Investito dal getto di vapore, l'operaio morì per ustioni: due rinvii a giudizio

Investito dal getto di vapore, l'operaio morì per ustioni: due rinvii a giudizio La disgrazia quattro anni fa nella tintoria Errebì di Quarona Sesia Investito dal getto di vapore, l'operaio morì per ustioni: due rinvii a giudizio Le conclusioni del giudice indicano la responsabilità del proprietario (le operazioni da compiere erano difficili) e quelle del costruttore della macchina (che non aveva dispositivi di sicurezza) Il giudice istruttore Lanza ha depositato ieri le conclusioni dell'inchiesta sulla morte di Domenico Avenoso, l'operaio della tintoria «ErrebW di Quarona Sesia orribilmente ustionato da un getto di liquido ad alta temperatura e ricoverato al Cto dove, otto giorni dopo, spirò tra atroci sofferenze. Il magistrato ha rinviato a giudizio, per omici¬ dio colposo, il proprietario dell'azienda Ruggero Boschetto e il titolare della ditta che costruì l'apparecchiatura, Carlo Campagnoli. Ha invece prosciolto ,.per non aver commesso il fatto. Nunziante Iovlno, tecnico dell'Ance (Associazione nazioJ naie per il controllo della combustione.. Questi i fatti. Il 22 dicembre '75 l'Avenoso, mentre scaricava il liquido contenuto nella macchina alla quale era addetto, fu Investito da un getto d'acqua a 90 gradi. A nulla valsero le cure: l'uomo mori il 30 dicembre. Le indagini hanno ora permesso di accertare le responsabilità, a partire dal proprietario della ..Errebi. (difeso dell'avvocato j Iaselli) che aveva cercato di giujstificarsi attribuendo l'infortunio alla disattenzione o all'im: prudenza dell'operaio. «La complessità e la manuali! tà delle operazioni da compiere — scrive il dott. Lanza nell'ordi' nanza — erano tali da farritene\ re assai probabile il verificarsi di errori o distrazioni, e di ciò sicuramente il Boschetto era consapevole». Ancora più grave la colpa del Campagnoli (difeso dall'avv. Avonto) che, come costruttore della macchina, «doveva predi I sporre adeguati dispositivi di si1 carezza» (altri tre infortuni [analoghi, dei quali due mortali [si sono verificati nel solo Bielle t se tra il '74 e il '78). Diversa la po [slzione di Nunziante Iovino (dl ! feso dall'avvocato Masselli), il i funzionario dell'Ance, al quale 1 toccava il compito di accertare j «l'efficienza del dispositivo di si- curezza della macchina in presenza di pressione., efficienza riscontrata anche dalla perizia disposta dal magistrato. «Non rientrava invece nei suoi compiti — conclude il giudice istruttore — il controllo degli altri dispositivi antinfortunistici». L'inchiesta si chiude cosi con due rinvìi a giudizio. Per la morte di Domenico Avenoso finiranno davanti al tribunale Ruggero Boschetto e Carlo Campagnoli. Sotto accusa resta tutto il sistema della prevenzione in Italia dove, secondo fonti sindacali, si registra un infortunio ogni quattro minuti. E proprio la federazione unitaria Cgil, Cisl, Uil, subito dopo la morte dell'operaio, aveva denunciato come la prevenzione venga svolta «da una selva di istituti: Enpi, Ance, Ispettorato del lavoro, e indirettamente anche Vigili del fuoco e Centro nazionale ricerche, ciascuno dei quali svolge funzioni specifiche». Il risultato amaro è la totale mancanza di coordinamento fra i vari enti che crea «da un lato intralcianti sdoppiamenti di interventi e dall'altro apre vuoti paurosi con conseguenze facilmente immaginabili: Seveso, Manfredonia ecc.». Si crea cosi una situazione di pericolo continuo, f r. bu.

Luoghi citati: Italia, Manfredonia, Quarona, Seveso