Nei rinnovi contrattuali scontro di due politiche

Nei rinnovi contrattuali scontro di due politiche Mentre si inaspriscono le agitazioni sindacali Nei rinnovi contrattuali scontro di due politiche Martedì incontro decisivo per i metalmeccanici privati con la presenza del ministro Scotti - Accordi lontani anche per edili, chimici e tessili / cancelli di Mirafiori sono bloccali: gli operai articolano le ore di sciopero in modo tale da garantire un continuo presidio agli ingressi che impedisca l'uscita delle merci e del prodotto finito. Parallelamente i lavoratori dei porti si sono impegnati a non scaricare dalle navi le auto Fiat provenienti dagli stabilimenti esteri degli stessi modelli prodotti anche in Italia. In tutte le industrie metalmeccaniche si susseguono praticamente sema soluzione di continuità le fermate articolate. Tutto questo a voler restare solo in quello che è il settore industriale più importante e numericamente esteso della nostra provincia. Il calendario sindacale, infatti, fa registrare programmi di lotta altrettanto intensi per altre categorie tutt'altro che trascurabili: mercoledè scioperano per tutto il giorno gli edili e i tessili del Chierese. Il tutto condito da continue fermate articolate anche nelle industrie chimiche, da assemblee e da tutte le forme di agitazione previste nella tradizione del sindacato italiano. Oggetto del contendere sono i nuovi contratti che non si riescono a firmare (a parte qualche intesa per tessili, metalmeccanici e chimici su specifiche e non sostanziali questioni). Lo slogan •contrailo prima delle elezioni» è stato sostituito con quello -contratti prima delle ferie». ma anche questo ripiego — inutile negare che lo sia — sembra destinato al fallimento. Ci avviciniamo a un record negativo di tutte le vertenze contrattuali degli ultimi anni. A questo punto è inevitabile porsi una domanda: quanto saranno costati, quando finalmente saranno stati raggiunti, questi nuovi accordi? Non si potrebbe fare un po'più in fretta? In termini di tagli alle buste paga dei lavoratori si sono già raggiunte, in particolare per i metalmeccanici, cifre decisamente ragguardevoli (pan. complessivamente, a quasi una mensilità). Ancor più preoccupante, però, è il costo che questo lungo e aspro discorso di conflittualità potrà avere per la nostra economia che solo adesso sembrava finalmente incominciare a strisciare fuori dalla melma della crisi e di fronte alle buie prospettive della crisi energetica. In questo quadro già tutt'altro che roseo c'è poi la • mina vagante, costituita dal comportamento dei lavo- rotori. Non gradirebbero certo di partire per le ferie senza un nuovo contratto, con gli stipendi falcidiati dagli scioperi e. oltretutto, con la prospettiva di nuove lotte al ritorno. Ancora una volta Mirafiori insegna: la tensione è alta, la Firn fatica a tenere in pugno una situazione di giorno in giorno più critica. Basta una scintilla per scatenare reazioni difficilmente riassorbibili. La notizia che anche i lavoratori portuali affiancheranno la lotta dei metalmeccanici rifiutando di scaricare le auto Fiat provenienti dall'estero, è carica di significati Prima di tutto sta a dimostrare una sempre più diffusa solidarietà di classe. poi dovrebbe — al di là di comunicati, accuse, diffide e. magari, denunce — spingere gli imprenditori a qualche riflessione. E' più che giusto che essi, convinti della propria ragione, non cedano solo per timore di uno scontro più duro, ma proviamo a pensare che cosa succederebbe se anche tessili, chimici, edili e altre categorie in lotta per il contratto riuscissero a trovare collegamenti come hanno fatto i metalmeccanici Quello scontro di potere che e alla base dei mancati rinnovi contrattuali potrebbe diventare lo scontro fra classt per eccellenza: lavoratori contro padroni, programmazione contro economia libera, socialismo contro capitalismo, in ultima analisi. Ora si indica unanimemente nella giornata di martedì il momento decisivo per i metalmeccanici dipendenti delle aziende private: se le cose dovessero mettersi bene. ci sarebbe la possibilità che ancora una volta il settore metalmeccanico riconfermi il suo ruolo guida e serva a sbloccare anche gli altri contratti. Ma le speranze non sono molte, è inutile nasconderlo Il ministro del Lavoro. Scotti, ha •sgobbato- tutta la scorsa settimana per cercare di mediare le posizioni della Firn e quelle della Federmeccanica, ma i risultati non sembrano certamente pari all'impegno profuso. Si parlava prima di scontro di potere. Gli industriali hanno detto chiaro e tondo che non intendono accettare un contratto che finisca per essere un programma di politica economica e che, quindi, toglierebbe, almeno secondo loro, ogni autonomia all'imprenditore. E del resto quando la Firn ha ))osto al centro della piattaforma la riduzione d'orario come strumento fondamentale verso nuova occupazione e riequilibrio produttivo fra Nord e Sud. che cosa ha voluto fare se non coprire spazi lasciati vuoti dal governo? Ora lo scontro è ormai ridotto alle sue linee essenziali Quella flessibilità d'orario che gli imprenditori reclamano non è altro che la principale manifestazione di quella autonomia di gestione dell'impresa tante volte invocata da Carli e Mandelli Cosi come le rigidità imposte dalla Fini non sono altro che vincoli sempre più stretti alle manifestazioni -naturali' dell'economia di mercato. La partita è tutta da giocare e, ancora una volta. Mirafiori sembra esserne il -campo centrale- Un campo minato. però Giorgio Destefanis

Persone citate: Carli, Giorgio Destefanis, Mandelli, Scotti - Accordi

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