Via ai mondiali fra problemi e polemiche di Maurizio Caravella

Via ai mondiali fra problemi e polemiche A Valkenburg in Olanda i ciclisti italiani riscoprono il conflitto Moser-Saronni Via ai mondiali fra problemi e polemiche Il trentino avrebbe voluto rimanere a casa fino a domani per rivale non è sicuro della lealtà di Francesco - Quale sarà il curarsi la tracheite ed essere sicuro di guarire - Il suo amicoruolo di Battaglin? - Contestano anche Beccia e Gavazzi DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VALKENBURG — Boschi e colline intorno, cielo a tratti sereno e a tratti cupo, folate di vento improvvise, che arrivano e spariscono subito, come un ammonimento. Valkenburg, cittadina quasi al confine con la Germania, per i vecchi signori olandesi è la località di villeggiatura: chi è attratto dal relax e dal verde, chi dalla «roulette». Le biciclette, qui, sembrano delle intruse. Ospiti scomodi che disturbano. Disturbano anche i corridori, confinati in alberghetti di periferia, e i giornalisti, che se: proprio vogliono fermarsi devono magari accontentarsi di soffitte e se proprio vogliono farsi la doccia, il rischio è loro, perché l'acqua può mancare all'improvviso. Resti tutto insaponato e ti devi arrangiare, anche se il prezzo è quello di un nostro hotel di prima categoria. Va tutto bene, anzi deve andare bene per forza, il campionato del mondo di ciclismo è anche un «business» e gli olandesi, qui, ti fanno capire che se non ti va puoi andartene, chi ti ha chiamato? Gli azzurri di Martini, carichi di valigie e anche di pro¬ blemi, sono approdati in questo posto che a prima vista sembra ospitale (ci sono bandierine dappertutto, imposte dagli organizzatori) e invece non lo è, dopo sei ore di viaggio, prima in aereo e poi in pullman. Il meno soddisfatto era Moser, che sarebbe rimasto volentieri a casa un paio di giorni, per curarsi la tracheite. Dice il medico della Sanson, dottor Falai: «.Ero stato io a consigliarlo così: sarebbe sicuramente guarito più in fretta. Ha smesso con gli antibiotici, ma non è ancora del tutto a posto. Martini ha voluto che partisse con gli altri, per l'armonia della squadra. Non so se ha fatto bene». Sicuramente non ha avuto torto del tutto, Visto che Saronni ha commentato, piano: «Se lui fosse partito venerdì, io sarei partito sabato*. Diciamo che è uno scherzo a metà. Vorremmo sbagliarci, ma pare che i rapporti tra i due tendano al freddino. Si parlano poco. Sembra quasi che vogliano evitarsi: se sono diventati amici, non si vede. Dice Martini che l'importante è che siano amici domenica, ma non dice — perché non può — che potrebbero anche non esserlo. Spiega Saronni: «Io ho dimostrato a Moser di essere leale, nei suoi confronti: l'anno scorso, quando ero in fuga con Hinault e Knetemann, non ho tirato, per non danneggiare lui. Ora tocca a Moser dimostrare dì essere altrettanto leale con me. Io non ho problemi, vorrei che non ne avesse neppure lui». Evidentemente, non ne è del tutto sicuro. Un altro problema riguarda Battaglin: per Martini è un asso nella manica, il difficile sarà giocarlo al momento giusto. Dice Saronni: «Ormai Battaglin, dopo quanto ha fatto in quest'ultimo periodo, va considerato sullo stesso piano mio e di Moser. Ma ci sono corridori che ad un campionato del mondo rendono il 30 per cento in più ed altri che rendono invece il 30 per cento in meno: e Battaglin, mi pare, appartiene a questa seconda categoria, specie se non fa caldo». In effetti non si può parlare di un terzo capitano o almeno non ancora: anche perché Saronni e Moser possono cercare di stare al coperto fino agli ultimi chilometri e poi usare l'arma dello sprint, un'arma che Battaglin non possiede. Per questo il veneto dovrà improvvisare più degli altri, agire più con l'istinto che col ragionamento. Per lui, è difficile fare tattiche a tavolino. Non fosse per la tracheite, Moser potrebbe essere contento: non si può certo dire che Martini, escludendo dai titolari Beccia e Gavazzi, gli abbia fatto un dispiacere. I due se ne rendono conto e polemizzano. Dice Beccia: «Da quando ho lasciato la Sanson è cominciato un vero e proprio ostracismo nei miei confronti. Un esempio? Se ho perso la Milano-Sanremo, devo ringraziare proprio Moser. Ci sono corridori che godono di certe protezioni ed altri no, ed io sono nella seconda categoria. Che cosa hanno fatto più di me Mazzantini, Landoni ed Amadori per meritare il ruolo di titolari? Nella gara decisiva, la Coppa Agostoni, solo Battaglin e Baronchelli in salita sono andati più forte di me, sono stato l'ultimo a farmi staccare sul Ghisallo. Ma Moser aveva fatto una lista di tre nomi sgraditi e le due riserve sono state scelte proprio fra quei nomi». Gavazzi aggiunge: «Se Martini non mi riteneva in grado di svolgere bene il ruolo di gregario, perché allora mi | ha incluso nella lista dei quatj tordici? Sarebbe stato più logico bocciarmi subito e mettere al posto mio un gregario vero. Evidentemente, qualcuno gli ha fatto cambiare idea». Il terzo nome era quello di Baronchelli e Gibl, alla partenza da Linate, ha ringraziato Martini per la fiducia. C'è stato perfino un abbraccio. Un po' di paura, forse, l'aveva anche lui. Maurizio Caravella

Luoghi citati: Germania, Milano, Olanda, Sanremo