In Calabria nessuno vuole l'atomica davanti a casa

In Calabria nessuno vuole l'atomica davanti a casa Le voci sull'installazione di ordigni nelle basi Nato In Calabria nessuno vuole l'atomica davanti a casa La Giunta comunale si è opposta - La notizia smentita dall'ambasciata Usa e dalla Nato - Perplessità e timori fra la popolazione CATANZARO — La smentita da fonti dell'ambasciata statunitense e della Nato al presidente della giunta regionale, Aldo Ferrara, in merito alle presunte installazioni di missili sul territorio calabrese, è stata netta ed Immediata: «Non è vero nulla, si tratta di semplicefantasia- Nonostante ciò l'argomento è stato esaminato ieri dalla giunta che si è riunita dopo una convocazione in maniera del tutto informale data l'urgenza ed il particolare periodo con una dichiarazione dello stesso presidente Ferrara sul giornali locali che avevano riportato la notizia. A ventilare la possibilità di queste installazioni, era stato l'assessore regionale al Turismo, Sergio Scarpino, originario di Sellia Maria, un piccolo centro in riva al Mare Ionio a pochi chilometri da Catanzaro, dove esiste da molti anni un modesto impianto della Nato per l'assistenza aerea e — dicono in molti — per avvistamenti radar. Si tratta di un'antenna, al-, ta un'ottantina di metri con:ai piedi due casette nelle quali vivono i militari scapoli avendo preferito gli ammogliati starsene a Catanzaro Lido, si- ì ta quasi sul demanio maritti- che piccolo fastidio alla gente I 1 imo che non ha mai causato problemi e semmai solo qual del posto che rimprovera ai militari americani di guidare spesso ubriachi e di creare troppi incidenti. Più interesse nella Regione, invece, hanno destato le altre due basi di assistenza aerea: una installata a Montalto. sulla vetta più alta dell'Aspromonte, in una zona pressoché inaccessibile interdetta alla vista e agli estranei attorno alla quale si sono sviluppate molte storie di latitanti e di omicidi misteriosi. L'altra sul monte Mancuso alle spalle di Lamezia Terme, anche questa isolata e difficilmente raggiungibile. L'una e l'altra, circondate da fitto mistero con frequenti spostamenti militari e capaci di ospitare missili. Dice Scarpino: «Da una decina di giorni i pescatori di Sellia, nottetempo, scorgono imbarcazioni, forse sommer-, gibili, dalle quali vengono sbarcate numerose casse, proprio all'altezza della base Nato-. A Sellia Marina la maggior parte della gente ha appreso la notizia dalle pagine dei giornali locali proprio leggendo la lettera di Scarpino e molti hanno commentato: «Si starà trattando delle consuete sortite di contrabbandieri, abituali sulle nostre coste. Le casse contengono soltanto sigarette che finiscono poi sui mercati meridionali. Probabilmente si approfitta di questo perìodo di gran turismo per accentuare l'attività e sfuggire ai controlli della Guardia di Finanza •. Un'ipotesi reale, ma che nessuno comunque ufficializza per non scoprire un fiorente commercio di «bionde». Invece si è collegato il presunto sbarco di queste casse con la notizia, secondo la quale Carter avrebbe deciso di aumentare il potenziale atomico specialmente nelle zone più «calde» e strategicamente più va- ■ lide. Per questo Scarpino ha scritto: «Ci vorrebbe che alle piaghe della nostra Calabria,, si aggiungesse quella di diventare un bersaglio atomico per i Paesi del Comecon, in una sciagurata ipotesi di conflitto mondiale-. Pubblicizzata dai giornali locali la notizia è scoppiata come un autentico temporale estivo, tanto che la giunta regionale non ha potuto fare a meno dì riunirsi per trattare l'argomento e ascoltare dallo stesso Scarpino le «informazioni» sul caso. Alla fine, dopo che in un'atmosfera di diffuso scetticismo si è ribadito che si rifiuta qualsiasi installazione atomica in Calabria, la giunta ha finito con l'esaminare per l'ennesima volta gli annosi mali della regione e con l'impegno di ricordarli a breve scadenza anche al nuovo presidente del Consiglio. Antonio Laganà

Persone citate: Aldo Ferrara, Antonio Laganà, Mancuso, Montalto, Scarpino, Sergio Scarpino