Baseball, poco tifo per i nostri oriundi
Baseball, poco tifo per i nostri oriundi Qualche fischio anche in allenamento Baseball, poco tifoper i nostri oriundi DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TRIESTE — Gli olandesi non conoscevano Trieste: chissà che posto infernale ci hanno riservato questi italiani, devono essersi detti, quando avanzarono alcune timide proteste. Messo piede sull'altipiano carsico, constatato che vento, nuvoloni e pioggia sono piuttosto frequenti almeno in questi giorni, hanno ritrovato i ii sorriso al punto che il loropre- j sidente ha esclamato: «Sembra di essere a Zandvoort.. Temevano una fornace, hanno trovato ' un clima autunnale per cui di notte a Prosecco occorre essere forniti di maglioni e di aspirine Il fattore campo è stato praticamente annullato anche perché ; il pubblico di casa non ha certo riservato alla squadra azzurra quell'accoglienza che ci si aspettava e che sembrava abbastanza logica. Già in allenamento qualcuno aveva fischiato gli oriundi ! e in particolare Ciccone, uno che è buono come il pane di un tempo e che come animo e spirito sicuramente è più italiano dì tanti altri ragazzi nati da queste par- '■ ti. Cosa dovremmo dire infatti' del giovane chiamato a far parte \ della rappresentativa triestinat che ha incontrato nel precam-) pionato l'Italia e che ha preteso, prima di scendere in campo, as- j sieme ad altri suoi compagni, un vero e proprio premio-partita I perché in caso contrario non: avrebbe giocato? Il calcio a quanto pare ha trovato proseliti anche da queste parti e ciò non depone sicuramente a favore del baseball triestino anche perché l'organizzazione della manifestazione lascia alquanto a desiderare. A Ronchi, ad esempio, i giornalisti dispongono soltanto di telefoni a gettone: chi non se li porta dietro, come la tanika di benzina (tutti i distributori della zona espongono il cartello dell'esaurito), rischia di non dare il semaio. Qualcuno tra i tifosi di casa è arrivato al punto di applaudire a scena aperta i belgi e di tifare apertamente per loro. Chissà come saranno stati contenti quando hanno realizzato ben cinque punti di seguito contro un'Italit che, soddisfatta del 21-0 accumulato, pensava soltanto alla chiusura anticipata della gara permanifesta inferiorità. Sfumature, si dirà, ma è certo che in futuro la federazione ci penserà due volte prima di portare un'altra grossa manifestazione a Trieste. E' probabile che nel clima delle gare con l'Olanda lo spirito di bandiera torni a ristabilire la calma e a ridare slancio ai gruppetti che gridano •Forza Italia!-. Il campionato, dopo la tappa di ieri sera, è praticamente all'inizio: siamo ai primi tornanti. Contro il Belgio per sei riprese, fino a quando Guilizzoni ha lasciato in campo quasi tutti i più forti, si sono viste grandi le¬ gnate e splendide azioni offensive: Borghino ha realizzato un bel doppio e poi è arrivato a punto con una splendida scivolata in una nube di polvere. Di Marco e Cortese lianno dapprima pareggiato il conto dei fuoricampo con gli olandesi (anche Urbanus e Richardson avevano ottenuto le battute-punto sullo stesso campo col Belgio), mentre Mondalto ricordandosi di essere uno dei bomber del campionato italiano s'incaricava di superare gli avversari ottenendo a sua volta alla prima pallina un -homers- dillOmetri. Qualcuno deve aver avuto carta bianca da Guilizzoni per cui si è sbizzarrito: è il caso del piccofo riminese Vandi la cui velocità ricorda quella dei migliori centometristi. Nel terzo turno, dopo aver realizzato un doppio e un singolo, ha rubato la seconda con uno scatto e una volata che hanno lasciato i belgi letteralmente di stucco. Spica aveva bisogno di carburarsi e l'ha fatto con tre singoli consecutivi e ancor meglio ha fatto Di Marco con un doppio, un singolo, un fuoricampo e ancora un singolo. Peccato die si sia infortunato Costantini (strappo) per cui il nettunese è andato a fare compagnia al terzo dei torinesi. Costa, costretto a restare fuori dalla mischia dapprima da una febbricciola e poi da un risentimento inguinale. Qualcuno nel clan azzurro ha lasciato intendere che si tratta di un vecchio malanno non abbastanza curato in società. Non è soltanto il caso di Costa. Altri azzurri al momento delle prime gare hanno denunciato acciacchi più o meno consistenti rimediati nel corso della stagione. Hanno continuato però a giocare, così in azzurro si sono trovati irrimediabilmente fuori causa. Giorgio Gandolfi - j:i!;j!!Ii
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