Froda catturato in Costa Rica dai servizi segreti italiani? di Sandra Bonsanti

Froda catturato in Costa Rica dai servizi segreti italiani? Forse scovato il nascondiglio del nazista veneto Froda catturato in Costa Rica dai servizi segreti italiani? Un Hercules sarebbe partito ieri sera dall'aeroporto di Pisa per San José - Dovrebbe riportare in Italia il terrorista di Piazza Fontana fuggito da Catanzaro ROMA — I dubbi sull'avvenuta cattura di Franco Freda diminuiscono di ora in ora. Ma le fonti tacciono, al Viminale si conferma soltanto che anche in questo caso sarà seguita la prassi adottata per l'arresto di Ventura: la notizia sarà comunicata quando e qualora arrivino dispacci ufficiali dal Paese che lo avrebbe ospitato. Le voci circolate ieri a Roma sono però abbastanza precise. Si parla della cattura del nazista padovano che la corte di Catanzaro ha condannato all'ergastolo in territorio della Repubblica di Costa Rica. Non ci sono particolari sulla meccanica dell'operazione. Non si sa nemmeno se l'ex procuratore legale si trovi attualmente in una cella di sicurezza. In compenso si dice anche che un Hercules C 130 sarebbe partito ieri sera dall'aeroporto di Pisa diretto, come meta finale, proprio a San José, col compito di riportare Freda in Italia. E' evidente che se questa sarà la reale messa in atto dell'operazione essa ha alle spalle un intenso lavoro diplomatico. Può darsi che i due governi, quello italiano e quello della Costa Rica, abbiano trovato un accordo per ridurre al massimo le procedure dell'estradizione. Ma quali possono essere questi cavilli più o meno legali? Il fatto stesso che la notizia dell'arresto di Freda continui a ricevere solo silenzi e smentite non permette di accertare niente di più preciso. Certo è che la presenza di Freda nel Paese dell'America centrale era già stata segnalata da tempo da alcuni funzionari dell'Interpol. Forse addirittura gli stessi che si erano preoccupati di dare la caccia a Giovanni Ventura. Secondo alcune indiscrezioni i due latitanti avevano avuto modo di incontrarsi più volte sotto la comune protezione dei neofascisti che risiedono in America Latina. Il giorno di Ferragosto, quando convocò i giornalisti per comunicare l'arresto di Ventura, il ministro Rognoni aveva già dichiarato che adesso era la volta di Freda, facendo chiaramente capire che anche per lui le manette erano pronte a scattare. E' probabile dunque che se le modalità della sua cattura potranno restare a lungo un'incognita, gli spostamenti e le amicizie di Freda, gli espedienti che aveva escogitato per proteggere la propria latitanza non dovrebbero riserbare molti misteri. Forse anche tutta la meccanica della fuga da Catanzaro potrà essere chiarita. Chi aiutò Freda il primo ottobre del '78? Furono solo l'amicizia di qualche donna affezionata e di qualche fanatico seguace ad agevolare la scomparsa da Catanzaro? Oppure si mossero in aiuto dell'ex procuratore legale, complice di Giovanni Ventura e di Guido Giannettini organismi più potenti? Se cosi è avvenuto resta il giallo del perché all'improvviso quelle protezioni non siano servite più: sono crollate come un castello di carta per l'opera di alcuni abili funzionari? E' possibile dunque che Franco Freda venga restituito all'Italia molto prima di Giovanni Ventura: come è stato detto in questi giorni infatti Ventura dovrà scontare in Argentina più di due anni di carcere, per il reato di falsa identità. Resta da vedere se, abbandonato dai suoi protettori, Freda il nazista seguace di Julius Evola finirà per raccontare qualcosa del suo repertorio segreto. E' noto, infatti, che nella loro sentenza i giudici di Catanzaro hanno rimarcato con amarezza che menti e ispiratori della strategia della tensione sono rimasti sconosciuti. Sandra Bonsanti Forse sta per finire la lunga latitanza di Freda