Malgrado le raffinerie e le industrie il mare della Sicilia non è inquinato

Malgrado le raffinerie e le industrie il mare della Sicilia non è inquinato Millecinquecento chilometri di coste splendide incontaminate Malgrado le raffinerie e le industrie il mare della Sicilia non è inquinato Soltanto la spiaggia di Mondello è rimasta chiusa per qualche tempo causa una fogna La spiaggia di Mondello, la i principale e più frequentata di Palermo, è rimasta chiusa per un mese, ma poi deviato il corso di una fognatura che vi sboccava è stata riaperta e | dal nostro corrispondente PALERMO — Restituita ai palermitani la bellissima spiaggia di Mondello, il capitolo inquinamento a Palermo torna ai margini. Non è certo un problema di questa città quello del mare inquinato, né del resto della Sicilia, che con i suoi 1500 chilometri di coste rimane pur sempre una delle zone con il mare più incontaminato. lungo i due chilometri di arenile, è tornata a battere l'estate spensierata. E come per un gioco il mare appare fantastico, limpido, invitante e nessuno direbbe che in quello stesso punto era stata rilevata un'altissima percentuale di colibatteri. La «mappa dell'inquinamento» in Sicilia in ogni caso comprende pochissimi e limitati tratti di mare. Appena qualcuno all'altezza dei centri abitati e in corrispondenza delle pochissime zone indu striali, per lo più nelle aree chimiche dove sono in funzio ne cinque raffinerie. Ma, anche qui. occorre guardare al problema con ragionevolezza, senza lasciarsi andare a giudizi sommari. Infatti il caso di Gela nel versante meridionale dell'isola è abbastanza significativo. C'è un grande stabilimento petrolchimico dell'Anic (da lavoro ad oltre quattromila persone) che pur con tutte le possibili cautele e con il funzionamento di tutti gli impianti anti-inquinamento possibili ed immaginabili in mare qualcosa di negativo finisce per causarlo. Il fenomeno è assolutamente ristretto alla fascia di mare antistante lo stabilimento. Basta andare un poco più a ovest o ad est perché il mare torni ad essere meraviglioso. Ne sono una prova i tanti angoli delle scogliere o dei lidi sabbiosi della zona di Gela che giustamente è tra le più rinomate del turismo siciliano (anche per le rovine dell'antica città). Lo stesso si può dire per la fascia sud-orientale siciliana bagnata dallo Jonio. nel versante della costa di Siracusa, vi sono raffinerie ed altri impianti industriali che a prima vista parrebbero escludere l'ipotesi turistica in base della piena fruizione del mare. Invece tutti i pur rigorosi controlli nel Golfo di Augusta, presso il quale maggiore è la concentrazione industriale, hanno sistematicamente dato un esito positivo nel senso che la balneazione è stata costantemente permessa perché il mare non è inquinato. Lo stesso, ancora, va detto per la zona di Milazzo in provincia di Messina nella Riviera settentrionale siciliana accarezzata dal Basso Tirreno. Qui è in funzione un'altra raffineria, eppure la situazione del mare è ottima in quanto non è mai stato segnalato il minimo inquinamento. Analoghe osservazioni possono essere fatte per il resto della Sicilia. Della situazione indubbiamente favorevole, iche esclude la possibilità di logni allarmismo, va senza ] dubbio dato atto ai gruppi industriali che operano lungo le coste dell'isola, «.di nostri livelli si fa il massimo per evitare il minimo inquinamento sia marino sia atmosferico*, assicura un funzionario dell'Eni incaricato dei rapporti con gli enti pubblici siciliani. Più o meno le stesse parole è possiI bile sentirle dal responsabile della Montedison. E questo mare favoloso se lo stanno godendo in questi giorni decine di migliaia di italiani e stranieri in vacanza sulle coste della Sicilia. Antonio Kavidà

Persone citate: Anic