Portati via per mare i fratelli Casana La madre: «Fatevi forza e state calmi» di Vincenzo Tessandori

Portati via per mare i fratelli Casana La madre: «Fatevi forza e state calmi» Portati via per mare i fratelli Casana La madre: «Fatevi forza e state calmi» II nostro iiuìato ci telefona dalglesias: Antichi fantasmi sono comparsi all'improvviso anche in questo lembo di Sardegna, il cancro dei sequestri ha aggredito una zona ritenuta tranquilla e da mercoledì pomeriggio due fratelli torinesi sono prigionieri dei banditi. Per la loro vita si pretendono due miliardi. E" cominciata cosi una nuova, penosa attesa. Si aspetta una lettera e con essa una richiesta più sensata, ma anche la prova che gli ostaggi sono vivi. Il dramma che si vive qui. fra le montagne del Sulcis, è un dramma che quest'anno nell'isola è stato vissuto già quindici volte, troppe. Una catena, temono gli inquirenti, che forse non si è ancora interrotta. Rapiti Marina e Giorgio Casana. di 16 e 15 anni, abitano a Torino in via della Rocca 31. Li hanno catturati mentre prendevano il sole su uno scoglio, oltre Capo Pecora. Un'aggressione improvvisa, dal mare. Una breve e inutile contrattazione, la fuga con i prigionieri, la promessa di inviare istruzioni per scritto, secondo una liturgia vecchia e sinistra. La brutta storia comincia mercoledì mattina. Giorgio e Marina Casana come ogni giorno scendono al mare. Con loro i genitori, Roberto, 42 anni, impiegato a Milano in una società della Banca Nazionale del Lavoro, e Anna: il conte Giovanni Balbo. l'amica Adriana Sartorio col figlio Giammaria, che ha frequentato con Giorgio il liceo scientifico al San Giuseppe: l'anno prossimo, in terza, saranno ancora insieme. La ragazza studia al linguistico Adoration, farà il quarto anno. Per le vacanze vivono in località S. Angelo, in una fattoria che è a mezza montagna. La casa è sede della società ..Bonifica Santa Vittoria»; 1300 ettari di montagne e bosco, due dipendenti, 1500 pecore, un giro d'affari sui 70-100 milioni, bilancio in pareggio. Il mare dista circa venti chilometri di strada tormentata. Dal 21 luglio, giorno dell'arrivo in Sardegna, quasi quotidianamente il gruppo si trasferiva in cerca di «un angolo solitario di paradiso». Come sempre. Sono almeno vent'anni che la famiglia trascorre le vacanze in una Sardegna differente da quella ricca, dorata e artificiale che si crea e finisce ad ogni stagione su al Nord, verso la Costa Smeralda. Ma il nome di Casana ha provocato l'avidità di qualcuno. L'azienda è grande e questo può rappresentare una calamita sufficiente. Il padre di Roberto Casana. barone Pietro, è amministratore delegato della società ..Santa Vittoria». Precisa Roberto Casana: «Possiede il 5 per cento delle azioni. Ma è rimasto l'unico fra i soci fondatori; per questo gli hanno dato la carica». Forse proprio l'incarico ricoperto ha confermato ai banditi che la famiglia po teva essere un obiettivo utile. Invece, chiariscono i Casana, non ci sono «ricchezze nascoste». Dunque l'altra mattina la gita, il bagno. Poi il dramma che scoppia all'improvviso. A ventiquattro ore di distanza il ricordo di quei momenti è forse ancora più nitido nella mente dei protagonisti. Parlo con loro nella casa di S. Angelo. Fanno enormi sforzi per dominare i nervi, per non lasciarsi travolgere da una situazione che deve essere pesante come un macigno. Anna Casana è puntuale nel racconto, il marito riesce ancora a mostrarsi ironico. E anche questo vuol dir coraggio. Dicono: «Erano circa le 13.50. Non avevamo ancora viangiato. Tutti al sole e sotto di noi il mare e ogni tanto una barca. C'era silenzio, come sempre. Ce li siamo trovati alle spalle e non avevamo sentitoniente». Lo scoglio è ad alcune decine di metri dalla costa. Per ruCdsussbtigIucc3nnpisitrIsgdatvtmrtipcridQmctc raggiungerlo di solito viene usata una imbarcazione: i Casana e gli amici c'erano andati con il gommone. Ma forse anche via terra, seguendo una specie di sentiero di massi affioranti dall'acqua, è possibile raggiun gere lo scoglio. Subito si presentano tre banditi e poi altri tre. Racconta Roberto Casana: «Avevano i volti coperti da passamontagna, in tre imp».gnavano armi. Il capo con una rivoltella, poi un secondo con un fucile a canne mozze e un altro ancora con un mitra Mab». Il capo sui 30-32 anni, gli altri più giovani. Parlavano, dice il funzionario di banca, «un italiano perfetto, soltanto con leggera in flessione sarda». L'uomo ha dapprima pensato ad uno scherzo. I banditi infatti aveva intimato alle vittime di mettersi faccia a terra: «"Questa è una rapina". Ita gridato il capo e io ho pensato che era difficile rapinare gente in costume da bagno», dice Roberto Casana. Ma poi altri hanno aggiunto: «Fermi tutti, è mi sequestro. Rendetevene conto». Hanno cominciato a legarli. Agivano con calma, da esperti. Non c'era molto da discutere di fronte alle armi spianate. Roberto Casana tenta di intavolare una trattativa rapida, ma non ha fortuna. .Ho chiesto quanto volevano e per riposta uno ha aperto il palmo della mano per dire "cinque". Quanto? ho insistito. Cinque miliardi, mi ha risposto. Non c'era niente da fare. Ho cercato di far capire loro che forse cento milioni con i prestiti de- gli amici potevo anclie trovarli. Ma era il massimo. Ho spiegato qual è la situazione della società, il significato della carica ricoperta da mio padre. Pretendevano dì vedere l'atto notorio e ho detto loro che anche quello non era possibile». E' un colloquio difficile, va avanti venti minuti, lì su quel¬ lo scoglio sotto il sole e forse sotto gli occhi della gente che ogni tanto passa dal mare. I rapitori si consultano più volte fra loro, a bassa voce. Poi la nuova richiesta: due miliardi. Anch'essa inaccettabile. Cosi hanno deciso di andarsene con i ragazzi. Anna Casana: «Ho detto ai miei figli dì farsi forza e di star calmi. La gente, qui, mi rassicura, dice che i rapitori trattano bene gli ostaggi». Prima di allontanarsi i banditi hanno messo un orologio vicino al viso della signora Anna Casana e hanno intimato: «Non muovetevi prima di tre ore o peggio per tutti». Poi sono fuggiti col gommone e forse con una barca. Dove sono nascosti? Nella zona ci sono dozzine di grotte, vecchie miniere di carbone ormai abbandonate. E poi i boschi, gli anfratti naturali. Li cercano dappertutto; i carabinieri del gruppo di Cagliari, del battaglione Sardegna, gli uomini della squadra mobile e della Criminalpol con gli elicotteri e i cani. Più di trecento persone sono impegnate nella gigantesca caccia. Ma trovare servi-pastori che si nascondono non è facile e questo i banditi lo sanno. Così forse non rimane che l'attesa. Si parla di preparazione della gang, di basista sul luogo e si parla anche di un ..capo» organizzatore. Dice il sostituto procuratore della Repubblica di Cagliari dott. Ettore Angiò: «Forse il capo viene da fuori e si è servito di elementi della manovalanza locale». Si cerca un giovane con una cicatrice sul volto che domenica a Buggerrti voleva affittare un motoscafo. Ci sono battute, a sera sono stati arrestati due giovani per porto abusivo di arma. Con questa brutta storia, però, non sembrano entrare, almeno per il Momento. Vincenzo Tessandori Marina Casana. 16 anni, una ragazza dolce e gentile

Luoghi citati: Cagliari, Milano, Santa Vittoria, Sardegna, Torino