Una «placca» d'acciaio che viene dalla Spagna

Una «placca» d'acciaio che viene dalla Spagna Per ridare speranza a un giovane Una «placca» d'acciaio che viene dalla Spagna Un giovane di 23 anni. M. T., è immobilizzato da due settimane al Maria Adelaide, Istituto chirurgico ortopedico, per una frattura alla sesta vertebra cervicale. Tuffandosi una domenica nel lago di Viverone ha picchiato la testa contro un sasso rimanendo completamente paralizzato. Cinque giorni fa il direttore prof. Camillo Lievre lo ha operato e per la prima volta in Italia ha applicato alla spina dorsale lesionata una placca metallica che un medico della sua équipe è andato a prendere in Spagna. Dice il chirurgo: «Non abbiamo fatto un miracolo, ma abbiamo semplicemente aumentato le possibilità di guarigione del paziente. Se le strutture nervose, non sono state interrotte il giovane potrebbe anche riprendere l'uso delle gambe e delle braccia». La placca è un rettangolo d'acciaio di pochi centimetri ideata dagli specialisti del prof. Villa-Rubias di Barcellona e in Spagna viene applicata da tempo. Una volta piazzata a cavallo della vertebra fratturata, consente di esercitare sul paziente quelle manovre di riabilitazione altrimenti impossibili con la lesione libera o con il gesso che mai dà la certezza di una giusta riduzione della frattura. L'intervento è durato un'ora e mezzo e il prof. Lievre ha dovuto raggiungere col bisturi la vertebra lesionata attraverso la parte anteriore del collo, metodo collaudato dagli ortopedici e dai neurochirurghi per le malattie del rachide cervicale. Lo stesso chirurgo si è avvalso della sua esperienza acquisita fin dal '65 negli Stati Uniti, quando gli americani descrissero un nuovo modo per curare i guasti dell'artrosi cervicale. La placca, arrivata poche ore prima da Barcellona (è andato a prenderla il dott. Achille Nava). è stata fissata dopo che il prof. Lievre ha ridotto la frattura con un innesto osseo prelevato dalla zona iliaca. rettangolino di acciaio — dice — è stato fissato dalla quinta alla settima l'ertebra facendolo aderire perfettamente allo scheletro, grazie ad una precedente sagomatura e fissandolo con delle vili. Gli effetti di questo tipo di in terven lo si sono visti tre giorni dopo: il paziente dimostrava già una certa ripresa della sensibilità il che dà adito a una certa speranza». «Perché solo oggi questo tipo di intervento in Italia?» 11 prof. Lievre ha spiegato che il Maria Adelaide, come istituto ortopedico, ha sempre cercato di mantenersi a livello con i tempi e che appena si è presentata l'occasione la sua équipe non ha esitato ad intervenire con un metodo diverso e consigliate dagli specialisti spagnoli. Dice: «Nell'ambito della traumatologia moderna l'intervento chirurgico nelle fratture vertebrali none un'acquisizione recente: lo è invece il modo di affrontare subito il problema. Oggi vale la massima di un collega americano: "Ore meglio die giorni, giorni meglio che settimane"». Continua: «Soltanto con l'immediata riduzione della frattura alla spina dorsale si può portare sollievo alle strutture nervose compromesse e quindi, se non vi è stata interruzione del tessuto nervoso, sperare ragionevolmente nella ripresa delle funzioni nei territori dipendenti dai nervi interessati. La chirurgia ha quindi lo scopo di risolvere la paralisi o comunque, anche se questo non avviene, di facilitare un precoce trattamento riabilitativo o anche semplicemente di far assumere al paziente posizioni diverse». Come sta adesso M. T.? ...Dopo l'intervento c'è. stata una parziale ricomparsa della sensibilità nel territorio danneggiato dalla puralisi. Se recupero ci sarà, sarà molto lento e con un lungo trattamento riabilitativo e una lunghissima degenza». c. S. !Lii<LL><L[iitiiirisiiiii!iiiiiiiaii!iiiiiiiiitii)iii>iiMetiJiiiiM9iiaiiiii iii;iiiii!tiittiii«<ltillMllfl>uai

Persone citate: Achille Nava, Camillo Lievre

Luoghi citati: Barcellona, Italia, Spagna, Stati Uniti