Pietro Memea e Marita Koch entusiasmano Torino

Pietro Memea e Marita Koch entusiasmano Torino Records ed emozioni per i trentacinquemila spettatori nella prima giornata di Coppa Pietro Memea e Marita Koch entusiasmano Torino Pieretto ha battuto Woronin in un 100 metri allo spasimo: 10"15, primato italiano - Limite mondiale dei 400 della Koch in 48"60 - Doppia vittoria e un record di Schmidt - Tempi di valore nelle staffette TORINO — Primo round di Coppa Europa agli squadroni maschile e femminile della Germania Est, trascinati dallo splendido record del mondo di Marita Koch sui 400 metri, a Pieretto Mennea che ha domato sui 100 metri — in 10"15, primato italiano —il magnifico placco Woronin, al tedesco ovest Harald Schmidt che ha dominato nello spazio di 55 minuti 400 ostacoli e 400 piani, accompagnando 11 primo «exploit, con il nuovo limite continentale. Le due giornate torinesi di grande atletica non potevano iniziarsi meglio: gare allo spasimo (unica delusione i 10 mila dominati fin troppo facilmente dall'inglese Poster), risultati di rilievo, grossa partecipazione di pubblico. Oltre 35 mila spettatori, biglietti di tribuna esauriti con largo anticipo, caldo tollerabile, sole splendi¬ do e brezza ai limiti accettabili anche dall'anemometro, cancellata la cappa grigia degli ultimi giorni, umidità contenuta.. La passione del pubblico si è divisa tra l'entusiasmo per la volata di Mennea, la muta ammirazione per la cavalcata solitaria della Koch, il rispetto per la doppia impresa di Schmidt, la suspense provocata dal salto in alto (e oggi, con la sfida Simeoni-Ackermann il bis è gradito), l'emozione per il turbinio finale delle staffette veloci. In questi ultimi caroselli hanno vinto le tedesche Est Gohr, Schmeider, Auerswald e Bohmer in 42"09, eguagliando il record del mondo della stessa DDR a Praga, mentre gli azzurri Lazzer, Caravani, Zuliani e Mennea sia pure a distanza dagli scatenati polacchi (i quali rappresenteranno quin¬ di l'Europa nella Coppa del Mondo a Montreal) quarti in 38"73, hanno migliorato di 15 centesimi di secondo il primato nazionale. Le ragazze delle staffette sono uscite dal campo con una rosa in mano, un fascio ne ha meritato Marita Koch, ventiduenne studentessa in medicina, nata a Weimar il 18 febbraio 1957, sempre meno sorprendente fenomeno dell'atletica mondiale. Impadronitasi del record assoluto nei 400 con 49" 19 all'inizio dello scorso anno, rompendo l'egemonia di Irena Szewinska, portato a 48"94 il giorno della vittoria nei campionati europei di Praga, Marita Koch era come scomparsa dalla scena. Ammalata, si diceva, ma ora gli stessi dirigenti della DDR sorridono. Pare che la ragazza-fenomeno abbia preferito allenarsi e studiare. Si era ri- presentata due settimane orsono a Postdam ritoccando subito il suo «mondiale» con 48"89, ieri è scesa ancora a 48"60 con una gara in cui ha cancellato impietosamente le altre sette rivali. Splendida l'armonia della sua corsa, agile l'azione pur sotto sforzo. Alle sue spalle la sovietica Kulchunova è finita staccata di quasi un secondo. Clamoroso, eccezionale. Pieretto Mennea ha sofferto, e fatto soffrire. Temeva. Woronin. non se l'aspettava però cosi forte. L'azzurro ha avuto un'ottima reazione nervosa allo sparo, ma i primi tre passi d'avvio non sono certo stati perfetti. I cento metri si consumano in un attimo, in una sorta di tremendo sforzo in apnea. Quando Mennea si è messo in azione corretta, Woronin alla sua destra, tre corsie più lontano, già volava con il ciuffo biondo al vento, simile alla criniera di un purosangue. Pieretto gli è balzato addosso, ha dato l'impressione di domarlo, poi si è lievemente contratto gettandosi sul filo un soffio prima dell'avversario, ma tanto sicuro della vittoria da alzare subito il dito per dire «sono primo., da inginocchiarsi a terra per il segno di croce, da avviarsi perii giro d'onore. Qualcuno aveva visto Woronin primo, c'era un attimo di suspense poi il verdetto: 10" 15 per l'azzurro, nuovo record italiano, già dimenticato il 10" 19 della batterla di Praga. Woronin finiva in 10" 16. staccato quindi di un nulla, migliorava di 6/100 il suo record polacco, meditando la rivincita che si sarebbe poi presa in staffetta. Adesso Pieretto aspetta di ribadire la sua superiorità sui velocisti europei nei 200 di oggi. Dovrebbe soffrire di meno, ma quella di ieri resta — per il valore di Woronin e per il risultato tecnico — una delle più belle vittorie di tutta la carriera. Il tedesco Ovest Harald Schmidt ha sbalordito per la potenza e la resistenza allo sforzo. Si era presentato la prima volta in pista alle 17,45 per i 400 ad ostacoli: fisico forte. 1 muscoli delle cosce grosse come quelle di un pistard. Maspes o Gaiardoni, ecco. Ma agile la sua azione sulle barriere, netto il vantaggio su tutti già all'uscita dalla seconda curva. Finiva ancora in piena spinta in 47"85, record europeo, cancellando dalle liste dei primati il nome prestigioso dell'inglese Hemery il cui 48" 12 resisteva dal lontano 1968. Non tanto lontano da Schmidt è adesso il mondiale (47"45) dello statunitense Edwin Moses. Quando cinquantacinque minuti dopo Schmidt si è presentato in pista per i 400 piani, c'era da pensare che non avesse recuperato dopo lo sforzo precedente. Ma il tedesco bissava in 45"31, tempo eccellente, stroncando ancora tutti gli avversari. Nel gruppo delle altre gare, il pubblico sceglieva il salto in alto. Sempre più fitta la gente sulla curva Maratona, alle spalle di Beilschmidt il quale — unico ad adottare lo stile ventrale contro gli altri sette finalisti cultori del Fosbury — pareva dover dominare il campo. Entrava a 2,11 per provare la pedana, riappariva a 2,17 con un balzo che strappava un mormorio di ammirazione, tanto era alto il passaggio sul regolo. Un'impressione, ma poteva essere un J2.40. Poi la potenza di Beilschmidt si affievoliva, mentre prendeva baldanza il nuovo asso della specialità, il diciottenne tedesco Ovest Dietmar Moegenburg, che azzeccava un 2,32 da brivido — l'asticella che ballonzola e cade, ma abbastanza in ritardo per far ritenere valido il salto dai giudici — mentre il tedesco Est falliva i tre tentativi. Scarico, Moegenburg cercava e falliva il mondiale a 2,35 mentre Di Giorgio era buon quarto con 2,24, sui suoi limiti. Il resto delle emozioni ad oggi. Bruno Perucca L'incerto arrivo dei 100: è Mennea il vincitore sul polacco Woronin