Iran nel caos: Khomeini dittatore?

Iran nel caos: Khomeini dittatore? Malgrado la tregua apparente che si è instaurata nel Kurdistan Iran nel caos: Khomeini dittatore? Bazargan esautorato - Tra i primi obiettivi dell'ayatollah, eliminare l'opposizione liberale TEHERAN — La calma sarebbe tornata in tutto il Kurdistan, dopo i violenti e drammatici scontri dei giorni scorsi fra gli autonomisti e l'esercito, che hanno provocato 400 morti. La radio ha annunciato che le forze dell'ordine «controllano la situazione» a Paveh e a Sanandaj. Ma anche la frontiera con la Turchia, dopo quella con l'Iraq, è stata chiusa. Un appello per «impedire il genocidio» del popolo curdo da parte delle Forze Armate iraniane è stato rivolto oggi al segretario generale delle Nazioni Unite. Kurt Waldheim da un esponente della rivolta curda, che si è firmato con uno pseudonimo e si è qualificato come segretario generale dello Yekbun, il partito per la libertà ed il progresso del Kurdistan fondato lo scorso aprile. NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEHERAN — Sembra difficile che il governo Bazargan sopravviva al doppio affronto fattogli da Khomeini. che nell'aprile scorso si sera ritirato a Qom per lasciare libero il campo al primo ministro, ma che ora minaccia di tornare a Teheran. Bani Sadr. uno dei consiglieri della rivoluzione ì dotati di maggior influenza presso l'imam, sabato ha scritto sul giornale Inqilab Islami che l'attuale governo non è adatto alla situazione rivoluzionaria: la sua debolezza è all'origine della molteplicità dei centri decisionali, non il contrario. Bani Sadr ha ripreso nell'articolo il durissimo discorso pronunciato da Khomeini il giorno precedente alla Scuola teologica di Feizieh, e ha ribadito questi concetti sabato, davanti all'assemblea degli esperti incaricata di elaborare il progetto di Costituzione, rimproverando al governo «di aver lasciato a tutta questa gente la libertà di esprimersi». Poche ore dopo, proclamandosi comandante in capo delle Forze Armate. Yayatollah ha ordinato ai capi di Stato Maggiore di inviare d'urgenza unità della gendarmeria e dell'esercito a Paveh. E' insomma il preludio all'eliminazione di Bazargan e dei suoi ministri, ha osservato un dirigente dell'opposizione lai ca. Khomeini si comporta or- mai come capo dello Stato e presidente del Consiglio, e Bazargan da tre giorni tace. Nei due discorsi pronunciati a meno di 24 ore di distanza, Vaìyatollah ha enumerato i tre obiettivi prioritari: ristabilire l'ordine nel Kurdistan, riprendere saldamente in mano l'esercito, eliminare l'opposizione liberale. Il patriarca di Qom è stato violentissimo nei confronti dei capi autonomisti, che ha definito «corrotti» e «infedeli*, e in particolare nei confronti del presidente del Partito democratico del Kurdistan iraniano, Abderrahman Ghassemlu. e del leader spirituale curdo, lo sheikh Ezzedin Hoseini: «Il Pdki è un covo di sabotatori e di corrotti, non si può continuare a lasciarlo agire indisturbato. Il suo unico obiettivo è combattere la rivoluzione: il partito dovrà dunque essere messo fuori legge, lo sheikh Hoseini e Ghassemlu dovranno essere puniti». Un attacco sorprendente: Ghassemlu viene considerato troppo moderato dai curdi estremisti, aveva partecipato alle elezioni per l'assemblea degli esperti, e domenica doveva esporre a Teheran la sua I visione dell'autonomia. Il re¬ girne di Teheran sta facendo lo stesso errore di quello iracheno scatenando contro i curdi un'offensiva che rischia di non riuscire. Negli ambienti curdi della capitale si dice che le varie versioni ufficiali sui fatti di Paveh sono false, e hanno lo scopo di mobilitare il Paese contro il movimento autonomista. La responsabilità degli scontri, dicono gli stessi ambienti, va soprattutto ai pasdar. le guardie della rivoluzione, ed al loro capo, il vicepresidente del Consiglio Mustafa Shamran: sarebbero inoltre infondate le voci secondo le quali le truppe di Jalal Talabani, leader dell'Unione popolare del Kurdistan iracheno, e quelle del generale Palisban, fedele al vecchio regime, partecipano ai combattimenti. Venerdì Khomeini si era lamentato del fatto che governo ed esercito non facessero nulla per riportare l'ordine a Paveh. Domenica il portavoce del governo. Tabatabai. ha annunciato che i militari colpevoli di disobbedienza sarebbero stati giudicati dai tribunali rivoluzionari, i quali avrebbero potuto pronunciare anche la sentenza capitale. Khomeini ha nuovamente Jean Gueyras Copyright I* Monde v per rilutili l.a Stampa (Continua a pagina 2 in quarta colonna)