A Venezia gli albergatori brontolano abbiamo troppi pendolari del turismo

A Venezia gli albergatori brontolano abbiamo troppi pendolari del turismo C'è addirittura chi vuole proporre il «numero chiuso» A Venezia gli albergatori brontolano abbiamo troppi pendolari del turismo Il presidente della categoria sostiene: «Questa attività costa parecchio sul piano delle infrastrutture e rende molto poco» - Cortina d'Ampezzo ha lo stesso problema DAL NOSTRO CORRISPONDENTE VENEZIA — Venezia come Cortina: troppi turisti «pendolari» che danneggiano la clientela abituale, quella cioè che è solita alloggiare in alberghi e pensioni e che invece, come è accaduto quest'anno, ha preferito disertare sia la città lagunare che la «perla delle Dolomiti» di fronte ad un affollamento senza precedenti. Quale il rimedio? «Occorre il numero chiuso», propongono gli albergatori. A dar fuoco alle polveri della polemica erano state le dichiarazioni del dottor Arrigo Cipriani, il noto titolare dell'Harry's Bar, il locale preferito da Hemingway e da altri nomi illustri del Gothainternazionale, il quale, senza mezzi termini, aveva affermato che i turisti pendolari «gente sbracata, masse frettolose, consumano la città sema un apporto valutario, ma ansi procurando un deficit a Venezia». Pur concordando con Cipriani, il presidente dell'Azienda autonoma soggiorno e turismo avv. Fontanella non nascondeva le sue perplessità sul blocco del turismo pendolare: «Non è possibile dividere il turismo in vari settori accettandone alcuni e scartandone altri. Ogni fenomeno, economicamente produttivo, presenta risultati positivi assieme a risultati negativi». Nella polemica si sono inseriti, con dichiarazioni fortemente polemiche, gli albergatori dì Venezia e Cortina. I primi per bocca del loro presidente Piero Taddei, i cortinesi con dichiarazioni del comm. Renzo Menardi, albergatore, ma soprattutto sindaco del Comune ampezzano. Dice Taddei: «Venezia non è più. una città godibile e questo allontana il turista che sarebbe disposto a restare più giorni in città, anche nei grandi alberghi che si affacciano su San Marco o sul Canal Grande. Lo si è visto a Ferragosto: a Venezia è arrivata più gente degli altri anni, ma si è trattato di un turismo di passaggio, che non ha inciso sulle presenze nei nostri alberghi». «Ci sono troppi turisti pendolari — prosegue Taddei riprendendo il discorso di Cipriani — e questo turismo, che costa moltissimo sul piano delle infrastrutture e dei servizi pubblici, in termini monetari rende molto poco». Taddei non crede, come ha invece affermato il Coses, che i pendolari spendano in media 18 mila lire a testa per «souvenirs»: «Quello su cui bisogna puntare è il turismo residenziale, che è quello che rende effettivamente allacittà». Per il sindaco di Cortina la decisione del «numero chiuso» per contenere l'afflusso dei turisti prima o poi si dovrà senz'altro prendere. Nonostante la grande disponibilità di posti letto (35 mila) e l'attrezzatura, in particolare invernale, che permette un pas saggio di 25 mila unità, biso gnerà evitare il sovraffollamento per lenire la paralisi. In altri termini il «numero chiuso» significherebbe che quando nei grandi parcheggi . periferici non ci sarà più posto, non ci sarà posto per nessuno nemmeno in città e Cortina chiuderà le sue porte in faccia sia ai pendolari che ai villeggianti in soprannumero. Gigi Bevilacqua Venezia. piazza