Fra i bambini di «Estate ragazzi» c'è chi non aveva mai visto i fiori

Fra i bambini di «Estate ragazzi» c'è chi non aveva mai visto i fiori Trentuno piccoli ospiti d'una villa ottocentesca a Levone Fra i bambini di «Estate ragazzi» c'è chi non aveva mai visto i fiori Soggiorno di una settimana a cura del Comune nel verde del Canavese, con insegnanti e animatori - Passeggiate, partite a calcetto - Il fascino della «luce blu» Il ..murale» campeggia, pieno di mulini a vento, fiumi blu. cieli azzurri, prati rossoverdi e grandi soli arancioni, sul muro esterno della villa ottocentesca di Levone Canavese. Qui sono alloggiati i bambini di ..Estate ragazzi», insieme ai loro insegnanti e agli animatori del Comune. La grande villa ocra li accoglie per una settimana, affondata nel verde, in un paesino tanto piccolo da sembrare finto, con antiche cascine, carretti agricoli, anziani contadini taciturni. Siamo stati un pomeriggio con i 31 bambini nel giardino della villa: raccogliendo impressioni, racconti, tra l'allegro chiacchiericcio, i girotondi nel cortile, le interminabili partite a calcetto. Maurizio di 11 anni «si stanca a passeggiare», mentre Flavio di 8 al contrario «è felice delle passeggiate nei boschi». Stefania. 11 anni, parla volentieri, un po' timida, e un po' piena di voglia di comparire sul giornale: «Mi piace raccogliere i fiori. Qui sto bene: prima ero già andata in montagna a Lillianes e poi alla Mandria in campeggio. Quello del campeggio è una vita più scomoda, però piena di cose divertenti». Massimiliano. 11 anni e mezzo, è alla sua quinta esperienza di vacanze senza genitori, e racconta con foga: -Io gioco al calcio in una squadra vera. E qui mi piace perché posso giocare sempre. E poi il direttore è simpatico ed ha la barba». I bambini si affollano, incuriositi dal fotografo e dalla novità di essere interpellati come adulti. Parlano tutti insieme, narrano la loro giornata. Vengono fuori valutazioni di tutti i tipi. Giuseppe di 10 anni è perentorio: «Si mangia anche bene qui; e poi si sta insieme, si gioca». Massimo, 9 anni, ha un chiodo fisso in testa: «Io aspetto soprattutto la caccia al tesoro di dopo cena». E il tesoro cos'è? . Un pezzo di cioccolato; ogni sera qualcuno lo vince e poi lo mangiamo insieme». Fabrizio, invece, è attratto soprattutto dai film che vengono proiettati due volte la settimana. Dice: «Il film di ieri sera; "Manu, il figlio della giungla", era molto bello, ma a me ne piacciono anche altri». Interviene un altro bimbo: «A me è simpatico Bud Spencer ed anche i film di karaté». Gli fa eco Fabrizio: «A me interessa anche lo spionaggio». Mentre un gruppo si aggira per i grandi corridoi con il volto coperto da enormi maschere di cartapesta costruite da loro, altri giocano a carte, altri ancora si rincorrono, alcuni fanno capannello, parlando fitto fitto tra loro. Ma i racconti non sono finiti e si arriva lentamente al clou della giornata: la sera. Dopo il film o la passeggiata in paese i bimbi salgono nelle camerette, ognuna ne ospita tre. Massimo spiega, con una punta di mistero, queste loro meravigliose serate: «C'è sempre una lucina blu accesa in camera che crea una buona atmosfera e noi ci parliamo, delle nostre cose o ci raccontiamo barzellette». Rimane perplesso quando gli diciamo che anche in città potrà avere ìcetto una luce blu. comprando una semplice lampadina. «Ma a me sembra che non sia possibile» ci dice e lo lasciamo al suoi dubbi. I trentun bambini, di una vivacità incredibile, «mai stanchi» come sottolineano insegnanti ed animatori invece esausti dalle passeggiate nei boschi, sono i tipici bimbi d'oggi, abituati alla città, affascinati dalla campagna, curiosi di tutto. «Ieri alcuni ragazzini hanno scoperto i fiori — dice una animatrice —. Mentre oggi una bimba si è avventata sulle ortiche per raccogliere; è rimasta molto male quando ha scoperto che quella strana erba punge terribilmente». Aggiunge il direttore. Carlo Cicchelli: «La città ci intossica un po' tutti e i bimbi sono i primi a risentirne». Mentre i bambini perdono interesse alla novità e ricominciano i loro giochi, arriva il più piccolo di tutti: Daniele 6 anni, tutto nero, timido. Anche lui vuole dire qualcosa: «A me piace stare qui — incomincia con la sua vocina stentata —. Anche se mi manca la mamma. Io sto sempre con lei e non voglio andare a scuola quest'anno». Si rabbuia, forse la nostalgia lo ha ripreso più forte, ma i compagni più grandi si incaricano di distrarlo, lanciando una proposta sempre affascinante: ../Indiamo a giocare a cai- Marina Cassi Nel cortile della villa i bimbi mostrano oryonjiosi le maschere clic hanno costruito

Persone citate: Bud Spencer, Carlo Cicchelli, Marina Cassi

Luoghi citati: Levone, Lillianes