Si va in Jugoslavia anche se la benzina costa (670) molto di più

Si va in Jugoslavia anche se la benzina costa (670) molto di più Alla caccia dei distributori che possono ancora accontentare gli automobilisti Si va in Jugoslavia anche se la benzina costa (670) molto di più trieste - Caotica, più che problematica la situazione del rifornimento di carburante a Trieste e nel resto della regione Friuli-Venezia Giulie, che comprende anche le province di Gorizia. Udine e Pordenone. A Trieste, intanto, da alcuni giorni e praticamente impossibile fare il pieno alle rarissime pompe fomite di carburante in citta. La situazione è davvero drammatica, perche e la risultante di una serie di momenti e di considerazioni del lutto particolari, data l'ubicazione geo-politica della zona. Fino a poco la. infatti, i triestini le i goriziani) andavano quasi sistematicamente a fare il pieno nella fitta rete di pompe che la Jugoslavia aveva allestito due passi oltre il contine Un'entrata e una sortita in pochi minuti e dalle 6 alle 15 mila lire di risparmio a seconda della capienza del serbatoio. Era una pacchia. Ma questo significo per i benzinai triestini — che non godono di franchigie nonostante le reiterate promesse del governo — chiudere negli ultimi dieci anni 35 pompe in città perche tutti andavano in Jugoslavia. Da 120 si ridussero a SS. L'altra settimana in Jugoslavia — Paese serio — sono state decretate severe misure restrittive nel consumo di carburante, auto in circolazione a giorni alterni, limite di chilometraggio per vetture private, raddoppio del prezzo della Itenzina. Oggi la hemina -lugo- costa 170 lire il litro in più rispetto a quella italiana. Onde il paradosso di iugoslavi che volentieri farebbero il pieno in Italia. Ma a Trieste le pompe aperte sono rarissime, con code di centinaia di metri, e il carburatile si esaurisce in fioche ore. Ci anche da tener conto del turismo di passo vetture dell'Europa del Nord che transitano verso la Jugoslavia per la villeggiatura al mare. Si fermano a Trieste e non trovano Itemina. A questo punto ci si accorge che nella sola Trieste occorrerebbero 250 pompe. Bisognerebbe. cioè, triplicare il numero delle esistenti. Ma chi le alimenterebbe in queste condizioni di penuria di carburante? Alcune società di raffinatori (Trieste è un centro di rat/inazione notevole) assicurano di aver disposto aumenti dt prelievi sino al 50 per cento in piti rispetto allo scorso anno. Ma sono cifre puramente teoriche Un'autobotte che scarica nelle pompe cittadine e già un miraggio. Il discorso si rovescia un'altra volta andiamo in Jugoslavia. Paghiamo di più ma siamo sicuri di trovare la preziosa merce. Detto e fatto. Centinaia di auto hanno ripreso la via dei valichi con la Jugoslavia per questo line settimana. Chilometri di code, tempi massimi da fesa anche un'ora e mezzo. Comunque pieno garantito a t!70 lire al litro. Stesse preoccupazioni a Gorizia, e nell'Udinese con piti larga disponibilità di jmmpe circa il 70 percento. Più pesante la situazione nel Pordenonese, con riduzioni del 50 per cento Qui manca in modo preoccupante il gasolio per usi pubblici. L'Az,enda trasporti pordenonese e stata costretta a ridurre le corse urbane sabato: le ha sospese totalmente ieri. Ha gasolio ancora per cinque giornate di esercizio per le linee extraurbane che portano alle industrie Zanussi decine di migliaia di pendolari. E' stato chiamato in causa l'assessore regionale ai Trasporti. Coeianni. aftinché provveda in qualche modo c colmare questa sete di carburante che minaccia di avere riflessi socia/i ed economici imprevedibili. Dal centro internazionale turistico di Lignano. che ha in questo momento 130 mila presenze di turisti, appelli alle forniture di gasolio per esigenze alberghiere. In alcuni esercizi manca totalmente l'acqua calda e vi sono sene difficoltà per alimentare le cucine. Anche Grado e carente di gasolio e non sa dove sbattere la testa. Mai come in questi giorni, qui in queste zone dt confine. si tanno discorsi che paiono assurdi, ma torse non lo sona poi tanto -Si tornerà al calesse col cavallo e al fuoco di legna*. Tanto per cominciare molti tirano giù dalla soffitta o su dalla cantina la vecchia bicicletta. Intanfì) pedaliamo. Poi qualche santo ci penserà. Italo Sonclnl

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