Dramma e mistero dei travestiti di Giulia Massari

Dramma e mistero dei travestiti Dramma e mistero dei travestiti Maria Adele Teodori: «Vita da travestito», ed. SugarCo, pag. 138, lire 3000. Sono otto capitoli, di cui ben cinque fatti di interviste vere e proprie, gli altri essendo invece tentativi di interpretazione e analisi storiche del travestitismo. Dico subito che la parte più interessante sono le interviste, perché portano il lettore al cuore del problema, spingendolo ad affrontarlo, a rendersene partecipe, anche a riconoscervi una parte di sé. Sapere che il più famoso travestito di tutti i tempi è stato un francese morto ai primi dell'800. dal cui nome. Chevalier d'Eon, è derivato 11 termine Eonismo che vuol dire travestitismo e cioè tendenza a indossare gli abiti del sesso opposto, non è che una nozione, da mettere insieme a tante altre nozioni che si dimenticano o si buttano via: tutt'altra cosa è invece sapere come vivono i travestiti nell'antico ghetto degli ebrei di Genova, oggi loro ghetto particolare, o quelli del quartiere «bene» della Crocetta torinese, quelli di Roma, i pochi che hanno imparato a parlare un linguaggio politico, quali sono i loro problemi, quali le loro difficoltà, in una società che in qualche caso li reclamizza e se ne serve, in realtà non li accetta. Maria Adele Teodori è del resto troppo brava giornalista per non sapere qual è la parte più interessante del suo libro, e infatti a questa soprattutto si è dedicata con grande impegno, più e più volte parlando con le persone che avevano accettato di lasciarsi intervistare, insistendo con domande di ogni tipo, anche di quelle cui la pudicizia fa da schermo, non lasciandosi bloccare nemmeno dall'insorgere di qualche sentimento di pena. I suoi personaggi, i protagonisti di questo libro intelligente. esercitano in genere la prostituzione. E' un lavoro, come un altro. L'unico lavoro che è loro permesso. La legge, le leggi rimangono contro di essi: chi, andando in Marocco o in Danimarca o in America, è riuscito a fare quella operazione che in Italia è proibita, e ha definitivamente acquistato identità femminile, molto di rado riesce, in Italia, a far cambiare il suo stato anagrafico, molto di rado riesce a farsi accettare in posti di lavoro. Esemplare, in questo senso, il caso del transessuale che la mamma, proprietaria di un forno, ha accettato nella sua realtà (altre famiglie non ne vogliono sapere) ma rifiuta di tenere a lavorare con lei. perché ha paura di quello che direbbe la gente: allora, nel forno lavora il suo amico, e per Francoise c'è il marciapiede. Somigliano a bambole, spesso, le varie Cristina, Monica o Renée. così agghindate e accurate, nei loro salottini pieni di ninnoli. Bambole, anche, erano i travestiti di un libro di fotografie firmato qualche anno fa da Lisetta Carmi e presentato da Elvio Fachinelli. Ma si spiega. Le ambole sono lo stereotipo della donna: e non somigliano a bambole, ancora, anche molte donne che non hanno avuto problemi sessuali? Ma perché molti uomini ricorrono a queste particolari bambole? Ecco una domanda seria e sottile, a cui nel libro si cerca di dare una risposta. «Forse è una scusa del subconscio, non ammettono di volere un rapporto omosessuale: andando con un travestito lo vedono, lo immaginano donna per la parrucca, per come è vestito», dice Claudia. Si torna, dunque, alla considerazione primitiva, che molte cose spiega e che dovrebbe ispirare più giustizia, sul «mistero» sessuale. Giulia Massari

Persone citate: Chevalier, Elvio Fachinelli, Francoise, Maria Adele Teodori

Luoghi citati: America, Danimarca, Genova, Italia, Marocco, Roma