Terreni agricoli comprati alla Mandria sono stati rivenduti come lotti edilizi

Terreni agricoli comprati alla Mandria sono stati rivenduti come lotti edilizi Lo scandalo dell'ex tenuta «Pralungo», quasi alle porte di Torino Terreni agricoli comprati alla Mandria sono stati rivenduti come lotti edilizi Ne sono già stati ceduti 65, a 3 mila lire al metro quadrato - Centinaia di persone, ogni domenica, vanno a costruire baracche e tettoie: non sanno che l'intera zona è considerata pre-parco e sottoposta a stretti vincoli dalla Regione e ai dettami della legge 56 Ogni anno l'agricoltura italiana perde più di 40 mila ettari di buoni terreni, che le vengono sottratti in nome della cosiddetta «civiltà industriale». In Piemonte il «furto» è leggermente inferiore, ma ugualmente consistente: circa tremila ettari l'anno, cioè 30 milioni di metri quadrati, come un rettangolo che abbia un lato lungo cinque chilometri e l'altro sei. La sottoscrizione avviene per gli scopi più diversi, e certamente giustificati dallo sviluppo nel senso in cui noi oggi siamo abituati ad intenderlo: costruire fabbriche, strade e autostrade, campi di calcio, eccetera. Ciò che non è assolutamente ammissibile, anche perché spesso è vietato dalla legge, è la lottizzazione di terreni agricoli a scopo di speculazione edilizia. Un macroscopico esempio di questo diffuso fenomeno l'abbiamo in Piemonte, quasi alle porte di Torino, nella ex Tenuta Pralungo, ai margini della Mandria. Si tratta di 120 ettari, cioè un milione 200 mila metri quadrati, di terreno agricolo che apparteneva ai Conti di Montelera. Questa vasta zona è stata acquistata un paio d'anni fa — come ci dice l'as sessore ai Lavori pubblici del Comune di La Cassa, Giancarlo Braiato — da una socie tà, che si era impegnata a continuare la conduzione del l'azienda agricola esistente. Ma la parola data dagli acquirenti, anche in una pubblica assemblea con l'intervento di rappresentanti della Regione Piemonte, non è stata mantenuta. Ed ora — spiega Braiati — sono già stati venduti 65 lotti, in media di 4-5 mila me tri quadrati l'uno (rappezza mento minimo in offerta è di mille metri quadrati), a circa tremila lire il metro quadrato Il sindaco di La Cassa (la giunta è di sinistra) Biagio Tuberga. esasperato dall'im possibilità a far rispettare la legge, ha scritto il 12 luglio scorso alla Regione Piemonte. all'Unione Agricoltori della provincia di Torino, a «Italia Nostra», alla «Pro Natura», al Wwf (World Wildlife Fund, Fondo mandiale per la natura). «Sono passati due anni dalla prima tavola rotonda tenuta a La Cassa sulla salvaguardia del territorio — dice la lettera —, particolarmente in seguito allo smembramento della Tenuta Pralungo della Società agricola II Querceto. Da allora ci sono state ancora altre riunioni, della questione si sono interessati i giornali: però il frazionamento del terreno è continuato, sono cominciate a sorgere anche baracclie, tettoie,gabinetti». In base a quali norme la lottizzazione è abusiva? «Ad almeno due leggi — spiega la dottoressa Mariagrazia Calzoni, direttore dell'Unione agricoltori (Confagricoltura) della provincia di Torino, che si sta interessando di questo scandalo —: la legge regionale sui parchi (attorno alla Mandria è stato costituito un pre-parco sottoposto a strettissimi vincoli per la durata di 99 anni); un'altra legge regionale, la numero 56, che vieta la costruzione di baracche o anche solo di recinzioni metalliche in quei terreni». L'assessore regionale per l'Organizzazione del territorio, Luigi Rivalta, ci conferma questi vincoli, e aggiunge che per la trasgressione alla legge 56 sono previste ammende da 5 a 10 milioni. Malgrado ciò, come s'è visto 'dalla lettera del sindaco di La Cassa, la lottizzazione continua. Leggiamone ancora un brano: «Puntualmente tutti i sabati e le domeniche, il sottoscritto, l'intera Giunta municipale con l'unico messo comunale si reca sul posto (la zona è situata tra i Comuni di San Gillio e La Cassa, ai lati della strada Torino, La Cassa, Fiano. Lanzo n.d.r.) a spiegare a coloro che immancabilmente arrivano con macchine | stracolme di materiale da co¬ struzione, che esìstono le leggi urbanistiche e la legge del pre-parco». Dove le baracche sorgono ugualmente — spiega il sindaco — si fanno le ordinanze di demolizione. L'Assessore Braiati aggiunge che sono già state fatte trenta pratiche di demolizione. L'inganno, per gli incauti acquirenti, è duplice. Afferma il sindaco di La Cassa: «Se corrispondono al vero le affermazioni fatte da questi malcapitati, il prezzo del terreno è spropositato (tremila lire il metro quadro n.d.r.) rispetto al valore agricolo di vendita». C'è di più. Alcuni hanno impiantato degli orti, «ma ben presto — dice Tuberga — Si accorgono che coltivare ortaggi su quei terreni è praticamente impossibile». Si tratta infatti di un terreno molto argilloso, adatto solo per boschi e prati. Ora ci sono già parecchi orti abbandonati, con qualche frutto che sta appassendo. Tutto è infestato da erbacce. «Da un lato — continua la lettera del sindaco di La Cassa — si sta distruggendo una delle zone paesaggistiche più belle a ridosso della Mandria, anticamente già denominata "Mandria di fuori" e dall'altro, con l'illusione di poter costruire prima una baracca e poi magari una casa, molta gente di modeste condizioni investe tutti i risparmi, scaricando poi la propria delusione sul Comune». «£' il Comune che deve far rispettare la legge — dice l'Assessore Braiato — ma tutte le domeniche arrivano un centinaio di famiglie (ogni acquirente si porta amici e parenti), e quindi i rapporti di forza tra la giunta e questa massa di cittadini sono tali per cui il Comune da solo non può die soccombere». Aggiunge il sindaco: «Non ha più senso passare i sabati e le domenidie in mezzo a una marea di gente che impreca contro il Comune, a rischio della propria incolumità, se dietro a questo non c'è il sostegno dell'opinione pubblica la denuncia attraverso gli organi di stampa, affinché il fenomeno si argini». Ora quest'impegno dovrebbe esserci. L'assessore regionale Rivalta, da noi interpellato, ha detto: «Avevamo pubblicamente dichiarato in Con siglio che la zona non era edificabilc. Ora mi impegno, di fronte a questa grave situazione, ad interessare l'ufficio legale e di vigilanza urbanistica. Abbiamo la ferma inten zione di bloccare questo scan dato». Livio Burato

Persone citate: Braiati, Braiato, Giancarlo Braiato, Livio Burato, Luigi Rivalta