Fiorentina, l'esempio viene da Antognoni di Giorgio Viglino

Fiorentina, l'esempio viene da Antognoni Il capitano è guarito e adesso Garosi aspetta l'esplosione dei giovani Fiorentina, l'esempio viene da Antognoni DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE FIRENZE — if calcio in Toscana ha tradizioni lontane, ma più 11 calcio provinciale duro e tignoso .che non quello da campioni messo in atto soltanto a sprazzi In lunghi periodi di tempo dalla Fiorentina. E seguendo proprio la tradizione ecco I viola impegnati a Pietrasanta nella prima amichevole della stagione, impegnati per il risultato, una vittorietta striminzita maturata con un solo gol di un rincalzo, Ricciarelli, dopo aver assunto spesso le sembianze di una sconfitta piuttosto disonorevole. Molte rudezze, un buon Impianto di gioco, discrete individualità hanno permesso a questa squadra di CI di bloccare la manovra solitamente agile e brillante della Fiorentina giovane, rimasta tale e quale all'anno scorso, ma ancora lontana da unu forma discreta proprio per difetto di concentrazione e partecipazione. Paradossalmente il più vivace e rapido, e volenteroso, e pronto, è Antognoni (che proprio ieri ha firmato 11 contratto) recuperato ad una buona condizione atletica e ossequiente ai temi di squadra con un gioco di maggior partecipazione, dove nel gruppo dei centrocampisti torna a svolgere quasi il ruolo di antico regista. Antognoni ritrovato era stato anticipato da Carosl in una lunga chiacchierata che avevo avuto con il tecnico nella calura del pomeriggio domenicale, affatto mitigata dalla quota sopraelevata di 500 metri di Fosdinovo. Diceva Carosi: •L'anno scorso nessuno ha voluto accettare il fatto che "Antogno" era costretto a giocare male, con quel piede che nemmeno poteva appoggiare per terra. Da quando lo abbiamo recuperato fisicamente è cambiato in campo e fuori: è allegro, si diverte e farà divertire anche l tifosi, quelli nostri e della Nazionale». . Paolo Carosi, quarantaduenne, due figlie, è forse il miglior elemento del supercorso di Allodi che sfornò insieme con lui Giacomlni, Marchesi, Veneranda, Orrico ed altri. Ha spiccate capacità di analisi e costantemente tende a capire 1 propri giocatori operando sull'essere umano e non sul calciatore robotizzato. Ad Antognoni è legato da stima ed amicizia, ma evita di proposito di staccarlo dagli altri, da una squadra che ha un livello medio elevato ina lui solo come campione. «Qui è inutile barare, lo ho un 'esperienza limitata nel calcio professionistico. Ho fatto l'anno con l'Avellino finito con la promozione, e poi quello passato a Firenze. Ho cercato di comportarmi con buonsenso e il risultato credo sia stato soddisfacente. L'anno scorso abbiamo inventato giocatori nuovi, quest'anno dobbiamo farli diventare bravi: i primi da convincere sono loro e poi vedrete che i risultati verranno. L'importante è che credano in se stessi e anche nelle cosecheiodico». Carosi si rabbuia in viso, è incerto se riaprire una polemica, poi si limita a precisare con delicatezza: 'Hanno anche provato a mettermi in difficoltà questa volta e io ci sono cascato come una pera cotta. Io speravo in qualche rinforzo durante la campagna acquisti (più di me lo sperava Antognoni che vorrebbe avere una squadra da primato per non dover faticar troppo nel cambio con la Nazionale). Beh! non è arrivato nessuno e mi chiedono a bruciapelo alla prima occasione se sono soddisfatto. Io non replico direttamente, qualcuno ribatte ancora e lo dico che se avessi saputo avrei cercato di intervenire. Da quello mi esce fuori un titolo, sul giornale sportivo di Torino, che sintetizza il concetto globale: Carosi non è soddisfatto della campagna acquisti, non ha fiducia nei suoi giocatori. Lei ha presente la difficoltà a recuperare quel rapporto di fiducia cui accennavo prima?». Lo capisco perfettamente anche se indubbiamente l'uomo sa lavorare bene perché adesso i giocatori li ha tutti attorno e il l contatto è assai più diretto c im¬ mediato che non in altre squadre. 'Io sono convinto — riprende — che per fare una buona squadra ci vogliano degli anni, e piccoli cambiamenti operati senza mai sbagliare né sul plano tecnico né su quello psicologico. A noi, è vero, quest'anno è mancato il grosso acquisto, ma abbiamo avuto Zagano per affiancare Galdiolo che è uno del pochi vecchi e per di più in forse per un'operazione. Abbiamo quel giovani. Di Gennaro, Bruni, Sacchetti die hanno fatto bene pèzzi di campionato e quest'anno debbono trovare la continuità. Hanno anche un posto in più disponibile dopo la cessione di Amenta». Si interrompe quasi a chiedere una conferma che è difficile dargli, per cui devio dicendogli che ih fondo ha da essere soddisfatto per quanto ottenuto finora: risultati ottimi in dodici anni di carriera come calciatore, successo come allenatore del vivalo laziale, la promozione immediata con l'Avellino, 11 piazzamento dell'anno scorso. Prossima tappa? ■ Vorrei uno scudetto vero con questa Fiorentina, magari non subito, l'anno prossimo con un buon straniero». Giorgio Viglino

Luoghi citati: Firenze, Fosdinovo, Pietrasanta, Torino, Toscana