montello ha avuto una parte importante nel soggiorno in America Latina dei due terroristi neri. Loredan. che. prosciolto in istruttoria, lasciò l'Italia nell'estate del '73, abbando- llando ad altri la cura dei suoicelebri vigneti di Venegazzù e ! del falco pellegrino che usava | tenere sulla spalla sinistra, sarebbe stato il primo punto d'appoggio sia per Freda che per Ventura al loro arrivo in Argentina. Le indagini sui protettori dei due latitanti includonoperò, oltre al gruppo veneto, anche un gruppo calabrese. Ein questo vanno cercati i pri-mi organizzatori delle fugheda Catanzaro. Nomi se nefanno diversi, si parla anchedi mandati di comparizione.Ma certezze ce ne sono poche, Ha smentito con sdegno Demetrio Mauro, titolare dei l'industria di torrefazione del caffè di Reggio Calabria. Di lui si parlava con insistenza da alcuni giorni, qualcuno so steneva che prove precise contro di lui fossero contenu- j Ste nei dossier sequestrati a vamVbCzSan José. j qI giudici di Catanzaro han- ; pno comunque deciso di non 1 rinviare ancora l'interrogatorio di Freda, che da ieri non è più in isolamento: saranno a 1 Roma venerdì mattina e alle j 11,30 l'ex procuratore legale I comincerà, se vorrà, a rispondere alle loro domande. La comunicazione giudiziaria che gli è stata fatta arrivare a Re¬ ! bibbia riguarda il reato di espatrio clandestino e falsità materiale in passaporto. Ma è stato avvertito che potrà es sere sentito anche in relazio ne «all'eventualeesportazione illegale di imluta». Il riferi-1 i mento é ai 50 mila dollari de positati il 6 agosto scorso nel la banca di Cartago. Cos'altro c'era nelle valigie arrivate in Italia sull'Hercules C 130? A Catanzaro si dice che i magi strati Ledonne e Vecchio znririchanno cominciato appena ieri mattina lo spoglio del mate-j riale e c'è parecchia irritazione per le fughe di notizie. L'u-1 nica conferma riguarda alcu- \ ne carte scritte in spagnolo che Freda aveva con sé. Ma cosa significa questo ; tuffo nel passato, questo ritorno obbligato alle carte più i antiche del processo di Catanzaro, che parevano ormai usciti di scena? Certo è che I Barnabò e Loredan ebbero, nella storia della cellula nera ruoli assai diversi. Il primo non è mai entrato nelle vicen- ' de processuali: la sua figura è quella di un amico molto po1 tente e sempre presente ac i canto a Ventura nei momenti I più delicati, n suo nome è accuratamen ! te segnato nell'agenda di ventura alla data del 18 apri ie del '69. Si dovevano vedere aue 8,30 di sera e subito dopo I l'editore aveva un altro ap puntamento che riuscì a can- ; celiare in maniera cosi perfet ta da renderlo illeggibile. I magistrati sono sicuri che. la-1 sciato Barnabò. Ventura partecipò con Freda, Pozzan e il (personaggio alla famosa riu-1 1 nione. venuto da Roma, nella i quale fu organizzato e messo j Sa ve a punto il piano eversivo dei mesi successivi. Ma Barnabò è accanto a Ventura nel momento in cui bisogna convincere il giudice Calogero che il teste Lorenzon ha ritrattato la sua accuMarco Barnabò sottoscriuna dichiarazione nella j quale afferma di esser stato ; presente «allorché il Loren- zon aveva confessato spontaneamente al Ventura di aver riferito all'autorità giudiziaria circostanze false sul suo conto». Piero Loredan invece com¬ pare nelle carte del processo soprattutto come cointeressato all'impresa editoriale della Litopress che Ventura mise in piedi nell'aprile del '69 per riuscire ad infiltrare ambienti di sinistra. Nell'estate de) '73 un «collega» mostra a Lorenzon un passaporto appena rinnovato: «E' del conte Loredan» gli dice, «ha venduto i suoi terreni e sta partendo per l'Argentina...». Cinque anni più tardi lo seguono anche Freda e Ventura. Sandra Bonsanti