Inghilterra e Australia terzomondisti a Lusaka di Christiane Chombeau

Inghilterra e Australia terzomondisti a Lusaka Si è chiusa la conferenza del Commonwealth Inghilterra e Australia terzomondisti a Lusaka I rappresentanti dei 39 Paesi concordi sul testo che condanna duramente l'apartheid -1 lavori finiti in anticipo rispetto al previsto NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE LUSAKA — Per la prima volta negli annali del Commonwealth una conferenza dei capi di Stato e di governo si è conclusa prima del previsto. I 39 Paesi rappresentati quest'anno a Lusaka in Zambia hanno finito i lavori martedì invece di ieri. Il comunicato finale in 70 punti comprende un'importante dichiarazione contro il razzismo, firmata da tutti i membri della Conferenza, nella quale si riafferma «che è dovere di tutti i membri del Commonwealth lavorare insieme perché scompaia l'infame politica di apartheid... Un dovere che comporta l'accettazione del principio per il quale possono rendersi necessarie misure positwe per progredire sulla via dell'eliminazione del razzismo, compreso l'aiuto a quanti si battono per liberarsi da simili pratiche-. Questa dichiarazione è ispirata ad un discorso del primo ministro australiano Malcolm Fraser, che ha fatto frequenti interventi nei sette giorni della conferenza. Fraser, criticato nel suo Paese, ha dato l'impressione di voler sfruttare la tribuna del Commonwealth per propagandare la sua politica estera di uomo conciliante e di uomo del Terzo' Mondo. Subito prima della conferenza era andato in Nigeria, ed ha avuto un ruolo attivo nell'elaborazione del documento sulla Rhodesia. Un ruolo forse troppo attivo, tanto che il premier è stato duramente criticato dalla Gran Bretagna per aver divulgato il contenuto del documento prima di essere autorizzato a farlo, costringendo cosi a pubblicare il testo domenica. Martedì Fraser ha detto di offrire all'Uganda e alla Tanzania due milioni di dollari australiani (circa due miliardi di lire) per aiu¬ tare l'Uganda a risollevarsi -dal genocidio, dalla cattiva amministrazione e dalla guerra», e appoggiare la Tanzania nella lotta contro le difficoltà economiche. Il lungo comunicato finale della conferenza può deludere sotto alcuni aspetti, poiché non propone nulla di concreto, ma presenta una serie di riflessioni su molti argomenti. Il paragrafo sulla Rhodesia rappresenta uno dei punti più positivi, poiché ricalca parola per parola il testo approvato domenica scorsa. Interrogato sulle sanzioni, il premier britannico, signora Thatcher, ha dichiarato di non pensare di doverle rinnovare: ..Spero che nel frattempo avvengano molte cose». Margaret Thatcher ha intenzione di condurre le trattative con decisione, ma incontrerà molte difficoltà, soprattutto per far sedere allo stesso tavolo i guerriglieri del Fronte patriottico di Mugabe e Nkomo con colui che essi definiscono «il traditore-, Muzorewa, primo ministro dello Zimbabwe-Rhodesia. In compenso i nazionalisti neri accettano senza difficoltà la presenza di Ian Smith. Sino ad oggi il movimento di Joshua Nkomo, lo Zapu (Unione del popolo africano dello Zimbabwe) ha mantenuto il silenzio sui risultati della conferenza. Lo Zanu (Unione nazionale africana dello Zimbabwe) di Mugabe, invece, ha dichiarato martedì che il documento corrispondeva ai principi per i quali l'organizzazione si batte, ma ha deplorato le garanzie di rappresentanza concesse alle minoranze (i bianchi). In un'intervista alla Bbc di Dar es-Salaam, Mugabe ha chiesto che Smith e Muzorewa lascino il governo, lo scioglimento dell'attuale esercito e il riconoscimento del «nostro esercito- (quello del Fronte patriottico?) come esercito nazionale. Sulla Namibia, i capi di Stato e di governo condannano il Sud Africa per aver organizzato «cosiddette» elezioni nel dicembre dello scorso anno. Quanto al SudEst asiatico, il comunicato condanna «qualsiasi intervento armato e chiede che vengano ritirate in tempi brevi le truppe straniere nella zona di guerra-, si preoccupa per la sorte dei rifugiati vietnamiti e cambogiani e auspica un più consistente aiuto internazionale. L'economia occupa un posto importante nel comunicato, che riflette la preoccupazione dei piccoli Paesi per l'impoverimento dei Paesi meno abbienti, la loro dipendenza per l'energia e i danni che subiscono quando un ..grande» adotta una politica protezionistica. Christiane Chombeau Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa»