I beati disc-jockey confessori

I beati disc-jockey confessori Imperversano giorno e notte sulle onde delle radio private I beati disc-jockey confessori Molti «ciao ciao» e «ok» - Ma il loro colpo segreto sta nella «posta del cuore» al telefono • Pronto, pronto, sei tu. Gino? Ciao Gino, bela gioia, vah! Ma come, non mi riconosci? Sono Maria, quella dei carciofi... Ho il sospetto di aver intercettato RadioMercati Generali e attendo con ansia il seguito: discuteranno sull'aumento dei pomodori a botticella o sul racket degli zucchini? Niente di tutto questo: Maria dei carciofi chiede Torna a Sorrento da dedicare a Salvatore d Porta Pila (canzone tendenziosa: forse un banchetto concorrente?). Il mondo delle radio libere é sconfinato: l'ho scoperto sull'autostrada Torino-Savona girando bottoni per ingannare la noia e l'afa. Non l'avessi mai fatto: l'aere è saturo, a premere un pulsante si è aggrediti da ogni parte, il minimo segmento è un programma a sé e il programma cambia nel fluire di pochi chilometri poiché sulla stessa lunghezza d'onda subentra una diversa stazione Ogni borgo, oggi ha la sua Chiesa e la sua Antenna. La scuola magari no: ma che importanza può avere se a tutti quanti si apre dinaru-i un /ascinolo avvenire di discjockey? E per diventare disc-jockey non occorre neanche una cultura elementare: basta sapere dire •ciao, con grinta, infilare qua e lù una battutin. precipitarsi con la velocità di un direttissimo in un discorso senza capo né coda, uscirne mettendo sù un disco. E il gioco è fatto. E' il trionfo di tutti coloro che per anni sono stati costretti a tenere la propria nullità in famiglia e ora possono darvi libero sfogo, sicuri che qualcuno li ascolta: .Mariangela mi chiede Querra Lampo ed eccola subito accontentata. Ciao, ciao. Mariangela!.. .Questo è un disco che va forte, anzi fortissimo!.. .Stefano vi allieterà per altre due ore.. .Facciamo un referendumino fra gli ascoltatori.. .Mi pende sul capo la spada di Temistocle.. 1 discorsi sono del genere che piace a Jonesco. una sublimazione dell'ovvio o addirittura del fasullo intercalati da continue risatine: questi presentatori hanno l'aria di divertirsi un mondo (soltanto loro, perai. Ma il rero ossigeno è offerto dalle telefonate: si tratta di vere e proprie radio-squil¬ lo. E se un tempo il ministero delle Poste e Telecomunicazioni si rimpinguava con Canzonissima. oggi il deficit della Sip può venir largamente colmato dalle radioprivate. Ciascuna ha un suo numero telefonico che viene scandito ripetutamente durante la trasmissione e i più soccombono alla vanita di sentire la propria voce andare in onda in diretta. Cosi scopro che chi telefona, come chi scrive alla .posta del cuore., non porta quasi mai nomi usuali: sentiamo Imelda di Cavour che chiede un disco di Lucio Battisti, Tiziana di Moretta che dedica .Parole, soltanto parole.... a Claudio di Bagnolo, mentre Bramante di Morene ricorda a Tancredi che lo ama sempre edi .venire giù stasera.. Non basta: ci sono pure le telefonate a lunga distanza e a lunghissima attesa. Sul tratto Savona-Venttmtglia vengo a sapere che il telefono di Radio-Montecarlo e quasi sempre occupato. Lo rivefa Munii Cleofe. da Verona, fa quale dopo lunghi e pazienti tentativi riesce finalmente a troiHxre la linea libera e approda sulle onde hertziane, dopo essere stata debitamente filtrata (tre o quattro minuti di attesa). Viene quindi trasmesso il disco richiesto, abbinato a non so più quale premio. Al ritorno (Savona-Tonno) ho scoperto che esistono anche due tipi di discjockey. quello da mattino e quello da pomeriggio. La mattina il disc-jockey è di stampo casalingo: sembra che abbia appena finito dt farsi la barba e parla come il ricino di pianerottolo o la donna a mezzo servizio: il disc-jockey pomeridiano è invece sofisticato, pronuncia tutto con accento inglese da Berlitz School aspirando voluttuosamente l'acca e spu ta nel microfono i suoi .rum me on. o .You've gol a friend, con la lingua tenuta accuratamente tra i denti Se deve annunciare qualcosa in ttaHano si sente frustrato e ricorre alla cadenza Inglese, cernie Ruggero Orlando quando ci-parlava da New York: dice hallo invece di ciao e infiora le battute con incessanti -o.k.. Ma pnma di scomparire dal nostro orecchio, ricorre anche lui a'.: apriti sesamo, naturalmente in stile oxfordiano: ■ Merton merimi lou stachetou. Donata Glanerl

Persone citate: Bramante, Cavour, Jonesco, Lucio Battisti, Merton, Ruggero Orlando

Luoghi citati: Montecarlo, Moretta, New York, Savona, Sorrento, Torino, Verona