Spiegazioni agli amici di Furio Colombo

Spiegazioni agli amici Spiegazioni agli amici (Segue dalla 1 ' pagina) morte e la guerra. E c'è la diplomazia delle forme e delle buone maniere. Qualcuno è rimasto indietro e fa ancora scandali su questioni di forma». «Come possono dire che hai mentito?», gli chiedono quasi insieme, nel piccolo gruppo. «Non ho mentito, non ho mai mentito. Semplicemente ho agito senza permesso. Non credo che sia immorale adoprarsi per evitare una tragedia in più al mondo. Non credo che uno debba chiedere permesso per vivere secondo i suoi principi morali ». «Gli isreliani devono avere registrato le tue conversazioni. Questa è una cosa immorale »,gli dicono. Andrew Young adesso ha di nuovo il pieno controllo di quel delicato congegno che è il rapporto fra la persuasione morale e l'impegno politico. «Non vorrei che questo diventasse il punto, come affermazione è ingenua. E come percorso ci porta al conflitto j fra ebrei e negri in America. Noi dobbiamo lavorare a evitare questa tensione, questo conflitto, che sarebbe terribile, come lavoriamo a evitare i conflitti del mondo». Jesse Jackson si consulta con gli altri leaders. C'è pericolo di una fiammata dì sentimenti antisemitici dopo «il caso Young» ? C'è pericolo di una rivolta dell'opinione negra in America? Rispondono tutti che esiste questo pericolo. Jesse Jackson e Young, come allora, hanno il controllo del gruppo e avranno quello della loro constituency. «Vance non ha una sua base politica. Noi l'abbiamo. Ma proprio per questo il nostro impegno è evitare che si vada a uno scontro. Se questo avvenisse contro Carter si ripeterebbe la tragedia delle tre presidenze che ci hanno preceduto. Nessuna di esse è finita e questa catena di malattie politiche del nostro Paese non dovrà più ripetersi ». «Se lo scontro avviene contro gli ebrei o a opera degli ebrei contro i negri, si spacca la più antica delle alleanze per i diritti umani e civili in America. Neanche questo possiamo permettere. Israele sta giocando in casa nostra i suoi problemi politici. Ma noi dobbiamo rifiutare di farne un antagonista. Come rifiutiamo di considerare antagonisti i palestinesi». Nellu stanza silenziosa Young dice ai suoi amici, agli uomini che hanno condiviso i rischi della sua vita: «Si possono amare persone che non si amano tra loro». Nel gruppo circolano note, appunti, progetti. Bisogna incontrare tutti i leaders locali delle comunità negre. Bisogna organizzare un grande incontro pubblico con i più impor- ! tanti esponenti dell'opinione ! ebrea in America. «Sarà un j confronto'difficile, forse duro, ma dobbiamo vederci, discutere, parlare, non interrompere il rapporto». «Vedrai ancora i palestinesi »? gli chiedono. «Sarebbe un errore morale e una grave mancanza politica non farlo». Young si alza, è di nuovo sereno. Jesse Jackson lo accompagna nel cor- I ridoio, verso la sala stampa, tenendogli un braccio intorno [ alla spalle, come facevano ai tempi di Selma e dell'Alabama. Lungo il corridoio ci sono tutti coloro che hanno lavora- \ to con lui, sulle porte degli uffici deserti. Il telefono verde sul bordo del divano di Young, la linea con Washington, in questa lunga mattina ne:: ha mai suonato. Andrew Young arriva di fronte ai riflettori delle televisioni e tutti i giornalisti si alzano in piedi, c'è un grande applauso. Qualcuno guarda con curiosità i due corrispondenti israeliani. Uno di loro esita un poco, poi si unisce all'applauso. «Non ho mai mentito», dice Andrew Young guardando dritto nelle telecamere, nelle case d'America. Furio Colombo La rubrica «Fantacronache», di Stetano Reggiani, è a pag.11.

Persone citate: Andrew Young, Jesse Jackson, Reggiani

Luoghi citati: Alabama, America, Israele, Washington