Afghanistan: si spara nella capitale Trenta sovietici uccisi a Kandahar?

Afghanistan: si spara nella capitale Trenta sovietici uccisi a Kandahar? I ribelli denunciano all'Onu il «regno del terrore di Taraki» Afghanistan: si spara nella capitale Trenta sovietici uccisi a Kandahar? ISLAMABAD — Nuove sparatorie ieri a Kabul: il crepitio delle armi automatiche è stato udito nei quartieri orientali della capitale afghana mentre dall'altra parte della città — secondo quanto hanno comunicato fonti informate ad Islamabad — è entrata in funzione l'artiglieria pesante. Gli ultimi incidenti a Kabul tra regolari del governo marxista del presidente Nur Mohammed Taraki e ribelli musulmani risalgono al 5 agosto scorso: quel giorno morirono alcune centinaia di persone. Il «Fronte nazionale di liberazione afghano» ha frattanto annunciato che il comandante in capo della divisione di Kandahar (Afghanistan meridionale). Abdul Majid, è stato arrestato in seguito a moti antisovietici avvenuti domenica. Secondo il «Fronte», il ministro dell'Interno afghano, colonnello Aslam Watanjar, è andato personalmente lunedi a Kandahar per valutare la situazione. Nella città è stato imposto il coprifuoco notturno. Secondo informazioni ricevute dal «Fronte», l'arrivo di civili sovietici in un luogo santo del centro di Kandahar aveva provocato, domenica, una sollevazione da parte dei fedeli afghani riuniti in preghiera. Trenta sovietici in visita e 15 militari che li scortavano sono stati uccisi, afferma il «Fronte». L'esercito è intervenuto per ristabilire l'ordine, ma il «Fronte» non dispone ancora del numero delle vittime civili provocate da questo intervento. La tribù afghana Hazara, in lotta contro il regime mar¬ xista del presidente Taraki, ha attirato ieri l'attenzione della commissione per i diritti dell'uomo dell'Onu sul «regno di terrore dell'esercito afghano che si scatena sulla popolazione musulmana-. Il capo di questa tribù sciita di lingua farsi, Wali Baig. ex deputato e presidente dell'Unione dei volontari musulmani, ha chiesto durante una conferenza stampa alle Na- zioni Unite di intervenire in jAfghanista «per constatare la ipolitica repressiva del regime al potere con l'appoggio del- l'Unione Sovietica-. Wali Baig ha dichiarato che migliaia di afghani anticomu- nisti sono stati gettati in pri- gione e torturati e che le loro famiglie sono vittime di ogni sorta di vessazioni. L'esercito, secondo Wali Baig. si abbandona ai peggiori eccessi. Il capo ribelle ha precisato che la tribù Hasara (sei milioni di persone su una popolazione totale di 20 milioni) della quale egli fa parte, combatte a fianco dei turkmeni, dei tagiki e degli usbeki nel centro dell'Afghanistan. Wali Baig ha precisato che la tribù Hazara controlla globalmente oltre 80 mila chilometri quadrati nel centro e nel Nord dell'Afghanistan. Ha aggiunto che 10 mila soldati dell'esercito afghano si sono uniti ai ribelli nelle regioni controllate dagli hazara per combattere il regime filosovietico di Taraki. Baig ha anche dichiarato che i ribelli non hanno ancora costituito un governo provvisorio solo per non perdere di vista l'obiettivo della liberazione dell'intero paese dal giogo del regime marxista. Ha detto che il regime filo-sovietico del presidente Taraki, essendo comunista, è costituito da «infedeli che un giorno saranno sconfitti dalle forse del- l'Islam-. «Il partito Khalq e i suoi iscritti — ha detto l'esponente ribelle — sono stati i boia di migliaia di persone. Essi lavorano contro l'indipendensa, la sovranità e l'integrità dell'Afghanistan, perché mettono l'ipo teca sovietica sul Paese ».

Persone citate: Abdul Majid, Aslam Watanjar, Wali, Wali Baig