Nozze a raffica in Comune: 8 in un'ora Due sorelle hanno detto il «sì» insieme

Nozze a raffica in Comune: 8 in un'ora Due sorelle hanno detto il «sì» insieme Mattinata d'eccezione, malgrado la pioggia a torrenti Nozze a raffica in Comune: 8 in un'ora Due sorelle hanno detto il «sì» insieme Il sacerdote-laico, molto compreso del suo solenne ufficio, era il consigliere Lodi - Una predichetta, il baciamano e poi una rosa rossa (simbolo di ardente passione) alle spose Le spose sorelle Rosalia e MPioggia a torrenti ieri mattina, ma in Comune, al riparo della severa facciata di Palazzo civico, era uno scoppiettio di risate, un fruscio di sete, un tenue profumo diffuso dai «bouquets». Otto matrimoni in un'ora, una raffica. La mattinata d'eccezione è stata conclusa da un insolito avvenimento, il contemporaneo sposalizio di due sorelle: Mattea e Rosalia Visconti. 22 e 19 anni. Hanno detto «sì» davanti al consigliere Giuseppe Lodi, repubblicano, che faceva le veci del sindaco ed era solennemente compreso del suo ruolo. Mattea Visconti con Rosario VAbbiamo assistito alle nozze delle due ragazze ed è stata una gioia condividere quella fresca allegria che animava non soltanto i protagonisti, ma anche il. seguito che era fitto e chiassoso. Primi arrivano i due sposi. Rosario Viviano e Mercurio Ferrigno, entrambi di 23 anni. Aria timida, vestiti allo stesso modo: completo blu scuro, camicia bianca, cravatta azzurra a piccoli disegni. Il volto tradisce l'emozione, le mani sono agitate da un leggero tremolio: «Siamo tutti in ritardo, soprattutto i testimoni; vogliamo avvertire, non vorremmo dover rimandare». Viviano e il consigliere Lodi Nessuna paura; quando si tratta di nozze sono tutti disposti alla pazienza, specie verso le spose. Che giungono, finalmente, attorniate da uno stuolo di parenti. Abiti soffici blu pavone, un po' spiegazzati dalla pioggia, grandi cappelli a coprire i volti, fiori d'arancio stretti in mano. Emozionate anche se un po' più sicure dei fidanzati, le due ragazze si somigliano, hanno lunghi capelli intorno al viso, lo stesso sguardo vivace. Una breve attesa e poi tutti dentro, nella sala matrimoni dove il consigliere Lodi aspetta paziente di svolgere il suo compito di «sacerdote laico» come ama definirsi. Impeccabile, in blu con fascia tricolore di traverso («alla maniera della Rivoluzione francese») parla volentieri, contagiato dal clima festoso. «Sposo con piacere; sono belle queste cerimonie semplici, senza fronzoli. E poi è uno dei pochi mo- I menti nei quali la gente è se | S(essa„ ! La cerimonia comincia con l'iJ dentificazione degli sposi, sedu ! tiin quattro poltroncine, le due , ! sente signorina ecc !sua legittima sposa?: sorelle al centro con accanto i fidanzati. Quindi Lodi legge i rituali articoli del codice civile riguardanti gli obblighi patrimoniali. Gli sposi annuiscono sorridendo. E poi arriva il momento del «si» con il tradizionale: «Vuole lei prendere la qui preecc. come Segue ve- Iloce ed appena velato il «Si, lo 1 1 voglio», dei quattro ragazzi. E' il momento dello scambio, Estrazioni del Lotto (Sabato IS agosto '79 - N. 33) Bari 2 83 22 26 50 Cagliari 30 50 67 62 7 Firenze 1 48 81 16 19 Genova 2 72 36 67 74 Milano 35 45 34 21 62 Napoli 26 29 43 81 24 alermo 63 90 27 57 13 Roma 77 65 66 14 86 Torino 41 64 13 22 67 Venezia 66 46 32 69 67 degli anelli. Un po' di incertezza di Rosalia nell'infilare la fede al marito fa affiorare un divertito sorriso sulle labbra di parenti e amici. Più sbrigativo Mercurio Ferrigno prende l'anello e se lo Infila direttamente all'anulare, ma Lodi lo interrompe scherzoso: «Eh no, giovanotto, non si incastri da solo». Due parole del sacerdote laico: «Cercate di essere felici e sereni, ma non dimenticate che il matrimonio oltre a rappresentare tante gioie è fatto anche di sacrificio». Gli sposi continuano a sorridere, guardandosi negli occhi, le ragazze si aggiustano gli abiti. Quindi Lodi consegna alle due neo-signore le rose rosse offerte dal Comune «simbolo di ardente passione». Un baciamano alle sorelle-spose, ultimi auguri e rallegramenti e il matrimonio è finito. •Perché avete voluto sposarvi in municipio, e insieme?», chiediamo alle già Visconti ormai sommerse dagli abbracci: «Per ridurre un po' le spese e perché cosi è più bello». Rosalia e Mattea hanno altre 4 sorelle e 5 fratelli. Probabilmente nei prossimi anni i matrimoni multipli si ripeteranno, questa è infatti l'intenzione delle altre ragazze Visconti. Cosi, semplicemente, ma con allegria, i quattro sposi lasciano il municipio. Li attende una lunga vita insieme, fatta di lavoro (sono tutti operai) e, come per tutti, di tanti problemi, ma per ora non si pensa ad altro che al viaggio di nozze, indispensabile momento di riposo dopo le tante fatiche del matrimonio. m. ca. ÉiiMiiiiiiti uimiinitiiii nini ntiiiUn lettore ci scrive da Alessandria: «Mi riferisco alla lettera di Carlo, solo e sconsolato. Non so ovviamente quali siano le sue convinzioni in materia di fede, non so neppure se abbia sentito parlare di "fede" e non so dove abiti. «Una cosa, però, so con certezza e, quale credente sincero, sento il dovere di dirgliela, se ciò potrà servire, come vorrei, a mutare la sua profonda tristezza in letizia: che Gesù Cristo è morto e risorto per donare pace, gioia e vita eterna a chiunque crede sinceramente in Lui. «Se Carlo lo desidera, potrà mettersi in contatto, per iscritto o di persona, con le seguenti Comunità evangeliche del Piemonte, recando seco o allegando il presente trafiletto: Alessandria, via Pisacane 10; Valenza, via Cavour (vicolo Derosst 4); Torino, via Polonghera 42 (ang. via Virle 12); Asti, via Panni 6». Segue/a firma Un lettore ci scrive: «Comunista di convinzioni, non di tessera, leggo quotidianamente 'e senza precostituite avversioni il vostro giornale. L'11 agosto, circa il documento di Curcio & C, dall'Asinara, elaborato collettivamente dai brigatisti in carcere il giornale si chiede "aproposito, com'è stato possibile tarlo in un carcere speciale?". «Vorrei a questo punto mi si spiegasse cos'è un carcere "speciale", perché da quanto umilmente io e moltissimi lettori abbiano saputo fin dal momento dell'istituzione di dette carceri era stata negata la volontà di soppressione delle capacità fisiche e intellettuali dei detenuti in esse.