Trattative Usa-Iran per le forniture di armi (già concordate con lo Scià)

Trattative Usa-Iran per le forniture di armi (già concordate con lo Scià) Si rinsaldano i rapporti tra la Casa Bianca e Khomeini? Trattative Usa-Iran per le forniture di armi (già concordate con lo Scià) «Teheran ha bisogno di questi armamenti» ha detto un funzionario di Washington - Il valore delle ordinazioni raggiunge i 5 miliardi di dollari - Aspre polemiche in America NEW YORK — Due giorni dopo aver annunciato la fornitura di diesel e kerosene americani all'Iran «una tantum-, la Casa Bianca ha reso pubblico che «discussioni sono in corso sulla vendita di armi» all' ayatollah Khomeini. Le armi — elicotteri, cannoni, mezzi motocorazzati, munizioni, pezzi di ricambio — raggiungerebbero i 5 miliardi di dollari. Farebbero parte di un'ordinazione dello Scià per 12 miliardi di dollari, annullata dal governo rivoluzionario iraniano appena preso il potere. Un alto funzionario ha dichiarato che «le discussioni sono confuse perché da Teheran giungono richieste contraddittorie». «Ma l'Iran ha bisogno di queste armi», ha aggiunto dicendo: «La rivoluzione ha distrutto parte dell'arsenale militare, decimato gli ufficiali, reso vana la manutenzione». La notizia della Casa Bianca ha suscitato subito polemiche reazioni in America. Già l'annuncio delle forniture dì diesel e kerosene aveva scosso la pubblica opinione, al punto che un operaio aveva impegnato Carter in un secco dibattito durante la sua crociera sul Mississippi. Ma adesso si sono levate da più parti accuse di «complicità» nello sterminio dei curdi, e difficilmente il presidente, che è rientrato ieri a Washington dalla sua «vacanza di lavoro-, potrà esimersi da un chiarimento. All'operaio, Carter aveva risposto di non nutrire simpatia per il regime dell'ayatollah, ma di dover tenere presente che l'Iran è uno dei principali fornitori di petrolio degli Stati Uniti. La sua posizione sulle armi non è dissimile: egli è assolutamente contrario alla repressione dei curdi, ma deve tenere presente che l'Iran è in una posizione strategica importante. L'alto funzionario ha asserito che «non risulta in nessun modo che le armi possano essere usate contro i curdi» e che «se sorgesse il problema, gli Stati Uniti imporrebbero delle condizioni precise». Egli ha fatto capire che si accerterebbero del loro impiego «per la difesa nazionale» e non per operazioni di polizia contro le minoranze. Sia la fornitura di diesel e kerosene che le discussioni sulle armi confermano che la Casa Bianca mira a stringere buoni rapporti con l'ayatollah Khomeini, nonostante gli attacchi verbali di quest'ultimo. Il Pentagono ha precisato che, anche dopo la rivoluzione, 16 istruttori militari americani sono rimasti in Iran, e un centinaio di ufficiali dell'esercito iraniano sono venuti in Ame¬ rica. Il ragionamento del presidente Carter è che l'ayatollah può essere più. facilmente influenzato divenendogli amici che nemici. Preoccupa in modo particolare gli Stati Uniti la prospettiva di una rivolta contro Khomeini capeggiata dalle sinistie e con simpatie sovietiche. Essi temono una escalation del conflitto interno coi curdi non solo per una questione di diritti civili, ma perché esso potrebbe destabilizzare tutto l'Iran. Il ministro uscente dell'energia Schlesinger ha detto apertamente che «sovversione e terrorismo d'importazione» sono già in atto nel Paese, e. c.

Persone citate: Khomeini, Schlesinger