Le manovre dei non allineati per evitare una grave rottura di Frane Barbieri

Le manovre dei non allineati per evitare una grave rottura Novanta Paesi verso il vertice dell' Avana (IV) Le manovre dei non allineati per evitare una grave rottura La divisione fra Stati orbitanti nell'area sovietica e «conservatori» costringe a una fitta diplomazia - La Jugoslavia alla ricerca della posizione originaria Il caso ha voluto che il comitato coordinatore dei non allineati comprendesse anche in passato, prima delle iniziative cubane, un numero sproporzionato di rappresentanti ..estremisti». Per evitare sbandamenti e spaccature si è dovuto ricorrere a un sotterfugio. Si è fatto uso, cioè, del fatto che il comitato coordinatore non era concepito come una formazione chiusa e che di conseguenza ogni governo, volendolo, poteva prendere parte ai suoi lavori. Cosi, alla riunione convocata nell'ambito delle Nazioni Unite per presentare la proposta di risoluzione sulla Cambogia al Consiglio di sicurezza (bloccata poi dal veto sovietico), invece di 25 alla riunione del Comitato si sono presentati in 85. A Colombo, dove si definivano le linee generali del prossimo vertice, sono andati ottanta ministri. Alcuni, per prevenire le eventuali distorsioni da parte dei futuri coordinatori, avevano pensato di proporre un avvicendamento ogni anno. Si è rivelato, però, alquanto discriminatorio applicare nuove regole proprio nel momento del passaggio delle funzioni all'Avana. L'unica soluzione prospettabile è quella di impedire la trasformazione del comitato in un politburo chiuso, di tenere le riunioni aperte a tutti e prendere decisione in base al pieno consenso. Qui gli argomenti sono incontestabili: creare una disciplina del movimento, con governi o comitati guida, significherebbe creare un nuovo blocco, invece di cercare lo scioglimento degli esistenti. Ora bisognerà andare all'Avana per vedere se e come tutti questi problemi troveranno una soluzione capace di salvaguardare la compattezza del movimento o se ci sarà una spaccatura. Il pericolo di uno sfaldamento vero e proprio non si prospetta, in quanto almeno ottanta Paesi sono decisi a consolidare il movimento sulle basi stabilite dalla sua nascita. Anzi, su tali basi cercano una aggregazione anche Paesi fuori dell'area tradizionale del non allineamento: il presidente portoghese Eanes ha chiesto a Tito l'appoggio per conseguire lo status dell'«osservatore invitato., (un passo prima dell'ammissione): lo stesso ha fatto ieri il governo spagnolo di Suarez. e ad una analoga iniziativa punta la Romania. Il nuovo governo del Nicaragua ha annunciato subito l'adesione al non allineamento, precisando che lo concepiva «genuino» e non spostato da un lato su modello cubano. Indicativo che la dichiarazione sia stata emessa a Managua lo stesso giorno in cui una delegazione sandinista partiva per l'Avana per assistere all'oceanico comizio di Castro. Il quale, un altro fatto indicativo, nel suo discorso di due ore non ha profuso una parola sulle alternative del non allineamento. Desiste o prepara il colpo a sorpresa per il vertice? Se non nelle parole di Castro una risposta si può cercare in un articolo di Rude Pravo di pochi giorni fa; l'organo cecoslovacco, il quale non può essere considerato in contrasto né con i cubani né con i russi, sostiene che -il movimento dei non allineati risulta diviso in un 'ala di sinistra e una di destra, profondamente controrivoluzionaria, la quale compie sforzi scissionistici nei quali s'impegna anche il fondatore del non allineamento, la Jugoslavia». Il giornale poi arriva' ad una strana conclusione: i ..conservatori» attaccando Cuba ed il Vietnam, in quanto membri della Comunità socialista, cercano di -privarli del loro ruolo indipendente nel movimento». L'indipendenza si vede cosi identificata coll'appartenenza al blocco sovietico. Se questo ragionamento prevalesse anche all'Avana, significherebbe la frattura, ma non la fine, del movimento: non più di otto Paesi potrebbero staccarsi per lasciare gli altri ottanta più compatti. Un tale esito è prevedibile soltanto se l'Urss, nel quadro della sua strategia globale, avesse deciso di seminare altre Cuba sul globo terrestre, assegnando a ciascuna compiti speciali. Un'altra variante, la più probabile, è quella che sia Mosca sia l'Avana cerchino di rendere più incisivo il ruolo del gruppo radicale fra i non allineati. Ai sovietici non conviene essere tagliati fuori e Castro, che cerca sempre di conservare un margine d'indipendenza {-Noi siamo la rivoluzione fresca, mentre sia quella russa sia quella jugoslava sono ormai stanche»), ha pure tutto l'interesse a tenere «sotto pressione, un movimento tanto determinante, pdcdpnqppmBvleppopesdlesssledtsfmToncfplrzsGcccedc-sdgphctqpcqbdnnSdvclyMthltfnmMd per le sorti del Terzo Mondo. Stimolata da Mosca, la tendenza radicale trae forza anche dalla condotta degli occidentali. La tesi piuttosto miope di Kissinger secondo cui i non allineati -intralciano l'equilibrio mondiale» e servono per di più -come appiglio alla politica sovietica», sembra ormai sorpassata da Carter e Brzezinski. Rimangono tuttavia posizioni anacronistiche, le quali impediscono di stemperare gli estremismi. Come per esempio: l'ostinarsi a non offrire soluzioni consistenti per il rapporto sempre più esplosivo fra Nord e Sud. l'insistere nell'evitare il distacco dal razzismo sudafricano, la lentezza nel prendere in considerazione le esigenze palestinesi. Cosi i non allineati si scontrano con i sovietici per le loro forzature e con gli occidentali per i loro ritardi. Quando l'attività preparatoria e le conseguenti dispute stavano per entrare nella fase finale. Castro ha inviato, tramite Rodriguez. un invito a Tito a recarsi all'Avana, suo ospite personale, prima dell'inizio della Conferenza. Difficile intravedere il pieno significato di questo passo: un'in¬ tenzione di attenuare i contrasti, un tentativo di dar prova della propria buona volontà nel cercare un compromesso (anche se poi non si trova), l'intenzione di rafforzare la propria funzione futura facendo uso di riflesso anche di una parte del carisma di Tito, ultimo dei padri fondatori? Sembra comunque che il presidente jugoslavo abbia deciso di cogliere l'invito all'ultimo momento. I motivi sembrano questi: proprio perché i contrasti non risultano per niente appianati, confrontare in extremis ancora una vftlta le posizioni, mettere in chiaro le vere intenzioni dei cubani e delineare le giuste prospettive del movimento alla sola vigilia della Conferenza. I componenti della presidenza collettiva dello Stato jugoslavo hanno compiuto, a nome di Tito, un giro delle capitali non allineate cercando di rafforzare le posizioni originarie del movimento. A Brioni sono convenuti Desai. Seku Touré, poi Eanes e Brandt. Tito ha fatto visita a Chadli e Gheddafi. Anche i partiti comunisti prendono posizione sulle future alternative del non allineamento. Marchais si è dichiarato con tro ogni tentativo di legare il movimento a uno dei blocchi. Lo stesso ha dichiarato Pajetta. Hua e Deng Hanno assunto la stessa posizione. I partiti dell'area sovietica spingono nel senso contrario. Le spinte più svariate e tutto questo interesse non disinteressato hanno alla fine un effetto: inducono i non allineati, malgrado le differenziazioni inevitabili, a mantenersi legati alle loro posizioni non allineate. E quando gli si obietta che sembrano più che mai divisi, rispondono: -Cercheremo di dar prova all'Avana di essere meno divisi di qualsiasi altro raggruppamentomondiale». In definitiva, quello che fa trovare la base comune per un movimento così multicolore e quello che gli attribuisce un'importanza globale, è la convinzione che soltanto il non allineamento sia in grado di bloccare le guerre delle superpotenze attorno alle linee di demarcazione nel terzo o quarto Mondo emergente. Frane Barbieri - (I precedenti articoli sono stati pubblicati il 3.4 e 5agosto).