Un aereo sfolla i turisti da Lampedusa Dopo i traghetti anche i treni nel caos di Francesco Santini
Un aereo sfolla i turisti da Lampedusa Dopo i traghetti anche i treni nel caos I sindacati autonomi tentano di bloccare il rientro dalle vacanze Un aereo sfolla i turisti da Lampedusa Dopo i traghetti anche i treni nel caos Il quadrimotore militare ha alleviato in parte le conseguenze del «timone selvaggio» - Nell'isola ancora fermi migliaia di turisti senza soldi e senza viveri - Solo sabato Evangelisti tenterà una mediazione per gli autonomi DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE LAMPEDUSA — Nel caldo torrido di Lampedusa, l'aerostazione è assediata. L'Hercules C130 staglia il suo profilo contro il sole. Il quadrimotore militare si avvicina alla pista. Nel piccolo scalo a vetri centinaia di giovani s'affannano. Il ronzio lontano dei motori mette in allarme. Tutti si accalcano, tutti vogliono partire. Il sottotenente Ettore Mastroieni rinforza i picchetti ai cancelli in ferro: quaranta carabinieri per placare l'ira di duemila «forzati» delle vacanze confinati in pieno Mediterraneo, a 60 miglia da Tunisi, da un improvviso «timone selvaggio». Sudore e mosche, sacchi a pelo e zaini, zoccoli e costumi da bagno: sono finiti i quattrini. I viveri scarseggiano. Chiudono i ristoranti e Lampedusa, paradiso dei sub. diventa un inferno caldissimo, battuto dal vento africano. Tutti vogliono fuggire. La vita comincia a farsi difficile. Si dividono i panini. Si aspetta per oggi l'arrivo di due navi militari. L'Indomito e l'Intrepido sono in navigazione da Taranto. Nell'aerostazione e sulla panchina del piccolo porto a ridosso dell'Isola dei conigli, la rabbia si attenua. Ieri tre voli militari e tre di linea hanno ridotto la tensione. Oggi 400 villeggianti potranno lasciare Lampedusa sulle navi militari, ma s'è sfiorato il dramma. Abbiamo avuto momenti di grande tensione — dice il capo scalo Felice Fanularo — si sono presentati in aeroporto in 600. forse erano 700, ed hanno detto: -Da questo momento occupiamo la pista. Comunichi alle autorità la nostra decisione: impediremo al Fokker 27 dell 'A ti in arrii'o da Palermo di atterrare. Soltanto cosi si accorgeranno di noi». Interviene un giovane freak: « Va detto che la nostra era una manifestazione pacifica, che gli alberghi cominciavano a respingerci, che le prime speculazioni sui viveri costringevano a dividere una pizza in sette». Lo interrompe Salvatore Arma. E' il tassista di Lampedusa: -Ma quali speculazioni? Ho trasportato gratis centinaia di villeggianti, non si può pretendere di arrivare nell'isola con sole 50 mila lire e rimanersene in vacanza quindici giorni con la speranza di fiocinare una cernia da 30 chili per rivenderla ». La polemica riaccende gli animi. Ieri l'altro, quando l'aereo dell'Ari è stato respinto dall'improvviso «sit-in» sulla pista, un migliaio di abitan- ti dell'isola si è dato appuntamento in aeroporto. -Se non fossero arrivati i militari da Roma — dice il proprietario del Lido Azzurro — saremmo stati noi a far sgomberare lo scalo: l'aereo è vitale, non si può consentire neppure un volo in meno». Un architetto mi¬ lanese che riesce a raggiungere la rampa dell'Hercules ha il tempo di dire: «Se non avessimo fatto cosi, saremmo ancora qui ad aspettare la nave da Porto Empedocle. Questo è il paese: ormai tutti hanno imparato, blocco stradale o blocco di aeroporto è la stessa co¬ sa. Sono arrivati aerei e navi». Il suo nome? -Renato Calcara, scriva pure, non potevo certo rimanere al soggiorno Francesco Santini (Continua a pagina 2 in sesta colonna) Palermo. Turisti a bordo dcir«Hercules C.130», al rientro dall'isola di Lampedusa (Telefoto)
Persone citate: Ettore Mastroieni, Renato Calcara, Salvatore Arma
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