Saverio Marconi mattatore a Venezia con due film dei Taviani e Pontecorvo

Saverio Marconi mattatore a Venezia con due film dei Taviani e Pontecorvo Incontro con il protagonista di «Padre padrone» Saverio Marconi mattatore a Venezia con due film dei Taviani e Pontecorvo ROMA — Rivelatosi nel maggio del '77 a Cannes come interprete del personaggio di Gavino Ledda, il giovane pastore-scrittore di Padre padrone (film premiato con la «Palma d'oro») l'attore Saverio Marconi torna adesso alla ribalta alla vigilia della Mostra cinematografica di Venezia. Sul grande schermo del Palazzo del Cinema saranno infatti presentati nella rassegna Venezia cinema 79 due film che lo vedono tra gli interpreti principali. Si tratta de // prato dei fratelli Taviani, che inaugura la sera del 25 agosto la Mostra veneziana e di Ogro di Gillo Pontecorvo, film che chiuderà la rassegna il 4 settembre. Tra Cannes e Venezia non si può dire che la vita di questo giovane attore — esaltato dalla critica — sia sostanzialmente mutata: «Ho continuato a girare da una casa di produzione all'altra e ho continuato a rifiutare i film sexy che mi venivano continuamente proposti». -Senza voler essere polemico con nessuno — prosegue Saverio Marconi — devo constatare che se scarseggiano nel cinema italiano i personaggi nuovi, la colpa è dei grossi registi i quali, purtroppo, la sera preferiscono andare in trattoria anziché a teatro. Dopo Padre padrone tutti credevano che io fossi realmente un contadino sardo scoperto nella Barbagia dai fratelli Taviani E dire che dall'inizio degli Anni Settanta ho recitato abitualmente in teatro e con grosse compagnie». Saverio Marconi, per la verità, dopo essersi fatto le ossa come attore teatrale a Firenze, ha debuttato come professionista nel '71 nella compagnia Salerno-Stoppa (Giochi da ragazzi) e poi è passato allo Stabile di Torino, dove ha recitato nel Macbeth di Enri¬ quez e in tre altri lavori messi in scena da Aldo Trionfo (Vita e morte di Re Giovanni. Nerone è morto e Gesù di Dreyer). Dopo Padre padrone il secondo colpo di fortuna per questo attor-giovane (ha 31 anni) è esploso nell'ottobre scorso, quando i fratelli Taviani lo convocarono d'urgenza in Toscana per sostituire Nanni Moretti costretto ad abbandonare il set de II prato per un'indisposizione. Sette giorni più tardi, gli arrivò da firmare il contratto per il film di Pontecorvo. Due film dalle differenti caratteristiche. Per i Taviani, Marconi è un magistrato appena laureato che attraversa la crisi di un giovane costretto ad una carriera alla quale preferirebbe quella del regista cinematografico. La vita del magistrato subirà una svolta quando questi incontrerà Isabella Rossellini, l'altra protagonista de II prato. Per Gillo Pontecorvo, l'attore romano è invece uno dei quattro terroristi baschi incaricati dall'Età di sopprimere Carrero Bianco, l'eminenza grigia del regime franchista. «Per me sono state due esperienze altrettanto interessanti — dice Saverio Marconi —. E ' stalo piti faticoso lavorare con Gillo Pontecorvo, perché con lui si fanno sempre venti ciak: è un regista che pretende molto. Con i Taviani c'è più dialogo e le scene sul set sono più rapide, poiché vengono provate prima. Gillo invece, matura le scene nel momento in cui gira-. Ora il prossimo regista di Saverio Marconi sarà Luigi Comencini: il film è una storia incentrata su una coppia di giovani coniugi che ha appena avuto il primo figlio. La moglie è Dalila Di Lazzaro. E neppure questa volta, si può dire, è stato facile per questa «eterna» promessa conquistarsi la parte. Comencini l'aveva già scelto per il ruolo del camionista (l'autista degli omogeneizzati) ne L'ingorgo. Poi gli venne preferito, per ragioni di coproduzione, un interprete tedesco: il buon Saverio dovette accontentarsi del doppiaggio. Evidentemente il regista milanese è tenace: credeva in lui e questa volta l'ha voluto come protagonista. Ernesto Baldo Saverio Marconi, a Venezia nel «Prato» e in «Ogro»