Nel Piacentino si prospetta una «campagna favorevole » di Ernesto Leone

Nel Piacentino si prospetta una «campagna favorevole » Nel Piacentino si prospetta una «campagna favorevole » Non ci saranno distruzioni perché i produttori hanno rispettato i limiti della Cee - Lavorati due milioni di quintali di pomodori PIACENZA — Il 1979 dovrebbe essere l'anno del rilancio del pomodoro. La campagna annuale per la raccolta e la lavorazione del pomodoro è iniziata da qualche settimana e le prospettive vengono giudicate ottime. Le colture, più vulnerabili alle eccessive piogge che alla scarsità di piogge, appaiono in buone condizioni, mentre sul fronte dei prezzi la situazione viene giudicata una volta tanto soddisfacente. La situazione favorevole assume particolare rilievo per Piacenza che ha una lunga tradizione nel campo del pomodoro, cui è interessata sia l'agricoltura sia una consistente industria trasformatrice dei prodotti agricoli. Per la verità negli ultimi anni il settore aveva fatto registrare continue flessioni a causa soprattutto della concorrenza internazionale da parte di Paesi extra-europei in grado di avvalersi di manodopera a basso salario. A peggiorare le difficoltà si era aggiunta anche una serie di annate sfavorevoli dal punto di vista eli matico. L'inversione di tendenza è avvenuta soprattutto per effetto degli interventi economici della Cee concessi per il secondo anno. Le integrazioni comunitarie, che riparano una lunga ingiustizia nei confronti dell'Italia, hanno consentito all'industria conserviera di concordare prezzi migliori con i produttori ; i quali sono stati automaticamente stimolati ad incrementare le coltivazioni. Non si è tornati alle vastissime estensioni di terreno investite in passato (in cambio degli interventi Cee ci sono contingenti di produzione da non superare), ma la flessione è stata contenuta e c'è stato anzi un notevole incremento rispetto alle scorse stagioni. Nel Piacentino si parla di 4600 ettari coltivati a pomodoro, con un aumento del 23 per cento nei confronti del 1978. Mentre nelle aziende agricole si è posto mano alla raccolta, la lavorazione del prodotto è ripresa nei 15 stabilimenti conservieri in efficienza. Anche su questo versante si sono avute notevoli trasformazioni rispetto al passato, quando le «fabbriche di conser¬ va» nel Piacentino erano addirittura 45. La riduzione del numero non ha comportato una diminuzione delle capacità produttive: semmai è avvenuto il contrario. Come in ogni altro campo, anche qui si è avuto un processo di concentrazione: si sono chiusi gli stabilimenti più piccoli, mentre sono stati ampliati e ricostruiti ex novo gli altri. In pratica la trasformazione si è tradotta in un incremento della potenzialità effettiva ed anche in una maggiore possibilità di diversificare le lavorazioni (piselli, fagioli, ecc.) nel corso dell'anno. In questo processo Piacenza ha mantenuto insomma una posizione di primo piano nel settore delle conserve vegetali. Del resto le industrie trasformatrici locali, prima di accogliere la produzione «nostrana», lavoravano già da qualche tempo consistenti quantitativi di pomodoro proveniente dal Sud. Quest'anno si prevede che tratteranno circa due milioni di quintali di prodotto del luogo e mezzo milione di quintali in arrivo da altre regioni. Le scorte di scatolame nei magazzini sono comunque minime e le lavorazioni sono state avviate sulla base di contratti di vendita già stipulati con numerosi clienti nazionali ed esteri. Queste indicazioni sono confermate dall'ing. Giorgio Cantù. dirigente provinciale e nazionale dell'associazione fra industriali conservieri «Inca». «Per il momento — egli rileva — le previsioni sono di raccolto abbondante e di ottima qualità. Sul piano economico l'integrazione Cee ci ha permesso di fissare con gli agricoltori, ancor prima delle semine, prezzi alti, ma anche di presentarci con buone condizioni sul mercato internazionale, tanto che le nostre esportazioni hanno raggiunto piazze estere che da diversi anni erano perse». L'ing. Cantù tiene però a sottolineare che questi risultati non piovono dal cielo, ma derivano dall'impegno, dalla capacità e dai sacrifici degli operatori del settore, sia industriali sia agricoli, nonché da positivi rapporti stabiliti con la clientela straniera. Ernesto Leone

Persone citate: Cantù, Giorgio Cantù

Luoghi citati: Italia, Piacenza