Benvenuto: «Rimboccarsi le maniche piuttosto che stringere la cintola» di Mario Salvatorelli

Benvenuto: «Rimboccarsi le maniche piuttosto che stringere la cintola» I lavoratori rientrano nelle fabbriche tra inflazione e recessione Benvenuto: «Rimboccarsi le maniche piuttosto che stringere la cintola» II segretario generale della Uil punta sull'aumento della produttività nazionale - Chiede inoltre una conferenza nazionale sull'energia - La revisione del carico fiscale per i lavoratori dipendenti ROMA — «7/ movimento sindacale dell'essere un protagonista della battaglia per un aumento della produttività del nostro sistema economico, sia nell'industria sia nel pubblico impiego», ci dice Giorgio Benvenuto, segretario generale della Uil. Continua: «Piuttosto che sentirci ripetere questo autunno che bisogna stringere la cintola, io dico che occorre rimboccarci le maniche e creare le condizioni in cui sia possibile aprire sul serio possibilità di occupazione per i giovani e per gli altri che non hanno un lavoro». Oltre alla produttività, i problemi da affrontare, al momento del rientro in fabbrica, sono il riesame del carico fiscale per i lavoratori dipendenti e i pensionati, una Conferenza nazionale sull'energia, la chiusura delle controversie nel pubblico impiego, la lotta all'inflazione. Incominciamo da quest'ultima. Che cosa intende fare il sindacato? Benvenuto: «Credoche non si debbano ripetere gli errori commessi in passato, quando accettammo senza un esame critico le indicazioni che ci venivano da fonti internazionali. Penso alla politica recessiva die attuammo quando ci venne imposta con la "Lettera d'intenti" al Fondo Monetario. Credo che la lotta all'in¬ flazione si debba e si possa fare non subendo la recessione, ma diminuendo il costo del lavoro per unità di prodotto. Quindi, bisogna agire sul terreno della produttività, dell'efficienza dello Stato e delle aziende a partecipazione statale, del riordino di queste aziende. Si deve fare una battaglia nella quale ancìie il problema dei prezzi dev'essere controllato e discusso con il sindacato». Siete contrari, in questo quadro, agli aumenti delle tariffe dei servizi pubblici, quel¬ li già annunciati e gli altri che [si profilano all'orizzonte? Benvenuto: «Non siamo contrari, ma preoccupati. Questa pioggia di aumenti avviene senza un piano che assicuri, come contropartita, il miglioramento dei servizi, un programma d'investimenti, o una diversa articolazione delle tariffe. Faccio un esempio: è aumentato il prezzo dei giornali, ma senza che questo servisse a risolvere i loro problemi, perché poi è aumentata la carta. Si agisce, cioè, come se si fosse in una situazione di compartimenti stagni, ognu no diviso dall'altro, senza una visione strategica». Che cosa chiede, quindi, il sindacato? Benvenuto: «Chiediamo una discussione complessiva su questi aumenti, e che ci sia un controllo da parte del sindacato, ma anche del governo. Ci rendiamo conto che questo governo si è fatto senza un accordo sulle cose da fare, nonostante il Paese avesse bisogno di un governo non di tregua, non interlocutorio, dopo due anni che si vive, in pratica, attendendo ora luna, ora l'altra scadenza. Ancora una volta, invece, dobbiamo attendere il congresso della democrazia cristiana, poi le prossime elezioni amministrative. Tutti questi rinvìi, con governi provvisori, con programmi alla giornata, impediscono di affrontare i problemi strutturali del Paese, e mettono l'Italia in una situazione difficile, perché lo scenario mondiale è pieno d'incogni te-. I nuovi contratti di lavoro si aggiungono a queste incognite, o possono essere, invece, uno strumento per aiutare a risolverle? Benvenuto: «La Uil è profondamente convinta che i contratti si sono chiusi in modo soddisfacente, anche perché sono state rafforzate le possibilità del sindacato d'in¬ tervenire, di controllare la politica delle diverse imprese, a livello aziendale e di territorio. E' una prima sfida, e su questo terreno dobbiamo incalzare la Confindustria, l'Inter sind, le controparti padronali, per realizzare vecchie proposte sulle quali da tempo si discute. E' il discorso della mobilità della mano d'opera, della chiusura delle fabbriche improduttive e del potenziamento delle aziende o dei settori dov'è possibile sviluppare la produzione». Ritorniamo all'inflazione: non è solo un problema di tariffe dei servizi pubblici, ovviamente, c'è anche un aspetto fiscale, di cui sembra che il nuovo governo si sia reso conto. Benvenuto: «£' un problema, a mio avviso, drammaticamente urgente. Man mano che scattano i punti della scala mobile, le retribuzioni aumentano e scalano da uno scaglione fiscale a un altro. Così avviene che per le categorie medie, quelle degli operai specializzati e qualificati, degl'impiegati, il punto della contingenza non vale più 2300 lire, ma 1900-1500 lire». Allora? Benvenuto: «Ecco, io credo Mario Salvatorelli (Continua a pagina 2 in settima colonna)

Persone citate: Giorgio Benvenuto

Luoghi citati: Italia, Roma