Sulle piste del «gran serraglio» a Rimini dove i giovanissimi ballano come automi di Francesco Santini

Sulle piste del «gran serraglio» a Rimini dove i giovanissimi ballano come automi Sulle piste del «gran serraglio» a Rimini dove i giovanissimi ballano come automi Nella megadiscotèca «New York» segmentata da centosessanta riflettori laser, centinaia e centinaia di giovani ballano incessantemente al ritmo ossessivo della musica funky - Pallidi, estenuati, nella moda chiamata degli «esauriti», non hanno né idoli, né ideali, chiedono soltanto di ballare a cinquemila lire per sera DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE RIMINI — Zoccoli bianchi da ospedale. Jeans larghissimi o pantaloni rigonfi in colori netti e vivaci. Camicie a grandi fiori senza colletto, prive di maniche. James Dean e Marilyn Monroe, i loro dèi suicidi in autoadesivo. Una generazione di giovanissimi, muta e stordita. Scolari delle medie, operai diciottenni, meridionali del lavoro nero: tutti al New York di Rimini, in una megadiscoteca segmentata da 160 riflettori laser, a ballare al ritmo ossessi vo della musica funky. Nessun travoltismo. Il suono marcato sfuma d'improvviso nel folk sudamericano del reggae. C'è un disco di Bob Marley. Tremila ragazzi saltano sulle cinque piste, impazziti, dalle 10 di sera alle due della notte. Cinquemila lire l'ingresso. Nessun cantante, nessuna attrazione. Soltanto musiche di importazione, nuove, ancora in placche. Diventeranno dischi tra due o tre mesi. Arri veranno sul mercato e spari ranno dal New York, dagli ottomila watt dei suoi amplifi catori in bella mostra tra specchi in movimento, pannelli elettronici e fantastic tu-' bing lights californiani. Una generazione senza politica e senza voce, che arriva nel Ferragosto di Rimini per ritrovarsi in un locale di duemila metri quadrati. Dormono sul mare, nella spiaggia buia che non conoscono alla luce del sole. Pallidi, estenuati. nella moda che loro chiamano degli «esauriti». Che cosa vuol dire? «Pile scariche», rispondono alcuni. Altri s'allontanano inorriditi, gli occhi sbarrati. Nasce un nuovo lavoro: il sorvegliante di discoteca. Senza divisa, attenti e rasati, hanno modi da infermieri. Niente alcol, niente droga. I ragazzi, remissivi, obbediscono al primo gesto. Franco Ceceri, direttore del New York, ha 1 aria del duro Cinquantanni, trenta tra i giovani, mostra angoli inattesi di umanità. Parla dei ragazzi: «Sento die mi odiano — dice — leggo nei loro occhi il disprezzo». Ogni notte, con loro, senza parlare, a osservarli per ore, perché l'eroina non entri in discoteca, perché i più intontiti «non diano fastidio». Ceceri dice: «Siamo noi che li abbiamo ridotti così, sarebbe uno sbaglio isolarli: soltanto il lavoropuò rigenerarli». Suo figlio. 23 anni, Ciro, anche lui lavora al New York. «Con me, non parlano: cinque, sei anni di differenza — dice — eppure mi sentono come un diverso». Si è aperto un solco profondo, incolmabile. L'unico che riesce ad avere qualche contatto è Gigi Mulazzani, 22 anni, disc-jockey del New York. Figlio del proprietario, se ne sta dietro un banco tempestato di apparecchi elettronici. Rallenta il secondo piatto che gira, sceglie in cuffia l'attacco, passa da George McCrae, l'unico facile che resiste da' oltre tre mesi, a un pezzo di jazz. «L'imporante è non fermare le piste, entrare giusti nel ritmo, con un passaggio studiato». Un gruppetto gli è accanto. Lo osserva. Suo padre, Franco Mulazzani, spiega: «Guardano il disc-jockey lavorare, forse è l'unica cosa che farebbero volentieri». Mulazzani ha trovato la formula. L'ha portata dagli Stati Uniti. Un viaggio, qualche sera al «54» di New York e ora, al Rimini, il pieno, ogni notte, da aprile, in un locale senza cantanti e senza attrazioni. «L'altra sera sono venuti a salutarmi i New Tiolls; non li hanno degnati di uno sguardo». Qui i giovani, tutti insieme, sono loro i protagonisti anonimi della serata. Mentre ballano non vogliono nessuno., Sembrano percorsi dalla paura. Ballano senza fermarsi. Chi si riposa si avvicina ai monitors elettronici delle guerre spaziali. Lanciano razzi contro pianeti immersi in un azzurro da acquario. Ieri sera, al New York, si è fatta vedere Mita Medici. Consegnava una pergamena del premio «Tre stelle». Un paio di fotografi, il giro del locale. Anche lei, ai tremila della di-, scoteca, è apparsa trasparente. Dice Mulazzani: «Nessuno che l'abbia riconosciuta, ma qui non guardano in faccia neppure Lucio Dalla o Celentano». Eppure, proprio Celentano, allo stadio di Rimini, la settimana passata, ha fatto il pieno: 32 mila persone, un cachet da trenta milioni. La grande insegna del New York getta fasci di luce intermittenti sul corso di Miramare di Rimini. Nello spazio che s'apre sulla passeggiata del Ferragosto romagnolo, centinaia e centinaia di giovanissimi sdraiati a terra sul marciapiede. Sfilano migliaia di persone. Una folla di famiglie e di bambini, di tedeschi, di impiegati. «Un serraglio», dice un tassista milanese che stringe la mano del figlio e va avanti. Poi si ferma. Con la moglie commenta: «Tutti drogati questi, quando salgono sul mio taxi li sbatto fuorìf. Mulazzani dice: «Qui, tra questi giovani, c'è la stessa droga che circola a scuola o in fabbrica: nella mia discoteca ho un servizio d'ordine di trenta persone». Agli ingressi continua il via vai. Chi va fuori può rientrare: un sorvegliante segna chi esce con l'inchiostro di un timbro sul braccio destro proteso. « Cambiamo timbro ogni sera». I ragazzi porgono il braccio nudo. «Anche questo è un controllo: chi è bucato non rientra». Continua la musica. C'è un risveglio di rock. Niente pop, l'unico lento è un disco dei Genesis. Muore la discomusic leggera di Carol Douglas. Gigi Mulazzani, il disc-jockey, spiega: «Qui tutto si brucia in quindici giorni». Guarda le classifiche degli Stati Uniti: «Li molti dischi ancora resistono, anzi sono in testa. Qui, due settimane e sono già stanchi». Sotto le mille luci della grande insegna, un cartello stampato avverte: «E' severamente vietato l'ingresso con abbigliamento indecoroso». Che cosa significa? «Che li respingiamo — dice Mulazzani — quando sono sporchi: questi obbediscono, mai una grana, mai un pugno. Indifferenti chiedono suono e luci ossessionanti: invece di uno spinello, tre ore dì palio». Francesco Santini La spiaggia romagnola (qui Cesenatico) soffoca: migliaia di persone, tanti giovani. Molti si ritroveranno in discoteca