Bimbo di 8 anni rincorrendo la palla scivola e annega in un metro d'acqua

Bimbo di 8 anni rincorrendo la palla scivola e annega in un metro d'acqua Tragedia di Ferragosto alla Pellerina sugli argini della Dora Riparia in secca Bimbo di 8 anni rincorrendo la palla scivola e annega in un metro d'acqua Era il penultimo dei nove figli di un'operaia Fiat - Gli amici che lo vedono cadere, prigioniero del fango, scappano spaventati - Due giovani che passeggiano con i cani accorrono in suo aiuto, gli praticano invano la respirazione artificiale - Altro fatto: salite a tre le vittime del rogo che ha bruciato rimbarca/ione al largo di Pisa Studente muore sul Bianco - «Sub» sparisce in mare ad Alghero Tragica vigilia di Perragsto alla Pellerina: un bambino di fi anni, Umberto Di Maggio, via Parenzo 59. penultimo di nove fratelli, è morto annegato in una pozza d'acqua, presso la Dora, profonda poco più di un metro. Mentre alcuni suoi com-. pagni di gioco scappavano impauriti, due giovani operai hanno tentato disperatamente di salvarlo ma è stata inutile anche la respirazione bocca a bocca. Due ore più tardi, avvertite dagli amici di Umberto, la madre e due sorelle sono arrivate alla Pellerina. chinandosi in lacrime sulla salma. Tutto ha avuto inizio alle 14 di ieri. Nel parco, proprio al fondo di corso Appio Claudio, dove la Dora Riparia fa un'ansa e scivola a valle virando a sinistra, si sono dati appuntamento Umberto Di Maggio e i suoi amici. Da circa due settimane, a causa della siccità, in quel tratto, le acque che d'inverno scendono ru-, morose tra cascate e strapiombi, non hanno la solita forza. Si sono cosi formate isole di sabbia e larghe pozze, rese putride dalla melma e dai rifiuti. La possibilità di giocare a contatto con il torrente in altre occasioni cosi gonfio, attira per quasi tutta l'estate frotte di giovani. I bambini, poi, fanno gare in bicicletta; qualcuno si avventura fino a scendere lungo il corso del torrente. •Alle 15 — hanno raccontato alcuni testimoni — abbiamo notatoquel ragazzo e altri coetanei correre nei tratti asciutti, dietro a un pallone^. Umberto Di Maggio indossa scarpette bullonate e costume da bagno. Probabilmente degli stessi indumenti sono vestiti i suoi amici. Sognano rincorrendo una sfera di cuoio. Il pericolo appare lontano, la tragedia impossibile. Avviene improvvisa, non vi assiste nes- suno; presumibilmente, ai ragazzi è scappato il pallone, che corre verso un «laghetto», profondo al centro un metro o poco più. Umberto Di Maggio cerca di raggiungere la sfera, il fondo viscido lo tradisce, facendolo scivolare: batte, forse, la testa e perde conoscenza. Gli amici lo vedono scomparire, si spaventano, scappano. Due giovani, Vito La Torre, 28 anni, via San Donato 48, e Giovanni Petrusilli, 27 anni, via Principi d'Acaja 35 che stavano facendo passeggiare i loro cani intuiscono il dramma e si butta¬ no verso il punto in cui era scomparso Umberto. Vito La Torre riesce a trarlo sulla sabbia e prova con la respirazione bocca a bocca, ma non c'è nulla da fare. Arrivano i vigili del fuoco, la guardia medica. Gli amici di Umberto sono scomparsi, nessuno lo riconosce e non si può avvertire la famiglia. I ragazzi, sotto choc, hanno girovagato per almeno un'ora, poi. sono corsi in via Parenzo ad avvisare i parenti di Umberto: in casa c'erano la madre, Antonia. 41 anni, operaia Fiat, e due sorelle della vittima. Sono giunte sul posto poco dopo le 18: una quarantina di curiosi ha assistito dalle sponde allo straziante ultimo abbraccio delle tre donne al corpicino senza vita. * Sono salite a tre le vittime dell'incendio che il 7 agosto, a pochi metri dalla spiaggia di San Rossore, presso Pisa, provocò la morte atroce di madre e figlia e il ferimento di altre tre persone: ieri mattina, dopo otto giorni di agonia, è spirato Carlo Chiara, 44 anni, via Buenos Aires 88, capotecnico al settore spaziale dell'Aeritalia di corso Francia, che era ricoverato al centro ustionati della clinica dermatologica di Pisa con il corpo coperto per il 60 per cento da ustioni di primo e secondo grado. Nello stesso ospedale stanno lottando contro la morte la moglie del tecnico, Anna Conti, 43 anni, e il figlio Mario, di 12. Entrambi sono ancora molto gravi, i medici mantengono il riserbo sulla prognosi. La sciagura è avvenuta sulla piccola imbarcazione (una pilotina cabinata con motore fuoribordo) di Gian Alberto Santini, 38 anni, via Adige 2 f. Cascine Vica. collega d'ufficio del Chiara. Mentre quella mattina su un fornellino stava bollendo il caffè, vapori di benzina fuorusciti durante il rifornimento vennero a contatto con la fiamma e fu il caos. La barca divenne in un attimo un rogo. La moglie del Santini. Maria Feno. 35 anni, e la figlia Roberta, di 6, morirono carbonizzate prima che l'uomo potesse soccorrerle; Carlo Chiara, pur investito dal fuoco, riuscì a raggiungere i familiari, scaraventandoli in acqua; quindi abbandonò egli stesso con l'amico l'imbarcazione. Soccorsi, vennero ricoverati a Pisa; le condizioni del Santini non destarono preoccupazioni; più gravi apparvero subito il Chiara e i famigliari. Lunedi, il | tecnico s'è aggravato improvvi samen te; ieri, il doloroso epilogo Ideila sua agonia. if Uno studente, Alberto Garìno, 17 anni, via Cimabue 7, è rimasto vittima di una sciagura alpinistica sul Monte Bianco, mentre tentava una scalata con un amico. E' precipitato in un crepaccio fracassandosi la testa. L'incidente è avvenuto verso le 10 di lunedi, sulla via Maior, a 4500 metri. Il Garino era assieme ad un amico. Daniele Caneparo. 15 anni. I due, partiti da Torino, avevano raggiunto il rifugio Ghiglione e si erano inoltrati su questa via, che presenta delle notevoli difficoltà. Improvvisamente il Garino è scivolato ed è precipitato in un burrone profondo 50 metri, morendo sul colpo. L'amico è stato scorto da alcune guide del rifugio Ghiglione mentre cercava di fare segnali. Da Chamonix è partito un elicottero della gendarmerìa che ha portato a valle il Caneparo e poi ha riportato sul posto le guide e squadre di finanzieri, che dopo 6 ore di lavoro — Ieri alle 11 — hanno recuperato il cadavere dello studente e lo hanno trasportato all'obitorio di Courmayeur. *Un turista torinese, Carlo Goggi, 34 anni, è annegato ieri, ad Alghero nel pressi di «Capo Mannu>, sulla costa nordoccidentale della Sardegna mentre con altri due amici, Carlo Gambarino. 42 anni e Giovanni Abrato, di 37, anch'essi di Torino, faceva un'escursione subacquea per ammirare il fondo del mare, n Goggi, colto probabilmente da malore, non è riuscito a risalire in superficie e inutilmente gli amici hanno tentato di prestargli soccorso. I tentativi di recuperare il corpo, adagiato su un profondo fondale, sono stati finora inutili. Stamane la Capitaneria di porto di Alghero manderà sul fondo alcuni sommozzatori. Carlo Goggi era sposato, e padre di un bambino. * Ancora un grave incidente alla curva della morte di Riva di Chieri, sulla statale per Asti.' L'altra sera nello scontro di tre auto, due persone sono rimaste ferite, una delle quali è In fin di vita alle Molinette: un invalido di 68 anni, Giacomo Plch, Lo scontro è avvenuto mentre l'invalido, alla guida di una Ford Escort, stava superando una «130«. La manovra non è riuscita e nell'usclre dalla curva la Ford è andata a cozzare contro una 128. Le due auto sono andate completamente distrutte. Giacomo Pich è stato Immediatamente portato a Torino, mentre la figlia del guidatore della 128. Carla Oristanl 16 anni, è stata medicata all'ospedale di Chieri. La madre e le sorelle in pianto attorno al corpicino di Umberto Di Maggio - Carlo Chiara, terza vittima del rogo di Pisa