Grecia: prova di forza governo-scioperanti
Grecia: prova di forza governo-scioperanti I bancari non disarmano malgrado una sentenza del tribunale Grecia: prova di forza governo-scioperanti NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE ATENE — Ignorando una sentenza del tribunale di Atene che sabato aveva proibito una nuova serie di scioperi, insensibili alle pressioni e ai rischi di sanzioni, i dirigenti della federazione degli impiegati bancari hanno deciso di continuare le agitazioni a scacchiera. Il confronto che dal 10 luglio oppone il governo al sindacato dei bancari, forte di trentatré organizzazioni e di 35 mila aderenti, si avvia alla prova di forza. Gli impiegati delle banche rifiutano il nuovo orario fissato dalle 8,15 alle 16,15, vogliono mantenere quello vecchio (7,45-15,30) e chiedono al Consiglio di Stato di annullare il nuovo orario che, secondo loro, sarebbe stato imposto senza il minimo di trattative. In realtà il problema è che il nuovo orario di lavoro impo-sto dal governo impedisce agli ateniesi di fare la siesta tradizionale e soprattutto di avere spazio nella giornata per un secondo lavoro. Di qui l'annuncio di nuovi scioperi. 24 ore lunedi. 48 ore per domani e dopodomani, tre giorni ancora il 27,28 e 29 agosto, oltre a fermate quotidiane alle 15,30. Le direzioni di sedici banche avevano chiesto al tribunale d'impedire gli scioperi. Secondo la motivazione della richiesta dopo l'a- stensione dal lavoro per oUo giorni che in luglio ha paralizzato la vita della Grecia e ostacolato il turismo straniero, altri scioperi darebbero un 1 grave colpo all'economia del Paese. Decidendo per la prima volta nella storia greca di non rispettare il verdetto d'un tribunale, le organizzazioni sindacali creano un precedente che potrà rivelarsi foriero di gravi conseguenze nell'attuale clima sociale della Grecia. Negli ambienti governativi si accusa l'opposizione di voler creare un clima d'agitazione che può sfociare in gravi disordini interni. E la partecipazione di numerosi studenti ai violenti scontri di giovedì scorso ad Atene fa prevedere un tumultuoso inizio dell'anno accademico. D'altra parte il governo Caramanlis non è contestato soltanto da sinistra. Da destra, nelle ultime settimane, spara a zero sul primo ministro una coalizione eterogenea: una oligarchia sempre più bellicosa, gruppi di pressione legati a potenti interessi stranieri, i nostalgici d'una «democrazia forte», e tutti quelli che non vedono di buon occhio il prossimo viaggio di Caramanlis a Mosca. Mai -e Marceu (Copyright di «Le Monde» e per l'Italia de «I Jt Stampa» )
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