Libertà di stampa limitata in Iran
Libertà di stampa limitata in Iran Nuova legge, chiusi 2 giornali Libertà di stampa limitata in Iran TEHERAN — «Guardie della rivoluzione» in armi hanno chiuso ieri due giornali di Teheran, dopo che il Consiglio della rivoluzione aveva annunciato una nuova legge sulla stampa. Una trentina di miliziani hanno occupato la redazione e gli uffici del quotidiano indipendente Ayandegan su ordine del Procuratore generale della rivoluzione. Il direttore del Dipartimento stampa estera al ministero della Guida nazionale ha dichiarato inoltre che i guardiani rivoluzionari hanno avuto ordine di impedire la pubblicazione del settimanale satirico Ahangar. La radio ufficiale Voce della rivoluzione islamica, nel dar la notizia della chiusura di Ayandegan, ha detto che da quando lo Scià è stato rovesciato, il giornale si è prefisso lo scopo di denunciare la rivoluzione e ha aggiunto che i dirigenti del quotidiano sono stati arrestati, e che le pubblicazioni potranno riprendere sotto una nuova direzione islamica. Lunedì erano stati espulsi quattro reporter della rete statunitense Nbc. La nuova legge sulla stampa è stata approvata l'altra notte dal Consiglio della rivoluzione. Il giornale Kayhan, che nel maggio scorso ha sostituito i redattori, con altri di provata fedeltà a Khomeini, cita queste parole del portavoce governativo, Sadegh Tabatabai: «La nuova legge garantisce la libertà di stampa, e nello stesso tempo assicura che non se ne faccia abuso-. Kayhan aggiunge che la nuova legge prevede il carcere da sei mesi a due anni, per chi venga riconosciuto colpevole di aver scritto articoli che diffamino l'ayatollah Khomeini, i principi dell'isiàm, il futuro presidente dell'Iran, il primo ministro o i capi religiosi. Sempre in base alla nuova legge, gli ex ministri, gli ex membri del Parlamento, gli ex ambasciatori «od ogni altra personalità del passato regime- non saranno autorizzati a pubblicare giornali. Ogni attentato «alle parole d'ordine dell1s\&m- sarà perseguibile penalmente. Il viceministro della Guida nazionale ha oggi accusato alcuni «giornalisti stranieri, soprattutto americani, di essere in primo luogo spie ».
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