La «battaglia della Marmolada» tra montanari veneti e trentini di Alfredo Venturi

La «battaglia della Marmolada» tra montanari veneti e trentini Tornano le polemiche dopo la visita del Papa La «battaglia della Marmolada» tra montanari veneti e trentini Si litiga per il confine regionale sul ghiacciaio della montagna dolomitica - A molti dà fastidio che il paese del pontefice Luciani sia amministrato da un sindaco comunista DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MARMOLADA — «Poi anche lei ci volterà le spalle», diceva domenica sul ghiacciaio avvolto dalla bufera, durante la lunga attesa del Papa, una guida dell'alta Val di Passa. «Lei» è la Madonna, o per meglio dire una statua della Madonna, la scultura di Franco Fabiane che ha ricevuto la benedizione di Wojtyla. La statua sarà sistemata in una caverna sulla parete meridionale della montagna, voltando così le spalle, almeno fisicamente, alle vallate dell'Alto Trentino. Il tocco polemico dell'alpinista fassano rientra in quella che un po' pomposamente è stata definita «la battaglia della Marmolada». Una battaglia in carte da bollo che ri¬ guarda il confine fra due regioni. Trentino-Alto Adige e Veneto, fra due province, Trento e Belluno, fra due comuni. Canazei e Rocca Pletore. Il confine taglia a metà il ghiacciaio, la parte orientale ai veneti, l'occidentale ai trentini. E' sempre stato cosi, fin da quando l'innocuo confine intercomunale era frontiera di Stato, e i cacciatori alpini dell'esercito imperial-regio vi avevano costruito una specie di Maginot sotto i ghiacci. Ora Canazei chiede la rettifica, è di alcuni anni fa il ricorso al Presidente della Repubblica, della cosa si sta occupando una commissione del Consiglio di Stato. I trentini vorrebbero che la linea, secondo il principio del «confine naturale» passasse lungo la cresta sommitale della Marmolada, cosi da lasciare l'intero ghiacciaio sotto la loro giurisdizione. La cerimonia di domenica, organizzata dai bellunesi, ha ravvivato la polemica, il sindaco di Canazei non ha mancato di parlare di «strumentalizzazione», nonostante un rassicurante telegramma della curia vaticana: «E'un avvenimento puramente religioso». Questa stessa delimitazione del contenuto e del significato della visita papale, del resto, è stata invocata dal vescovo di Belluno. Maffeo Ducoli. per impedire al sindaco di Canale d'Agordo di prendere la parola davanti a Wojtyla. Il sindaco di Canale. Toni Cagliati, è comunista, e nel breve indirizzo che aveva pre¬ parato si era soffermato sui problemi economici e social; delle valli di Albino Luciani, il suo illustre concittadino. Aveva mandato il testo in Curia, per conoscenza, e dalla Curia lo hanno invitato a tacere. In realtà, dicono al municipio di Canale, a «loro» non va giù che il villaggio di Luciani sia amministrato da uomini di sinistra. Eppure il sindaco aveva dato prova di un ben collaudato ecumenismo, auspicando con formula tipicamente berlingueriana che la visita di Wojtyla servisse a favorire «l'unità delle forse democratiche, laiche e cattoliche». Tema scabroso quassù, in un Veneto bianco che contempla con disappunto le sue piccole chiazze rosse. Alfredo Venturi Marmolada. Il Papa, imbacuccalo per difendersi dal freddo, viene sorretto perché non scivoli sul ghiaccio (Telefoto Ansa)

Persone citate: Albino Luciani, Franco Fabiane, Luciani, Maffeo Ducoli, Rocca Pletore, Wojtyla

Luoghi citati: Agordo, Belluno, Canazei, Trento, Veneto