Posti di blocco in tutta la Versilia per trovare i presunti terroristi di Remo Lugli
Posti di blocco in tutta la Versilia per trovare i presunti terroristi Dopo la sparatoria avvenuta alla stazione di Viareggio Posti di blocco in tutta la Versilia per trovare i presunti terroristi □AL NOSTRO INVIATO SPECIALE VIAREGGIO — La Versilia al setaccio: dalla costa all'entroterra sino alle Apuane centinaia di agenti e carabinieri stanno cercando Franco Piperno, uno dei capi di Autonomia, sfuggito nel primo pomeriggio di ieri l'altro ad in appostamento alla stazione ferroviaria. E' scappato assieme ad altre tre o quattro persone che lo attendevano, con due automobili (ma forse il numero è maggiore, come si vedrà). La caccia è imponente, vengono usati anche elicotteri ma ancora ieri sera non erano state ritrovate nemmeno le due vetture, segno che i fuggitivi non le hanno abbandonate, ma avevano un rifugio pronto e sicuro nel quale riparare. Della vicenda ci sono versioni discordanti. Ce n'è una. ufficiale, secondo la quale dall'espresso 609 Torino-Roma, sarebbe sceso soltanto Piperno; secondo altre informazioni sarebbero scesi in cinque e, di conseguenza, il numero complessivo delle persone in fuga, considerando anche quelle delle auto in attesa, salirebbe a 8 o 9. Il treno sarebbe dovuto arrivare in stazione alle 14,07, ma allo scalo di Pisa, la stazione successiva, era in atto uno sciopero e già altri tre treni erano stati fermati a Viareggio: cosi doveva essere liberato un binario anche per questo 609 che non sarebbe potuto proseguire. Il convoglio è stato quindi bloccato con un semaforo rosso a un chilometro dalla stazione dove ha sostato per una decina di minuti. Durante questo tempo tre giovani sono scesi e si sono allontanati. Il capotreno se n'è accorto e dopo l'arrivo a Viareggio ha compilato l'apposito modello M. 40 che serve appunto in queste circostanze. Erano comuni viaggiatori o terroristi? Non lo si può accertare, ma visto cosa è poi accaduto è pensabile di si. La polizia, invece, di queste tre persone non ha fatto cenno. Il treno, dunque, arriva in stazione con una decina di minuti di ritardo. C'è già lo stato di allarme. Al commissariato è giunta circa 40 minuti prima, sembra da La Spezia, una segnalazione secondo la quale sul treno viaggiava Franco Piperno. Il commissariato è retto da un vicequestore, Armando Catuogno, il quale adesso dice di avere provveduto a radunare tutti gli uomini possibili in quel breve lasso di tempo e di avere organizzato un servizio di emergenza intorno alla stazione (tre volanti sul piazzale, alcuni uomini in borghese nello scalo). Il tempo era. si. poco, ma sarebbe stato sufficiente per avvertire, come la logica avrebbe voluto, anche l'arma dei carabinieri, che avrebbe a sua volta potuto concorrere con le proprie forze. Desiderio di tenere per sé il boccone promettente con la speranza di potersi gloriare di avere messo le mani su uno dei latitanti più ricercati d'Italia? E', comunque, un nuovo esempio della mancanza di collaborazione e collegamento tra polizia e carabinieri, mossa da gelosie, da ripicche, da segretezze insulse che si traducono sempre in danni per i risultati. Sicché il treno arriva lentamente in stazione e ci sono ad aspettare Piperno soltanto gli agenti. I binari tagliano diagonalmente l'Aurelia 200 metri prima delle pensiline, qui c'è quindi un passaggio a livello. Quando il locomotore arriva al centro della stazione la coda del convoglio è ancora sulla statale. Tra i fasci dei binari dello scalo c'è un agente in borghese, Franchino Montin. Questi racconterà poi a caldo al ferroviere Evasio Della Tommasina che è di turno nel casello-posto di blocco, in prossimità del passaggio a livello, di avere visto scendere dall'ultima carrozza, ancora in movimento e sulla sede stradale, due uomini. Uno di questi sarebbe Piperno, l'agente lo riconosce' perché l'ha visto a Roma e ha anche recentemente avuto sotto occhio sue fotografie. L'agente, distante da lui una sessantina di metri, gli intima l'alt e spara un colpo in aria. L'uomo si gira impugnando una rivoltella (una 7,65) e spara un colpo. L'agente risponde con la sua cai. 9, inutilmente: il fuggitivona già raggiunto una Fiat 127 che è in sosta lungo l'Aurelia poco o'tre le sbarre. Dalla macchina vengono esplosi alcuni colpi; non si sa se a sparare sia il pre- sunto Piperno o i suoi compagni. Il Montin spara anche lui ripetutamente in direzione della vettura che parte con stridore di gomme. , In quel punto non ci sono «volanti», l'agente è solo, ferma una macchina, tenta un inseguimento, ma dieci minuti dopo è di ritorno, spara in aria alcuni colpi per far accorrere rinforzi. Piperno e compagni sono già lontani. Dove? La polizia riesce a raccogliere delle testimonianze che indicano un certo percorso di quella «127» color paglierino con tre persone a bordo e di una «Renault 4» color verde con uno o due occupanti. Questa seconda macchina, non notata al passaggio a livello, si è evidentemente affiancata alla prima, poco dopo. I passaggi sono segnalati sulla strada del Monte Pitoro che può portare a Camaiore, a Lucca o ancora sulla costa. Direttrici, quindi, molto diverse, in una zona impervia, con molti boschi e, di conseguenza, tante possibilità di, nascondersi. Le ricerche sono coordinate dal questore di Lucca dott. Umberto Catalano. Naturalmente gl'inquirenti vorrebbero non solo catturare i fuggitivi e trovare le auto, ma anche capire il perché di questo spostamento di persone ricercate. Remo Lugli
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