Dombrovskij proibito di Lia Wainstein

Dombrovskij proibito Intorno a un processo negli anni di Stalin Dombrovskij proibito Jurij Dombrovskij: «La facoltà di cose inutili», ed. Einaudi, pag. 543. L. 10.000. Tutto sommato, non sembra che gli eventi grandiosi e terribili svoltisi all'epoca di Stalin, abbiano esercitato in uguale misura un'influenza sulla narrativa sovietica. La parte del leone toccò ovviamente ai temi ineccepibili, soprattutto alla seconda guerra mondiale, rievocata nei suoi aspetti sia salienti sia marginali e inoltre al processo d'industralizzazione del Paese, allo sviluppo dei kolchoz e in genere alle iniziative tecniche ed economiche. Lo scomodissimo argomento dei Lager e delle purghe venne affrontatp in modo esplicito da Solzenlcyn in Una giornata di Ivan Denisovic e potè essere pubblicato in Urss con l'approvazione di Kruscev nel 1962. Dei due romanzi invece, che contenevano soltanto delle allusioni il primo. Il maestro e Margherita di Bulgakov usci in patria postumo, con grande ritardo e numerosi tagli, mentre il secondo. Il dottor Zivago di Pasternak, fu pubblicato esclusivamente all'estero, suscitando feroci persecuzioni contro il suo autore. Il più proibito tra gli argo- menti tabù, quello dei processi staliniani degli Anni Trenta sembrava, salvo errore, riservato sinora agli scrittori stranieri o russi residenti comunque in Occidente. In tale prospettiva, l'ultimo romanzo di Jurij Dombrovskij, La facoltà di cose inutili, costituisce un apporto inedito, con quella sua particolareggiata ricostruzione di un tentativo, eseguito nel 1937, d'inscenare a Alma Ata, capitale del Kazachstan, un processo simile a quelli che si stavano svolgendo a Mosca. L'anno precedente erano stati condannati Zinoviev, Kamenev e altri vecchi bolscevichi e nel 1937 fu la volta del «Centro antisovietico trockista» composto da diciassette persone, tra cui Pjatakov e Radek. Sempre in quei mesi morì in circostanze non chiare Ordzonikidze ed ebbe luogo la fucilazione di Tuchacevskij e di altri sette generali. Dopo la prima parte del romanzo Il conservatore delle antichità, uscita nella rivista Novyj mir nel 1964 e tradotta quindi in italiano, le opere successive di Dombrovskij furono vietate dalla censura. La facoltà delle cose inutili, iniziata nel 1964 (anno del crollo di Kruscev) e conchiusa solo nel 1975, non si può definire, tuttavia, un libro antisovietico. Vi si narrano le vicende di un gruppo di archeologi che scavano nei dintorni di Alma Ata. Tutti si trovano nei guai quando due tombaroli, consegnato dell'oro antico al museo e ricevuto il compenso, spariscono con reperti e documenti Viene ritenuto responsabile il capo della spedizione Zybin, laureato in storia del diritto, la facoltà appunto definita in quei tempi «delle cose inutili». Siccome Zybin, dopo il furto. Ila fatto una gita inspiegabile sulle rive del fiume Ili, in direzione della frontiera cinese, le autorità ritengono di poter imbastire «un grande processo di gruppo: il sabotaggio della letteratura, della scienza e dell'arte del Kazachstan... Insomma tutto come a Mosca». Ma Dpmbrovskij nutriva forse la recondita speranza di veder pubblicato in patria il libro introducendovi degli inverosimili episodi positivi. Dopo l'arresto dei ladri la gita di Zybin si rivela per un suo di¬ lettantesco tentativo di ritrovare l'oro seguendo la pista di un certo pesce affumicato, reperibile solo presso il fiume Ili Viene subito rilasciato. Vi è poi una rievocazione di Stalin, che libera dal Lager un suo amico d'infanzia, dal quale una volta fu aiutato. Nell'insieme Dombrovskij, che fu egli stesso per lungfii anni detenuto e deportato, ha voluto ricostruire, nella Facoltà delle cose inutili, immergendoci in un pittoresco ambiente lontano dai grandi centri, il clima dei più cupi anni staliniani, alla vigilia della seconda guerra mondiale, quando sospetti accuse infondate, fucilazioni erano all'ordine del giorno. E' una sarabanda frenetica, bulgakoviana di personaggi quasi tutti tarati. In questo mondo inquietante solo il coraggioso e onesto protagonista Zybin e alcune miti figure femminili conservano dei tratti umani . . Lia Wainstein

Luoghi citati: Alma Ata, Mosca, Urss