Si estende lo scandalo di Gioia Tauro: le terre tornano ai proprietari?

Si estende lo scandalo di Gioia Tauro: le terre tornano ai proprietari? La Stato aveva espropriato pagando 26 miliardi Si estende lo scandalo di Gioia Tauro: le terre tornano ai proprietari? REGGIO CALABRIA Per la Calabria, ancora promesse solennemente prese dal governo e mal mantenute. Il progetto per la siderurgia, che avrebbe dovuto assicurare 7500 posti di lavoro in una delle zone più depresse del paese, sta per trasformarsi in una beffa: dopo dieci anni di decisioni e di Impegni, prima annunciati poi smentlU. poi modificati, dopo tante ansie e attese, se entro ottobre non succederà qualcosa, nella zona di Gioia Tauro non sarà più possibile realizzare nemmeno gli insediamenti alternativi promessi dal governo dopo la deflnlUva rinuncia al centro siderurgico. Entro quella data, infatti. I terreni espropriati per la costruzione dell'Impianto, potranno tornare ai proprietari, perché é trascorso il periodo di cinque anni dal decreto di espropriazione senza che siano stati utilizzati. I vecchi proprietari si sono già costi¬ tuiti in comitato per chiedere la restituzione delle terre, in forza di una precisa clausola contenuta nel decreto di occupazione. Gli espropri — che hanno interessato oltre 900 ettari — sono costati allo Stato, attraverso la Cassa per il Mezzogiorno, oltre venttsel miliardi. Se i proprietari la spunteranno, potranno comprare l loro ex terreni a un prezzo irrisorio, quello fissato per le terre incolte (cinque anni fa c'erano invece agrumeti sterminati e colUvaztoni pregiate che davano occupazione a migliaia di braccianti). Dunque. | miliardi gettati al vento (si fa per dire, perche buona parte è finita nelle tasche della mafia), per togliere occupazione al settore agricolo, senza I creare un solo pasto di lavoro I nel comparto industriale. Sintomatico è quanto sta ! accadendo per 11 porto di I Gioia Tauro, la prima grande i infrastruttura che doveva es- sere al servizio del centro siderurgico. Per diverse centinaia di operai si profila la cassa integrazione, essendo ormai all'orizzonte un progetto di ridimensionamento della grande infrastruttura. • E lo scandalo del secolo., ha detto ieri nel corso di una conferenza stampa il presidente del consorzio per l'area di sviluppo industriale di Reggio Calabria, avv. Salvatore Delfino. Egli ha rifatto la storia di questa Incredibile vicenda, che ha dato ai calabresi dieci anni di amarezze e di delusioni: non si fa il siderurgico, mancano al momento da parte del Clpe decisioni per gli insediamenti alternativi (propasti genericamente dal governo dopo la grande manifestazione dei quarantamila calabresi a Roma il 31 ottobre dello scorso anno), c'e stata una perdita secca di posti di lavoro in agricoltura e adesso, in quelle zone, c'è il deserto più completo. Di chi sono le responsabilità? L'avvocato Delfino ha detto che fin dall'aprile del '73 il consorzio aveva invitato la Pinslder a presentare domanI da per l'assegnazione dei suoli. Ma a nessuna delle ripetute sollecitazioni che ci sono state in questi anni e stata data riI sposta. Ci sono anche altre | responsabilità, da ricercare soprattutto nella mancanza j di volontà poltUca. nell'assenza di seri indirizzi di programmazione Industriale, nelle | contraddizioni tra gli atteggiamenti dei partiti e del movimento sindacale che, spesso, in Calabria parlano un linguaggio e poi a Roma sono costretti a piegarsi alla logica che ha sempre penalizzato il Mezzogiorno nelle grandi scelte di programmazione. Anche le forze rappresentative della Calabria non sono riuscite a costituire aggregazioni valide. In grado di rappresentare un interlocutore serio e valido per 11 governo. Altre contraddizioni ricordate nella conferenza sono state 11 ricorso all'alibi della crisi del mercato dell'acciaio, mentre la Pinslder decideva di costruire un centro siderurgico in Brasile, e mentre a Bagnoli si procedeva alla ristrutturazione e a Taranto il quarto centro veniva raddoppiato. Quali sono le passibilità di intervenire in extremis? Intanto un decreto legge che proroghi di altri cinque anni il vincolo por l'utilizzazione dei terreni espropriati (iniziative parlamentari in questo senso ci sono state nei giorni scorsi a opera di deputati e senatori calabresi) e, poi, che finalmente la Pinslder prenda possesso dei terreni avviando la costruzione, quanto meno, del laminatolo a freddo, promesso dal governo nel contesto degli Insediamenti alternaUvi al quinto centro siderurgico. Nel corso della conferenza, che si e poi allargata con l'Intervento di diversi uomini poUUci fino a diventare un diii.it 11ti i aperto, non sono mancati accenni di sfiducia e quasi di rassegnazione. Sentimenti che già regnano in molti calabresi. Ieri a Roma c'e stato un incontro tra il ministero per il Mezzogiorno Di Giesi e alcuni amministratori della Calabria. Una nuova riunione con la partecipazione, stavolta, dei dirigenti del consorzio per l'area di sviluppo industriale e prevista per la prossima settimana. Emo Laganà

Persone citate: Di Giesi, Laganà, Salvatore Delfino