Papa Wojtyla nel conflitto tra cristiani

Papa Wojtyla nel conflitto tra cristiani IL VIAGGIO IN IRLANDA DOVE CONTINUA ^ANACRONISTICA GUERRA DI RELIGIONE Papa Wojtyla nel conflitto tra cristiani Il viaggio autunnale del Papa in Irlanda penso costituirà il più utile dei viaggi, e anche il più coraggioso, poiché comporta il pericolo, anzi la quasi certezza, di impopolarità tra i cattolici più esaltati, forse anche di un piccolo scisma. Mentre nel resto dell'Irlanda la vita procede normalmente e la maggioranza cattolica e la minoranza anglicana o protestante possono collaborare nella vita corrente, nelle industrie e nei commerci. nell'Ulster la guerra di teligione prosegue implacabile. Guerra di religione, affermerei; se pure non manchi chi. anche per il pudore di europeo che non ammette nel suo continente ci siano ancora guerre di religione come nel Cinquecento, vuole ricondurla a guerra di classe. Ma non è che la prosecuzione di vecchissimi rancori, che trovano larga eco nella letteratura contemporanea: la caccia ai papisti, il rancore mai spento per tutto ciò che dal secolo XVI in poi l'Irlanda ebbe a soffrire: l'oppressione, le espropriazioni, le uccisioni compiute dai puritani di Cromwell, e le imposizioni dell'anglicanismo. L'Irlanda, staccatasi dall'Inghilterra, rivendicava quel lembo che secondo la geografia (ma chi, dopo Febvre. crede ancora nei «confini naturali"}) le'spettava, ma dove la maggioranza era da qualche secolo formata dagli orangisti, dai più tenaci tra i riformati: pronti ad organizzarsi militarmente (avevano anzi già cominciato) per opporsi con le armi ad una presa di possesso dell'Ulster da parte della repubblica irlandese, ove l'Inghilterra l'avesse a questa ceduta. L'Irlanda non si rassegnò mai (durante la seconda guerra mondiale ho visto consolati dell'Irlanda neutrale rilasciare passaporti irlandesi a cittadini dell'Ulster), però il governo. | passato in mani sempre più J moderate, in cui si erano ormai I spenti i ricordi dei vecchi rancori, del tentativo, durante la prima guerra mondiale, di un'insurrezione irlandese con armi ed esplosivi forniti dalla Germania, si è comportato correttamente di fronte alla guerra dell'Ulster. Dubito che il cuore della popolazione sia proprio all'unisono: se non il rancore, il distacco dall'Inghilterra è sentito in larghi strati. Con grande vantaggio per gli affari, l'economia, la lingua d'uso, da tutti parlata e compresa, è rimasta ancora l'inglese; ma ora si dà opera alla resurrezione del gaelico, una divisione in più nella già tanto divisa Europa. Nella sua prima enciclica, Ad Petri Cathedra/n. Giovanni XXIII ammoniva che le varie nazioni altro non sono che comunità di fratelli che debbono mirare, con legame fraterno, non solo ai propri fini immediati, ma al bene di tutto il consorzio umano E nella Pacem in terris. del '63. affrontava proprio il tema delle minoranze etniche e linguistiche che le vicende della storia hanno creato nei singoli Stati: riconoscendo il loro diritto ad avere il medesimo trattamento dei cittadini apparte¬ nenti alla maggioranza etnica, ma ricordando quanto possa giovare a maggioranza e minoranza il praticarsi, il cercare di assimilare gli uni le virtù degli altri; essere quindi in pace anziché alimentare contese; i cittadini di minoranza cerchino di partecipare agli usi e agl'istituti della maggioranza che li circonda. Dovere quindi nell'Ulster della maggioranza orangista, che già ha fatto concessioni sul terreno giuridico, di avere leggi elettorali che non ostacolino la giusta rappresentanza alla minoranza cattolica, e di cedere così ai cattolici il potere — con la conseguente annessione all'Irlanda - il giorno in cui i cattolici risultassero essere di- ! venuti maggioranza Ma decisa 1 condanna della violenza, del terrorismo, e memento ai cattolici irlandesi tutti di non inco- ! raggiare, di non dimostrare so-1 lidarietà con i terroristi. Già | troppo sangue si è sparso, già J troppo il comandamento del j «non uccidere" è stato violato. La consueta difficoltà di po-1 ter misurare da Roma, ascoi-.; tando voci discordi, l'esatta misura delle ragioni degli uni e : degli altri, la pietà per i cattolici che accolgono tra loro maggior numero di poveri, hanno fatto fin qui che pur non dandosi certo disinteresse né mancando moniti, non sia risuona-1 ta alta nel mondo una voce pa- j pale su questa guerra di religione, così anacronistica, tra cristiani; là dove sempre più intensa si è fatta sentire l'aspirazione all'ecumenismo. Era dunque desiderabile che al viaggio del Papa a Varsavia, dove si combatte l'altra guerra religiosa, senza colpi di fucile1 i né bombe, quella dell'ateismo! j che vuole soffocare ogni forma ! I di religione e la resistenza del | popolo, facesse riscontro un viaggio in Irlanda, che coraggiosamente raggiunga anche l'U Ister. e vi ripeta il «non tic- ridere". A. C. Jemolo

Persone citate: A. C. Jemolo, Cromwell, Febvre, Giovanni Xxiii, Papa Wojtyla, Petri Cathedra