Milan, l'anti-mago sorride

Milan, l'anti-mago sorride Milan, l'anti-mago sorride Giacomino Vallenatore-manager, vede «crescere» i rossoneri - Spiegazioni chiare Mai le squadre di serie A sono partite cosi bene in Coppa Italia: mercoledì hanno vinto tutte, eccetto il Perugia che ha pareggiato a Bari e l'Avellino bloccato a Verona. L'Inter ha riposato, la Juventus può aspettare il turno finale. Al cronista giovane e distratto che. l'altra notte a Piacenza, diceva a Giacomini: ..Cosi siete l'unica delle grandi ad ai'er vinto-, l'allenatore del Milan replicava pronto: «Dimentichi il Torino, l'impresa dei granata a Palermo è forse la più significativa di tutte-. Neppure nella bagarre di un dopopartita festoso, in uno stanzone saturo di umidità e di caldo. Giacomini ha perso la freddezza che ne fa un personaggio nuovo dell'eterogeneo gruppo dei tecnici della serie A. Giacca e cravatta, capelli appena lunghi, volto più giovane di quelli di Albertosi e Capello. Giacomini è l'antimister del campionato. Sa certamente nascondere ciò che non vuol dire, ma ha le risposte sempre precise, piene di dettagli. Alla banale domanda di rito («E' soddisfatto?») rispondeva con un .si» commentato: -Primo tempo e finale di gara buoni, all'inizio della ripresa la squadra si è un po' sfilacciata. Pecche da ovviare. Direi che il nostro difetto principale, non dico certo l'unico, è una lentezza, relativa s'intende, nel lanciare l'azione d'attacco. Questione di riflessi, di velocità. Proprio alla ingilia della partita, a Milanello, abbiamo insistito sulla velocità-. Chiede testimonianze ad un collega milanese: «Non è vero, Laiolo. tu che c'eri?», e fa capire agli assenti che bisogna andarlo a veder lavorare questo suo Milan. E prosegue, appena sollecitato dalle domande. «Si, Carotti è andato male. Ma è un ragazzo, forse ho preteso troppo da lui in questo periodo. SI, Antonelli dribbla un po'troppo, però è una sua caratteristica da limare, non da cancellare. E'il nostro regista avanzato. Sì, Baresi è un fenomeno. E' un'altra cosa. E' bello averlo con noi, poterlo presentare al pubblico. E' bello averlo dietro a darci sicurezza, vederlo partire in affondo. Si, abbiamo solo segnato su rigore, ma le azioni erano da gol, pulite, ed il Monza ha giocato una ottima gara difensiva-. Giacomini disarma, e sorprende chi non ha ancora famigliarità con lui nel rapporto quotidiano. I tempi degli strepiti di Oronzo Pugliese, delle ironiche battute a mezza voce di Scopigno, della sciarpa e del colbacco di Giagnoni sono ancora vicini ma sembrano distanti anni luce. Il giovane tecnico del Milan fa ancora un passo avanti rispetto a tipi come Radice e Trapattoni. che pure hanno già dato un salutare scossone al mondo degli allenatori. La stagione che va ad incominciare dirà se i tempi per un tecnico-manager freddo e calcolatore sono già maturi. Intanto c'è questo Milan che gioca e ragiona, che non si nasconde i problemi e li affronta con decisione (a cominciare da quello dei premi, risolto anche per quanto riguarda il campionato). L'impostazione della squadra è piacevole: l'anno scorso di questi tempi Liedholm era ancora alla ricerca dell'inquadratura tipo, ora Giacomini sulla base trovata poi per strada dal tecnico svedese (comunque in tempo per lo scudetto) apporta ritocchi importanti. Attenzioni per la difesa, con De Vecchi pronto a fermarsi quando Baresi si sgancia, a coprire la zona di Collovati che va a fare il libero: ancoraggio di Antonelli alla zona centrale, dove un suo eventuale errore (palla persa per eccesso di dribbling) è meno pericoloso per la barriera Buriani - De Vecchi Bigon. più movimento in area avversaria. Chiodi è in grosso progresso, i due gol su rigore sono stati solo una conferma della sua abilità dagli undici metri, ma la nota positiva è data dal movimento che il centrattacco ha saputo operare, dal tiro al volo nella ripresa su cross di Baresi, da alcuni colpi di testa, dalla rapidità nell'uno-due con il compagno Un ulteriore salto di qualità può darlo un Novellino (assente a Piacenza per infortunio) con la testa a posto. Ce la farà? Giacomini assicura di si. Intanto, il Milan sta diventando la squadra di serie A più «straniera., del campionato. Tanti tiri pericolosi scoccati da fuori area nella stessa partita (chiederlo al portiere monzese Marconcini) li abbiamo visti operare solo da centrocampisti inglesi o tedeschi. «Non è un caso — spiega ancora Giacomini —. abbiamo gente che sa calciare forte e bene, perché non approfittarne?-. Giusto «mister». O meglio, giusto dot¬ tore. Bruno Perucca

Luoghi citati: Bari, Italia, Palermo, Piacenza, Verona