Compravamo a rate maschere antigas di Luciano Curino

Compravamo a rate maschere antigas COME GLI ITALIANI 40 ANNI FA VISSERO L'ULTIMO MESE DI PACE Compravamo a rate maschere antigas Sui giornali fotografìe di cannoni e di gerarchi in visita alle colonie marine - «Troppi usano ancora il "lei,,» - Dopo la spensieratezza del Ferragosto, una crescente inquietudine: obbligo di costruire rifugi antiaerei; si incollano striscioline sui vetri; vietata la circolazione delle auto; il primo lugubre suono delle sirene - La gente si chiede: «Perché morire per Danzica?» Nell'estate 1939 finisce un'epoca. L'agosto di quarantanni fa è l'ultimo mese di pace, poi la guerra cambierà il mondo. Come vivono gli italiani questa vigilia d'armi? Vivono di «si dice'. Si dice che la guerra non ci sarà, si dice che la guerra ci sarà. Si cerca di interpretare i piccoli segni. Mussolini si fa fare un cappotto militare, doppio petto e grigioverde: brutto segno. Illudono, invece, i lavori per la E42, l'esposizione internazionale che Roma dovrebbe ospitare fra tre anni. Da due mesi esce un nuovo settimanale, Tempo, e accanto alla pubblicità di Presbitero, «la matita autarchica», c'è un servizio sugli operai della E42: «Asciugati dal sole, solidi, silenziosi... I loro occhi' sono tranquilli, se ti guardano s'addolciscono di solidarietà umana, quella solidarietà che dà il lavoro ben distribuito. Dopo il lavoro c'è il riposo assicurato in una nuova dignità; il Villaggio Operaio li attende con le sue mura linde, con le sue piane ariose. La paga non è più lo scopo, ma un momento della loro vita. C'è chi pensa a tutto Retorica e propaganda di regime. Ma in questi giorni fa piacere leggere che si lavora per un'esposizione che si terrà fra tre anni. Sono un buon segno, tranquillizzano anche i manifesti che annunciano l'Olimpiade 1940di Helsinki e l'informazione che gli operai finlandesi «stanno mettendo a punto tutta l'attrezzatura dei Giochi dell'anno prossimo». Ma non ci sarà l'esposizione romana e Helsinki i Giochi li ospiterà nel 1952. Mussolini va a Predappio per la trebbiatura e il cronista informa: «L'approssimarsi del Fondatore dell'Impero è salutato con voce di tuono dalla massa imponente. Avvicinatosi al microfono, il Duce fa cenno di parlare: "Camerati rurali, vi ringrazio dei vostri doni e ricambio l vostri saluti con animo immutabilmente rurale". La commozione traspare da tutti 1 volti...». In un'altra parte del giornale c'è questo titolo: «Difesa della razza. Nessun domestico ariano presso le famiglieebree». Nei primi giorni di agosto i i quotidiani hanno titoli quer! reschi su tutta pagina e foto: grafie di artiglieri in marcia, I reparti motorizzati, ponti di | barche. «Il Sovrano ispeziona , le truppe». Fotografie di maI rescialli d'Italia pensosi su carte militari. «Tutta l'Armata del Po ha varcato il Ticino». Sono le grandi manovre in Piemonte. La guerra I c'è, ma è finta. Fotografie della finta guerra in prima pagina, nelle altre pagine fotografie di ragazze al mare, le «graziose ondine sulle spiagge dorate». / gerarchi vanno a fare una, «lunga e minuziosa visita» alle colonie marine, si fanno fotografare tra le Piccole Italiane. Dopo la visita alle colonie vanno a Roma per le «gare sportive militari del Gerarchi». Una fotografia mostra il segretario del partito Starace «in testa alla colonna durante la prova di marcia con la bicicletta a spalla». Ci si dice, piano nell'orecchio: «Dux, Starax, fex». Afa poi Starace non è più segretario, al suo posto va Ettore Muti e si dice, sempre piano e tra amici, che i grandi dolori sono muti. Da qualche giorno ci sono titoli inquietanti, la cartina della Polonia, un nome che ricorre sempre più spesso: Danzica. Pochi sanno dove è Danzica e la cercano sulla cartina. «Il problema di Danzica...», si legge ma distrattamente, perché il pensiero è ai- le vacanze. Le vetrine dello ! Standa presentano i nuovi costumi da bagno «Jantzen'. C'è la pubblicità della crociera mediterranea sulla «Giulio Cesare': otto giorni, 450 lire. Il giornale è a 30 centesimi, il pane due lire al chilo, una camicia 15 lire. Da poco è uscita la Fiat 1100 e costa 23.400 lire, la benzina è rinca- rata qualche giorno fa: cin- que lire al litro. Un impiegato di prima categoria guadagna I 1650 lire al mese, uno di terza categoriaS25. «Polonia in guardia, la pazienza tedesca è al termine». Si volta pagina e si legger «Troppi ancora nei rapporti della vita usano il "lei" servi-< le e straniero. A ben pensarci è una cosa inesplicabile anche perché, e tutti coloro che abbiano un poco di buona volontà ne hanno fatto prova, è quanto mai facile usare il "voi"». E' consigliabile anche l'italianissimo « fa». Si volta ancora pagina, ecco una fotografia che viene dall'Inghilterra, spesso chiamata «perfida Albione». Mostra cittadini che «nei parchi di Londra preparano affrettatamente sacchetti di terra da utilizzare per la difesa antiaerea dei palazzi della città». Prevale ancora l'ottimismo, si vuole pensare che quella gente a Londra sta facendo un lavoro inutile o una ! specie di esercitazione. Come la nostra guerra finta di qualche giorno fa. Alla radio ci sono le orchestre di Angelini, Barzizza e Kramer, cantano Rabagliati e Bonino, Natalino Otto e Gino Latilla, il trio Lescano. Le canzoni in voga sono Birimbo birambo, Reginella campa- gnola, Bambina dall'abito i blu e, cantata quasi senza fregua, Vento. Intanto l'Unpa (Unione na- \ zionale protezione antiaerea) 1 j 1 ! ! denti nei Reich hanno rice | vuto l'ordine di rimpatriare informa che l'Italia ha le migliori maschere del mondo contro i gas asfissianti, le «PC 38 espressamente fabbricate per 1 civili», le offre pagabili in dieci rate mensili di tre lire. La notizia potrebbe suscitare una certa impressione, ma i giornali la sdrammatizzano subito mostrando una ragazza tutta allegra che infila la maschera al suo cane, un barboncino. La ragazza ha un occhio coperto dalla ciocca di capelli come Alida Valli in Assenza ingiustificata. Si vedono dappertutto ragazze con questa ciocca su un occhio. «Preoccupazioni a Parigi. Viva inquietudine a Londra», si legge stancamente, perché ormai è Ferragosto. Quest'anno i giornali parlano ancora del Ferragosto. I prossimi anni riceveranno una melina* del Minculpop: non interessarsi in alcun modo, neanche In cronaca, del Ferragosto; gli italiani non vanno in ferie; restano al loro posto e tengono duro. Non sono molte le famiglie che possono andare al mare. In gran parte rimangono in città. Qualche scampagnata; con una lira si vedono due film. C'è in questi giorni il Festival di Venezia, vi concorre Alba tragica di Marcel Carnè, con Jean Gabin. Si leggono Furore di Steinbeck, La cittadella di Cronin, Nessuno torna indietro di Alba de Cespedes, il libro più venduto dell'anno è Ricordi dì scuola di Mosca. Poco sport d'agosto (il campionato è stato vinto dal Bologna e il Giro da Valetti), ma si stanno preparando a Varese i mondiali di ciclismo, già vi si allenano Bartali, Cottur, VictnieBizzi. Passa Ferragosto e a Roma si compie il primo esperimento di difesa antiaerea. Vie deserte, in cielo le nuvolette degli spari a salve. Scrìve Longanesi: «Il Duce, dai tetti di Palazzo Venezia, assiste soddisfatto alla manovra, ma i romani restano scossi; il lugubre suono delle sirene li ha intimoriti... Un velo di neri dubbi cade sugli italiani: dopo anni di inerzia, ora pensano con la propria testa, guardano Mussolini con altri occhi e scoprono in lui molti difetti». La radio imperversa con la canzone: «Vento, vento, portami via con te...». Molti cantano: «Vento, vento, portalo via con te...». Ma sta passando la voglia di scherzare, si guardano con affanno le fotografie della linea Sigfrido irtadicannoni. «Altri riservisti richiamati in Francia. Gli inglesi resi- E ancora: «Il Relch non accetterà per Danzica soluzioni di compromesso». Ma dov'è Danzica? Ma il mondo può andare a fuoco per Danzica? Si può morire per Danzica? I prefetti sollecitano a acquistare la maschera antigas. C'è l'obbligo di costruire ricoveri e trincee per lo sgombero in caso di attacco. «Liberare i sottotetti dai materiali infiammabili e provvedere a sistemare ricoveri in cantina. L'oscuramento parziale e totale delle abitazioni. Protezione dei vetri con carta e delle finestre delle cantine con sacchetti di sabbia». Con fiducia si incollano striscioline di carta sui vetri. Fra un anno le bombe, sofferanno via finestre intere con tutto il telaio. O abbatteranno le case. i \ 25 agosto. «Rapporto a Palazzo Venezia per la preparazione militare». E nella pagina dello sport: «Riflessi della situazione politica internazionale: l Campionati mondiali di ciclismo rinviati a ulteriore data da destinarsi». Si preparano rifugi antiaerei nelle piazze, protetti da montagnole di terra battuta. Si fa incetta di sapone, zucchero, di scatolette. La notizia che il caffè non sarà più venduto dal primo settembre. «Giustissimo! » afferma il giornale, giustissimo perché gli italiani non hanno bisogno di caffè: «Più che mai oggi gli italiani sono tutti "validi" e non hanno bisogno di eccitanti. Per ciò basta il pensiero delle vittorie che sempre brilleranno in ogni evenienza nel cielo della Patria». Comunque gli italiani pagano come l'oro il caffè almercatonero. 29 agosto. «La circolazione delle auto sospesa dalle 24 di domani». Le autorità militari rilasceranno permessi di circolazione «a coloro che, a giudizio delle autorità stesse, ne avranno assoluto, accertato bisogno, per funzioni Inerenti alla vita civile o alle necessità militari». Lo stesso giorno, altra notizia: «A datare da domani, tutti gli esercizi pubblici non potranno servire che una sola pietanza di carne o di pesce, ivi comprese le carni salate». «L'Europa in armi attende la suprema decisione». Finisce agosto. Da domani sul giornale ci saranno i bollettini di guerra. Per dieci mesi l'Italia ne resta fuori, gli italiani continuano a vivere di «si dice». In questi giorni che i tedeschi invadono la Polonia, gli italiani si chiedono che cosa farà Mussolini. Un comunicato informa: «Anche quest'anno per volere del Duce si ripeterà la Festa nazionale dell'uva». Ma nessuna ha voglia di festeggiare niente. «Perché morire per Danzica?», si chiede la gente. Luciano Curino Orbace é fiori d'arancio: erano di moda i matrimoni collettivi con telegramma a Palazzo Venezia. Ma la guerra si avvicinava