Una novità del Settecento presentata a Martina Franca di Giorgio Gualerzi
Una novità del Settecento presentata a Martina Franca Dopo il primo Rossini si riscopre Traetta Una novità del Settecento presentata a Martina Franca Dall'Opera di Barga al Festival della Valle d'Uria Si prora sempre una certa emozione quando ci si accosta ai giovanili esordi di qualche personaggio importante in uno dei molteplici campi dell'arte Figuriamoci nel caso di un autentico genio come Rossini, di cui Opera Barga ha voluto offrire ai suoi abituali frequentatori e agli occasionali ma non meno tenaci estimatori, quella prelibata -ghiottoneria- Itema d'obbligo per un raffinato gastronomo come Rossini! che è Demetrio e Polibio. Si tratta, infatti, della prima opera composta dal quattordicenne genio in erba, successivamente tenuta in archivio per sei anni e rappresentata soltanto nel maggio 1812 al teatro Valle di Roma. Affermare, come ha scritto l'entusiasta Carli Ballota, che in questi due atti -c'è frifi tutto Rossini». sembra alquanto attardato. Spesso, infatti. Rossini non si sottrae, come del resto e logico, alla convemionalità degli schemi del tempo ivi compresa la banalità dello scombiccherato intreccio. Tuttavia il rilievo conferito alla rare di contralto, cui e affidato il travesti Stwno (la brara Benedetta Pecchioni, la fresca inventiva di alcune pagine (per esempio l'eccellente quartetto della doppia -agnizione-i. il ricorso, in almeno un momento (il duello Siveno-Demetrio del secondo atto) al tipico 'Crescendo' — sono elementi più che sufficienti a definire l'inconfondibile 'Cifra- rossiniana. Opera Barga. puntando sul senso d'equipe che da sempre caratterista la sua più che decennale attività, ha fatto le cose con sufficiente decoro. La disinteressata professionalità di Francesca Siciliani ha salvaguarduto le esigente dello spettacolo compatibilmente con i limiti del piccolo palcoscenico del settecentesco teatro dei Differenti. A tutelare i diritti della musica ha provvedùto la collaudata esperienza di Bruno Rigacci. assecondato da un volonteroso quartetto di solisti comprendente, oltre alla Pecchioli. l'elegiaca soprano Cecilia Valdenassi. il sonoro basso Aldo Bramante. Tre solamente, ma altrettanto severamente impegnati, sono inreec i solisti della Pace di Mercurio di Tomma- so Traetta. che ha inaugurato il Festival della Valle d'Itha. la simpatica e artisticamente qualificata manifestazione pugliese giunta, sia pure tra travagliate vicende, al quinto traguardo. Con ti musicista bitontino. di cui si celebra quest'anno il secondo centenario della morte, siamo invece in pieno Settecento, anche se pienamente inserito in quella linea artistico-culturale che. ricanascendosi in Gluck. porta diritto alla riforma del melodramma. Edi tale linea chiaramente progressista Traetta si ta a suo modo banditore, pur conservando intatta l'inconfondibile matrice italiana nell'invenzione melodica e nel suo armonico sviluppo. Questa cantata — composta nel 1765 e mai eseguita — ne offre un ragguardevole esempio, pur nella discontinuità dell'invcntione. non sempre stimolata dalla convenzionalità della trama mitologica. Non mancano, tuttavia, momenti eccellenti, come ad esempio la prima aria di Marte (il catalano Eduardo Gimenez). il duetto fra Minerva (la romena Gabriela Ccgalca. voce interessante, ma impegnata al limite, e anclie oltre, delle sue attuali possibilità! e Mercurio (l'inglese Patricia Adkins Chiti): una pagina tanto ardua da eseguire quanto splendida di Iattura, caratterizzata da quella eleganza formale e insieme da quell'irresistibile vena di patetico languore tipicamente settecentesche. L'edizione presentata a Martina Franca, frutto dell'accurata revisione del maestro Giuseppe Pastore, si è perfettamente inserita in quella consolidata tradizione di decoro che ha fin qui caratterittato le proposte del Festival. L'Orchestra Filarmonica Morava è stata diretta da uno specialista come Herbert Handt. ben assecondato al clavicembalo da un giovane professionista, il milanese Aldo Targhetti. Un convinto successo ha accolto la .novità- di Traetta che si iscrive certamente tra le iniziative più valide del Festival della Valled'ltria. Giorgio Gualerzi
Luoghi citati: Barga, Martina Franca, Roma
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